Real Sociedad-Inter - Nerazzurri impauriti e scossi come un pugile all'angolo, l'anarchia di Sanchez dà la scossa
Inter scarica, senza idee né gamba, svuotata, priva dell’elettricità sufficiente per reggere la scossa basca. Un'Inter in modalità salva pelle esce con un punto d’oro dall’inferno di San Sebastian, in un match di sofferenza anche dal punto di vista tattico.
PRIMO TEMPO
Nerazzurri troppo lenti e prevedibili. Asllani non riesce a pulire palloni e viene aggredito costantemente dalle mezze ali della Real Sociedad. Barella e Mkhitaryan sono statici e raddoppiati puntualmente dagli uomini di Imanol Alguacil affinché non creino pericoli sulla trequarti. I baschi aggrediscono i portatori di palla interisti già dal limite della loro area di rigore. Insomma, la Real fa l’Inter, o almeno quello che si è abituati a vedere dai nerazzurri da queste prime quattro partite di campionato. Non concede spazi, aggredisce e non lascia respiro alla manovra avversaria cercando subito la verticale una volta riconquistato il possesso. L’Inter prova a impostare un giro palla sterile che non trova sbocchi sugli esterni. Non funzionano neanche le sovrapposizioni dei due difensori. Il 4-3-3 dei baschi con una pressione feroce del 5 giocatori d’attacco, specialmente di Merino e Mendez mette in difficoltà la squadra di Simone Inzaghi sin dal primo minuto. Impaurita e scossa dall’avvio impetuoso degli spagnoli, l’Inter prima è salvata dal palo, poi su errore di Bastoni non supportato a dovere dai compagni di reparto e da Asllani, prende il gol del momentaneo vantaggio della squadra di casa. Ma la Real Sociedad non si accontenta, non smette di giocare, anzi, mette ancor più alle corde l’Inter con il passare dei minuti nel primo tempo. Marko Arnautovic è lento e impacciato e non tiene un pallone davanti per far salire la squadra. Lautaro non riesce ad abbassarsi e legare il gioco. Denzel Dumfries e Carlos Augusto non creano la solita supremazia territoriale e non superano quasi mai la metà campo, guardati a vista dai terzini spagnoli che si alzano con ferocia e determinazione. Il risultato di questa gabbia di San Sebastian è quello di una squadra impacciata e imprecisa, che non gioca e perde tanti palloni pericolosi. Dall’altra parte la fascia sinistra con Oyarzabal e Barrenetxea, che si scambiano spesso posizione e si cercano di continuo, mette pressione sempre maggiore alla difesa guidata da De Vrij e dalla metà del primo tempo anche il nemico pubblico numero uno Kubo (grande protagonista della sfida persa dalla sua squadra al Bernabeu nell’ultima di Liga) sul lato destro, all’inizio isolato e fuori dal gioco, comincia a macinare e puntare Bastoni e Carlos Augusto per accentrarsi o mettere dentro il cross. Al duplice fischio il risultato è 1-0 ma potrebbe essere più largo a favore dei padroni di casa per ciò che si è visto in campo.
SECONDO TEMPO
La seconda frazione di gioco inizia con lo stesso leit motiv della prima. L’Inter è come un pugile all’angolo che cerca di difendersi dai diretti e dai montanti convinti dell’avversario inferocito e prova a tenere la guardia alta per non andare KO. La Real Sociedad sfiora il vantaggio più volte, ma grazie a Sommer e a un po’ di fortuna la partita resta in bilico. L’Inter traballa e vede le fiamme dell’inferno avvicinarsi più volte. Inzaghi cambia Asllani, troppo compassato e non all’altezza di una partita del genere, un Arnautovic impalpabile e Bastoni. Frattesi, Dimarco e soprattutto Thuram danno un po’ di dinamismo e profondità alla manovra nerazzurra che dal 70’ comincia a imbastire trame di gioco convincenti e a trovare il giocatore libero tra gli spazi con continuità, complice anche il calo fisico di una Real Sociedad fino a quel momento gagliarda e impeccabile. L’ingresso di Sanchez, tatticamente anarchico, dietro le due punte, infonde all’Inter quella scossa in più che serve per trovare il gol, prima annullato per fuorigioco a Thuram, e poi regolare del solito Lautaro. La partita poi negli ultimi minuti scivola via, con l’Inter che attacca e la Real Sociedad che si difende ordinata. Dalla bolgia dello stadio Anoeta Sommer e compagni guadagnano un punto più che perderne due. C’è da chiedersi se questa squadra non sia troppo Calha-dipendente, visto che l’assenza del turco lì in mezzo si è fatta sentire parecchio. L’Inter ha guardato dentro l’anima della Real Sociedad e ha visto l’inferno. È stata brava a distogliere lo sguardo nell’ultimo momento utile, prima di essere inghiottita dal buio.
Riccardo Despali