.

Ritmo blando, l'Inter si accende a sprazzi e dice addio ai tripletisti con una sconfitta. Obinna, carica da ex

di Luca Pessina


Ieri sera l’Inter affrontava il Chievo a Verona, nell’ultima, ormai inutile ai fini della classifica, gara del campionato di Serie A. I nerazzurri hanno chiuso la stagione con una sconfitta per 2-1, in rimonta.

Mazzarri mischia le carte e concede spazio ai tripletisti (escluso Samuel) e a chi ha visto poco il campo nell’ultimo periodo. Ed ecco un inedito 3-5-3 con Carrizo in porta e Cambiasso a dirigere la difesa, completata da Andreolli e Campagnaro. Zanetti e D’Ambrosio sono gli esterni, con Kovacic a destra, Alvarez a sinistra e Taider da schermo davanti alla difesa. Botta svaria invece alle spalle di Milito. 

Corini risponde con un 4-5-1, pieno di cambi, allo staso modo degli ospiti. Giocano Frey, Bernardini, Dainelli e Rubin davanti a Squizzi. Mediana folta con la copertura di Radovanovic ed Hetemaj e la spinta di Lazarevic e Dramè. Bentivoglio è in appoggio a Paloschi unica punta.

Il ritmo è di quelli blandi, ma l’Inter non riesce a tenere il possesso palla, per di più in modo pericoloso. Lazarevic fa quello che vuole, con Kovacic e Zanetti che lo perdono più volte a destra (da calcio piazzato e su qualche amnesia arrivano i pericoli per Carrizo). I nerazzurri provano ad allargare il gioco sugli esterni, senza partorire buoni cross. Col passare dei minuti si vede qualche buona ripartenza e la squadra di Mazzarri prova ad alzare il baricentro, con Botta e Kovacic unici abili  a muoversi negli spazi e tra i reparti per inventare qualcosa (non sempre preciso l'argentino). Il palleggio a centrocampo degli ospiti è, però, molle: Taider e l’ex Dinamo fanno la frittata e per poco il solito treno Lazarevic non ne approfitta. La gara si sblocca al 40’ solo su un calcio da fermo, con Andreolli che insacca su un batti-ribatti in area clivense, portando in vantaggio i nerazzurri. In generale il gioco è poco convincente e lento, acceso dai lampi di Kovacic, senza precisione in regia e spinta alterna degli esterni.

La ripresa inizia con il solo cambio di Ranocchia per Campagnaro, l’italiano si posizione a destra nei tre dietro al posto dell’argentino. Il possesso palla è nelle mani dei nerazzurri, ma il gioco è solo orizzontale, con Milito che fatica a duettare coi compagni e farsi trovare in profondità. Il ritmo è blando, solo qualche accelerazione di Botta-Alvarez-Kovacic crea superiorità numerica e la possibilità, sfruttata non al massimo, per gli esterni di crossare al Principe. Il Chievo prende coraggio, Kovacic e soprattutto Botta vivacizzano e non poco la gara, puntano l’uomo e provano scambi veloci (a volte al con finezza eccessiva). Così Corini butta nella mischia l’ex Obinna al posto di Dainelli e alla prima accelerazione dalla destra i clivensi pareggiano proprio col nuovo entrato. La partita inizia qui, l’Inter prova a svegliarsi, ma anche i gialloblu continuano a essere pericolosi, con contropiedi favoriti dalle squadra più lunghe. Mazzarri tenta la carta Guarin per Kovacic, più stanco di inizio ripresa, senza cambiare assetto e fa esordire Bonazzoli al posto di Botta. L’effetto non è però quello sperato e dopo un triangolo con Dramè, Obinna sigla il 2-1 da fuori area (completamente soli). Da qui a fine gara non c’è reazione. 

I reduci del Triplete dicono addio con una sconfitta, non il migliore dei modi. I nerazzurri passeggiano e si accendono a lampi. Il gioco è orizzontale e lento. Solo Kovacic e Botta provano la giocata, Milito non si vede mai e gli esterni non sono precisi. A centrocampo manca il filtro, con Taider non sempre puntuale. Corini schiera una squadra umile, con voglia di ripartire. La voglia, quella di rivalsa di Obinna, invece vale i tre punti. WM saluta così la Serie A 2013/2014, senza un sorriso e con il futuro ancora incerto. 
 


Show Player
Altre notizie