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Napoli-Inter - Il Napoli palleggia e frena le ripartenze. Brozo e Lukaku legano il gioco nella reazione nerazzurra

di Christopher Nasso

Nel posticipo della trentunesima giornata di Serie A, l’Inter fa visita al Napoli di Gattuso. Antonio Conte ritrova Barella, mezzala destra nel centrocampo completato da Brozovic ed Eriksen. Hakimi e Darmian i ‘quinti’, Lukaku e Lautaro la coppia d’attacco. Con il solito terzetto (Skriniar-De Vrij-Bastoni) davanti ad Handanovic. Sponda partenopea, consueto 4-2-3-1: Politano, Zielinski e Insigne alle spalle di Osimhen. Demme-Fabian Ruiz in mediana, Manolas-Koulibaly al centro della difesa, con Di Lorenzo e Mario Rui ai lati.

PRIMO TEMPO - Dopo una prima fase di studio, è il Napoli a trovare più continuità di manovra, contro un’Inter sempre ben compatta all’interno della propria metà campo. Hakimi e Darmian rientrano su Insigne e Politano, con Skriniar e Bastoni pronti a chiudere sugli inserimenti azzurri per vie centrali, tra le linee. Eriksen e Barella, sullo sviluppo del palleggio avversario, scalano lateralmente in opposizione a Di Lorenzo e Mario Rui. Muovendosi in blocco in direzione della sfera, chiudendo linee di passaggio e abbassando la zona di aggressione, i nerazzurri lasciano il palleggio ai padroni di casa, senza tuttavia concedere spazi alle spalle dell’ultima linea. E il Napoli, seppur guadagnando metri di campo, con i terzini liberi di avanzare e i centrali pronti ad accompagnare, non riesce a costruire vere occasioni da gol. Rimanendo però alta e trovando - soprattutto nella fase centrale - grande efficacia nella pressione sulle transizioni verticali nerazzurre una volta conquistato il possesso. Sulla costruzione dal fondo ospite, la squadra di Gattuso si dispone con il 4-4-2, affiancando Zielinski a Osimhen. L’Inter imposta a 4, avvicinando il più delle volte Skriniar a De Vrij, con Bastoni largo a sinistra e Brozo in cabina di regia insieme ad Eriksen. La nascita di molti duelli, con i padroni di casa inizialmente stretti, ad osservare e indirizzare il palleggio, puntuali nelle scalate e negli eventuali rientri difensivi, lascia poco campo alle situazioni offensive. I nerazzurri pazientano nella prima uscita, attirano il pressing avversario, ma non trovano continuità nel coinvolgere le due punte, ben controllate da Monolas e Koulibaly. Gli uomini di Conte sfiorano il gol su calcio piazzato, ma vanno in svantaggio al 36’. Al termine di un’azione insistita, riconquistando alti la sfera, gli azzurri vanno al cross dalla sinistra, causando lo sfortunato episodio De Vrij-Handanovic. La reazione ospite è immediata. Trascinata da trame - dal basso e non - molto fluide, caratterizzate da pochi e precisi tocchi. Passando per vie centrali, dove Brozovic ed Eriksen (pressati da Ruiz e Demme) ricevono e muovono con coraggio la sfera, attivando la catena di destra, riempita da Barella, Hakimi e dai continui movimenti di Lukaku. Prima di ricercare la corsia mancina, con Darmian e Bastoni ad accompagnare. Una manovra numerosa alimenta anche i tentativi per l’immediata riconquista. Con Brozo e i tre difensori molto aggressivi. I nerazzurri vanno all’intervallo fiduciosi. Gli azzurri più spaventati. Al netto dell’1-0.

SECONDO TEMPO - Il ‘nuovo’ atteggiamento nerazzurro, intravisto nel finale di prima frazione, prende corpo al rientro dagli spogliatoi. Maggiore dinamicità e coraggio nella prima costruzione, e grande sostegno numerico e qualitativo alla manovra offensiva, garantiscono pericolosità alla formazione ospite. Alzandone il baricentro, contro un Napoli meno reattivo e ‘costretto’ a correre verso la propria porta. Skriniar parte spesso vicino a De Vrij, con Bastoni largo a sinistra, Eriksen al fianco di Brozo e Hakimi-Barella a riempire la catena destra. Il Napoli - nell’opporsi al primo palleggio avversario - parte stretto, con Zielinski e Osimhen a osservare Handanovic e i due centrali. Le due ali, Insigne e Politano, pronte a uscire sullo sviluppo laterale, e la mediana Demme-Fabian Ruiz a chiudere sulla doppia regia nerazzurra. Con buona continuità, gli uomini di Conte superano le prime due linee azzurre, affacciandosi nella trequarti d’attacco. Costruendo occasioni e accorciando la squadra in avanti, nel tentativo - più volte riuscito - di garantirsi diversi recuperi palla immediati. I tentativi destinati alla ricerca del pareggio, invece, trovano successo al minuto 55’. Una della consuete trame dal basso - sul centro-destra -, viene trascinata dal tocco di prima di Brozovic e dal lavoro di Lukaku, seguiti dallo scambio verticale tra Barella e Hakimi. Gli azzurri scappano all’indietro, Darmian - puntuale sulla corsia opposta - riceve il cross del marocchino e mette in mezzo. E, sulla ribattuta, arriva il sinistro chirurgico di Eriksen. La crescita dell’Inter, per intensità e sicurezza nell’occupare la metà campo offensiva, spaventa i padroni di casa. Con il passare dei minuti e sul punteggio di 1-1, però, il match vive momenti di grande equilibrio. Dove il pressing viene alzato e attuato, da entrambe le parti, soltanto su rimessa dal fondo, e senza grande aggressività. Perisic prende il posto di Darmian al 68’, mentre qualche minuto dopo Sanchez e Mertens (fuori Lautaro e Osimhen) cambiano il volto dei due attacchi. Le iniziative di Politano e Insigne riportano il Napoli a ridosso degli ultimi 16 metri, con la retroguardia ospite comunque sempre molto attenta e solida. Sponda nerazzurra, è l’attaccante cileno a toccare molti palloni, costruendo i presupposti per impensierire Meret. All’interno di un confronto, tuttavia, dai ritmi più bassi e sempre più indirizzato verso il pareggio. Gagliardini sostituisce Eriksen, portando fisicità nel finale di gara (nel Napoli dentro Elmas per Zielinski). Nel recupero, dopo gli ingressi di Hysaj e Bakayoko per Politano e Fabian, arriva l’ultima occasione sui piedi di Hakimi. Manolas salva, e la Beneamata esce dal campo con un punto. Dopo 11 vittorie consecutive. Dopo una buona prova e una reazione molto convincente. 

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