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Primo tempo di marca nerazzurra, nella ripresa Cagliari arrembante. Mancini chiede ai suoi di stare alti

di Domenico Fabbricini

Cagliari e Inter si presentano a questa sfida che chiude la giornata con moduli quasi simili: 4-3-2-1 per i padroni di casa, con M’Poku e Cossu a ridosso di Cop; l’Inter risponde con il 4-3-1-2, con Kovacic alle spalle di Icardi e Podolski. Partita subito viva, il Cagliari non si chiude anzi prova spesso e volentieri a pungere con la velocità di Cop e soprattutto M’Poku, spina nel fianco della difesa interista per tutta la durata del match. L’Inter risponde di rimessa ma quando lo fa è quasi sempre pericolosa. Incredibile quello che sbaglia Podolski al 20’ quando Icardi gli serve una palla d’oro in mezzo a tre avversari, il tedesco ha lo spazio per il tiro ma preferisce dribblare, potrebbe calciare ma dribbla nuovamente, a questo punto si allunga la palla e Brkic gli chiude lo specchio. E’ un’Inter che spinge molto sugli esterni soprattutto con Santon: da un suo cross alla mezz’ora nasce un’altra palla gol con Brozovic che tira addosso a Brkic, poi riprende Icardi murato da Capuano. Spinge meno Campagnaro dall’altra parte, in compenso avanza spesso e volentieri Guarin ma le sue conclusioni sono poco precise. E’ un’Inter che cresce con il passare dei minuti ma che spreca anche molto e così la prima frazione si chiude a reti bianche.

Dopo l’intervallo le squadre si ripresentano in campo con lo stesso schieramento tattico e dopo soli due minuti l’Inter passa: pressione offensiva di Icardi che attira su di sé la difesa e perde palla, inserimento da dietro di Kovacic che non ci pensa su due volte e scarica in rete per il gol del vantaggio. Ma qui viene fuori il Cagliari, Podolski continua a toccare la palla una volta in più del dovuto e i padroni di casa lentamente guadagnano terreno. Addirittura tra il 10’ e il 20’ cingono d’assedio la difesa dell’Inter che messa sotto pressione sbaglia in almeno tre circostanze mettendo il Cagliari a tu per tu con Carrizo. Ma prima Cossu spara fuori da buona posizione, poi M’Poku dopo una gran giocata si vede deviare il pallone dal portiere, infine Juan in acrobazia intercetta un passaggio velenoso.

Gli animi si innervosiscono, Mancini comprende il momento di difficoltà e chiede alla squadra di pressare alta per evitare di farsi schiacciare. E proprio da un pressing sul portatore di palla nasce l’azione del raddoppio: Medel ruba il pallone, lancia Icardi a difesa del Cagliari posizionata male, l'attaccante fa tutto da solo, controlla e tira fuori dal cilindro un sinistro a giro imparabile. Due a zero che toglie le castagne dal fuoco nel momento più difficile. Eppure il Cagliari non si perde d’animo e riapre la partita con Longo, bravo a sfruttare un errato intervento di Juan e fortunato nel trovare il palo e la schiena di Carrizo. Mancini allora si cautela con l’ingresso di Dodò per Podolski: l’ex Roma si posiziona a sinistra, Santon a destra con Vidic, Campagnaro e Juan centrali. I sardi, trovata la rete, ricominciano a mettere sotto pressione la retroguardia nerazzurra che allontana più di un pericolo in affanno. Con il trascorrere dei minuti e gli ingressi di Hernanes e Kuzmanovic per Brozovic e Kovacic, la squadra ospite approfitta della stanchezza avversaria e, grazie a un prolungato possesso palla tiene il Cagliari lontano dalla propria area. Anzi proprio allo scadere Hernanes colpisce la traversa con un bolide da fuori area. Arriva qui il triplice fischio dell’arbitro, terza vittoria consecutiva ottenuta con grande fatica, ma sono tre punti d’oro.


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