.

Roma-Inter - Spalletti bravo a rimediare in corsa. Perisic-Jesus la chiave

di Matteo Serra

Roma-Inter è una partita scomoda a inizio stagione, quando è troppo facile sparare giudizi che rischiano di mettere in salita un lavoro che è solo all'inizio. Spalletti torna all'Olimpico con un solo cambio di formazione rispetto al vittorioso esordio contro la Fiorentina: Gagliardini al posto di Brozovic in mezzo al campo con Vecino, mentre Borja Valero che si alza ad agire alle spalle di Icardi. D'Ambrosio e Nagatomo sono confermati esterni, Miranda e Skriniar centrali. Perisic e Candreva i soliti laterali d'attacco. La Roma di Di Francesco si trova in emergenza nel ruolo di terzino destro: gli infortuni spingono a scegliere Juan Jesus, un mancino che gioca largo a destra. Davanti a Perisic, è questa la chiave del match. Il resto della formazione è quella preannunciata, con De Rossi, Nainggolan e Strootman in mediana. Davanti Defrel, Dzeko e Perotti. 

PRIMO TEMPO - Spalletti sceglie Gagliardini per dare maggiore fisicità alla mediana. L'ex Roma conosce le caratteristiche dei centrocampisti della squadra di Di Francesco, tutti capaci di dare grande dinamismo alla partita. Ecco perché opta più per i chili dell'italiano che per la qualità di Brozovic o Joao Mario. Nonostante l'Inter inizi la partita con un buon piglio, cercando di alzare l'intensità e pressare la Roma sin nei pressi dell'area di rigore, sono i padroni di casa a prendere possesso del campo. Presto la scelta di Gagliardini e soprattutto Borja Valero alto si rivela sbagliata: il primo non riesce mai a trovare il giusto ritmo del pressing, accorciando troppo presto o troppo tardi sul portatore di palla, finenedo per essere sempre fuori giri. Il secondo invece dimostra, ancora una volta, di non avere il passo per giocare in quella zona di campo in una partita dall'alto ritmo come quella di ieri sera. Borja ha cervello e lucidità, ma non inserimento e fiuto del gol. Questo fa sì che lui tenda ad abbassarsi, lasciando però Icardi tutto solo. La Roma prende un palo con Kolarov e un altro con Nainggolan, nel mezzo il gol del vantaggio di Dzeko, che è molto abile a controllare in area e a battere Handanovic, ma è netto l'errore della difesa interista. Questa volta bisogno puntare il dito contro Skriniar, che perde di vista il bosniaco, che così si può inserire alle sue spalle e arrivare al gol. La rete ovviamente spinge la Roma, che chiude il primo tempo con il favore del pronostico. 

SECONDO TEMPO - Spalletti capisce subito cosa non va e toglie Gagliardini per inserire Joao Mario. Il portoghese permette all'Inter di avere maggiore tasso tecnico. La partita si caratterizza per la grande intensità in mezzo al campo: le squadre sono corte e appena possono cercano di lanciare in profondità gli esterni, che spesso si trovano in situazione di 1 contro 1. E' qui la chiave del match, perché Perisic inizia a giocare e mette in luce tutte le difficoltà di Juan Jesus in un ruolo non solo non suo, ma nel quale non può neanche usare il suo piede forte. Perisic lo punta sempre andando sul proprio sinistro e sul destro del brasiliano, che quindi è sempre messo male con il corpo e facilmente superabile. Da Juan Jesus nasce il primo gol dell'Inter: è lui che sbaglia la giocata, servendo in mezzo al campo Vecino e spezzando le gambe al centrocampo giallorosso. Candreva così punta la difesa palla al piede e pescare Icardi per il pareggio. Nella Roma Perotti prende un palo clamoroso dopo una grande azione individuale mentre l'Inter passa in vantaggio. Ecco che Perisic scappa via a Juan Jesus e trova Icardi, che si gira in un lampo e beffa Alisson, anche se è rivedibile la marcatura su di lui di Fazio. Dopo il vantaggio la partita si mette nel migliore dei modi per l'Inter, che può coprirsi e punire in contropiede. Di Francesco inserisce El Shaarawy e Under per dare nuova forza al suo attacco: l'italiano delude, sorprende invece il turco. Giocatore da tenere d'occhio e dai grandi spunti. Vecino però trova il primo gol in nerazzurro, sfruttando l'ennesimo strappo di Perisic su Juan Jesus. L'Inter strappa i tre punti dall'Olimpico come non succedeva dal 2008 e torna a Milano con la consapevolezza di essere sulla strada giusta. Spalletti è conscio che la fortuna ha messo la mano sulla spalla dell'Inter, anche se i tre pali arrivano sempre con conclusioni da lontano e non dopo azioni di squadra. La Roma dà maggiore intensità, l'Inter controlla il pallone anche se non sempre con efficacia. Spalletti può sorridere perché ha un attaccante (Icardi) a cui serve davvero poco per fare gol e un giocatore (come Perisic) a cui serve davvero poco per fare la differenza. Va aiutato e tutelato, concedendogli le sue innate pause nel gioco, ma se poi fa la differenza come ieri è comprensibile. La Roma sembra ancora indietro su diversi concetti di squadra, l'Inter deve lavorare per trasformare la fortuna in bravura. 


Altre notizie