Monza-Inter - Il ritmo di Calhanoglu, Dimarco che taglia anche a destra, Bastoni che prende metri a sinistra
Palla avanti, palla dietro, spazio per il terzo uomo, imbucata sugli esterni. Velocità, qualità, ritmo. L’Inter del post polemiche da VAR è una macchina tritura avversari che azzanna la partita a Monza e sale in cattedra con il possesso palla e il movimento perpetuo. Il risultato dice 5-1 per i nerazzurri guidati da Simone Inzaghi.
L’Inter approccia benissimo la gara. Subito pronta con aggressione alta e gioco verticale con i tre centrocampisti che creano densità ma allo stesso tempo liberano spazi in mezzo, anche grazie alla superiorità numerica rispetto ai soli Pessina e Bondo, presi sempre in mezzo da Calhanoglu, Barella e Mkhitaryan che si alzano e si abbassano senza dare punti di riferimento e spesso si scambiano posizione. Calhanoglu detta i tempi, tornando a impostare un gioco di qualità e velocità a due tocchi che non si vedeva da qualche partita. Barella e Mkhitaryan supportano a turno i due attaccanti: quando uno va, l’altro resta come doppio play e viceversa. Dimarco, in forma strabiliante, non solo attacca continuamente la fascia sinistra mettendo in perenne difficoltà D’Ambrosio, ma spesso taglia il campo e si posiziona sopra Darmian a destra, da terza punta, specialmente quando Lautaro viene fuori a lavorare palla. La posizione del 32 lascia Caldirola in mezzo a tre fuochi, e il difensore non sa mai chi prendere tra lui, Pavard che sale e Darmian. Dall’altra parte, quando Dimarco cambia fascia o taglia in mezzo per fare presenza in area, Bastoni ha campo libero per salire dalla sua parte e prendere metri, mettendo ulteriore pressione alla difesa traballante del Monza.
L’Inter è una macchina perfetta. Lautaro viene più fuori a giocare di sponda, mentre Thuram, dopo un avvio timido, prende confidenza e allunga la squadra con tagli di qualità con e senza palla, soprattutto sulla destra. L’Inter è fisicamente perfetta. Dominante, straripante, con l’attitudine della squadra che vuole rispondere sul campo alle polemiche arbitrali con una prestazione sontuosa. E così è. Dall’altra parte il Monza prende le misure solo dopo il 2-0. Carboni tra le linee è l’unico che cerca di dare imprevedibilità alla manovra con strappi, dribbling e accelerazioni, predicando però nel deserto. Ci prova anche Pessina a scuotere la squadra staccandosi dalla posizione di play e provando a occupare spazio alle spalle di De Vrij per essere servito sulla corsa. Ma il centrocampo brianzolo, fonte primaria del gioco, è annullato fisicamente e tecnicamente da quello interista, grazie alla prestazione di sostanza e qualità dei 3 tenori in mezzo. In attacco la squadra allenata da Palladino fa fatica a tenere palla e Mota, Colpani e lo stesso Carboni sono troppo distanti tra loro, non riuscendo mai a completare uno-due pericolosi nello spazio sulla tre quarti. La difesa a 3 balla. Caldirola, Gagliardini e D’Ambrosio sono compassati e in balia delle folate interiste. Il risultato è un dominio netto della squadra di Inzaghi che dopo il 2-0 gioca praticamente solo di transizioni veloci in ripartenza, aspettando più basso il Monza e concedendo qualcosa soprattutto nella parte centrale del secondo tempo. Niente di cui preoccuparsi. Il sabato perfetto interista si conclude con un grande trionfo e un messaggio chiaro.
Riccardo Despali