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Shaq la luce, Palacio si riscopre determinante. La fase difensiva ancora non va, Brozovic la cura?

di Lorenzo Peronaci

Dopo il primo posto nel girone di qualificazione, l’Inter si tuffa nei sedicesimi di Europa League. Gara di andata al ‘Celtic Park’ di Glasgow, contro i campioni di Scozia del Celtic, da anni dominatori in patria. Incontro non semplice per gli uomini di Roberto Mancini: i precedenti non sono di buon auspicio per i nerazzurri ed il ‘Celtic Park’ è da sempre un autentico fortino per gli scozzesi, che negli ultimi anni ha visto cadere, tra le altre, il Barcelona di Leo Messi.

Due le sorprese in casa Inter rispetto alle previsioni della vigilia. Ci sono Carrizo e Palacio nel 4-3-1-2 scelto da Roberto Mancini. Davanti al portiere argentino agiscono, da destra verso sinistra, Campagnaro, Ranocchia, Juan Jesus e Santon. Medel è la diga davanti la difesa, con Guarin e Kuzmanovic al suo fianco. In attacco Shaqiri ha il compito di ispirare Icardi e Palacio.

Spregiudicato l’atteggiamento dei padroni di casa, con il tecnico degli scozzesi Deila che propone un 4-2-3-1 con Gordon in porta. Linea a quattro composta da Matthews, Denayer, Van Dijk ed Izaguirre. Brown e Bitton si posizionano sulla linea mediana dietro a Mackay-Steven, Johansen ed Armstrong. Unica punta Leigh Griffiths.

Avvio strepitoso dell’Inter. La squadra nerazzurra non sembra soffrire il gran pressing attuato dagli scozzesi ed alla prima occasione trova il vantaggio. Inserimento perfetto di Shaqiri su un lancio altrettanto bello di Kuzmanovic, aggancio e tiro di prima intenzione respinto da Gordon, la cui ribattuta, però, finisce ancora tra i piedi dello svizzero che lo infila sul palo più lontano. Neanche 5’ e l’Inter è già avanti.

Il Celtic non ci sta e continua su ritmi indiavolati. I quattro uomini offensivi attaccano i possessori di palla nerazzurri fin dentro la propria trequarti. La squadra nerazzurra non si lascia intimorire e mostra un calcio a tratti bellissimo. Difesa molto alta, per non concedere profondità e respiro alla manovra scozzese, ed ottimi fraseggi a uno, massimo due tocchi, a centrocampo in attesa dei tagli in profondità di Shaqiri. Lo svizzero sfrutta i buchi lasciati dalla retroguardia scozzese aperta benissimo dai movimenti di Palacio ed Icardi, con il primo che si porta spesso fin sulla linea laterale per allargare le maglie biancoverdi.
Dopo un’altra ottima occasione per l’autore del vantaggio, il cui tiro viene respinto da Gordon, l’Inter raddoppia. Schema su calcio d’angolo: servito ancora l’ex Bayern al limite dell’area, cross in mezzo e pallone che raggiunge Palacio. L’argentino, favorito da un rimpallo, si trova a tu per tu con il portiere scozzese e sigla la rete del 2-0.

Anche il ‘Celtic Park’ resta ammutolito dall’avvio dell’Inter ed i tifosi scozzesi, dopo nemmeno 15’, sembrano non crederci già più. Il gol del raddoppio, tuttavia, aiuta la squadra di casa. L’Inter si rilassa ed abbassa il proprio baricentro. Il Celtic trova coraggio e prova un paio di iniziative. Santon è in difficoltà: Matthews è in costante propensione offensiva e Kuzmanovic non lo aiuta in marcatura. Un buco lasciato dal serbo favorisce l’inserimento del terzino gallese che, dal fondo, mette in mezzo e trova Armstrong, lasciato tutto solo in area, per l’1-2.
Non passa nemmeno un minuto ed il Celtic pareggia. E’ ancora la fascia sinistra nerazzurra la zona incriminata. Su un fallo laterale battuto velocemente, Matthews trova il varco giusto ancora per Armstrong. L’esterno viene anticipato da Campagnaro che, però, infila nella propria porta: è 2-2.

Il Celtic ci crede. La difesa nerazzurra soffre i movimenti di Griffiths che esce dalla zona calda per creare gli spazi in cui si imbucano ottimamente i tre trequartisti scozzesi. Il baricentro basso della squadra di Mancini, imbambolata per l’uno-due subito, aiuta il compito degli attaccanti avversari che creano non poche difficoltà ad un ottimo Carrizo.
Esaurita l’euforia per il pareggio, e complice un po’ di stanchezza per l’intensità mostrata nella prima mezz’ora, il Celtic abbassa il ritmo e soffre il ritorno dell’Inter. Campagnaro e Santon hanno praterie davanti a loro che, però, non sfruttano a dovere. I più ispirati sembrano Shaqiri e Palacio ed è da loro che nascono tutte le occasioni per l’Inter. Proprio l’argentino, in chiusura di tempo, mette a segno la sua prima doppietta stagionale approfittando di un grossolano errore di Gordon che non trattiene un lancio di Medel. Inter che va al riposo sul 3-2.

Al rientro in campo il Celtic tenta il tutto per tutto per arrivare al pareggio. L’Inter potrebbe approfittare dei grandi buchi lasciati dal duo Brown-Bitton che, nel tentativo di raggiungere il gol del 3-3, si portano spesso in proiezione offensiva, ma Palacio ed Icardi sprecano in contropiede.
Per tamponare le avanzate di Matthews, che nella ripresa cala vistosamente, Mancini allarga Palacio in un ‘finto’ 4-4-1-1, con Medel e Kuzmanovic in linea mediana, Guarin e Palacio esterni e Shaqiri alle spalle di Icardi. In difesa, però, si balla ancora. Griffiths riesce a creare varchi enormi nella difesa nerazzurra mettendo in grande imbarazzo, in più di un’occasione, il duo Ranocchia-Juan Jesus, che si salva più volte per il rotto della cuffia grazie ad uno strepitoso Carrizo.
Mancini non è soddisfatto ed opera un doppio cambio conservativo per mettere in ghiaccio la gara: Kovacic prende il posto di Icardi e Dodò quello di Kuzmanovic. L’Inter passa ad una difesa a 5, con Santon a destra, Campagnaro, Ranocchia e Juan Jesus centrali, ed il terzino brasiliano a sinistra. A centrocampo Guarin, Medel e Kovacic ed in attacco Shaqiri dietro El Trenza.
Doppio cambio anche per Deila: dentro Henderson e Guidetti e fuori gli ottimi Armstrong e Griffiths. Dal punto di vista tattico non cambia molto per gli scozzesi.

Cambia moltissimo, invece, nel risultato. La freschezza di Guidetti va a nozze con le difficoltà riscontrate dalla retroguardia nerazzurra e nell’ultimo minuto il neo-entrato trova la rete del pareggio. Dodò, entrato malissimo in partita, sbaglia il rilancio e dà il via all’ultima azione del Celtic. Kovacic, nel tentativo di recuperare il pallone, serve Henderson tra le linee che di prima intenzione innesca lo svedese che con un gran gol beffa Carrizo per il 3-3 finale.

Non poteva esserci un epilogo peggiore per i nerazzurri. Il doppio vantaggio dopo appena 15’ aveva illuso. Ma aveva illuso soprattutto il modo di giocare della squadra. Quella ‘sicurezza’ e ‘personalità’ su cui Mancini lavorava da mesi emergevano nella serata più importante della stagione. Andare in vantaggio al ‘Celtic Park’ per 2-0, dopo appena un quarto d’ora, lo avrebbero immaginato davvero in pochi prima di questo incontro. Anche pareggiare 3-3 dopo questo avvio, però, era davvero poco preventivabile.
Gli scozzesi hanno messo in bella mostra tutte le lacune di un’Inter che non può ancora definirsi guarita. E’ un’Inter ancora troppo fragile per poter pensare di vincere una competizione come l’Europa League, che mai come quest’anno può vantare squadre del calibro di Siviglia, Liverpool, Napoli, Roma e Tottenham.
A questa Inter, che in ogni gara scopre uno Shaqiri determinante e non ‘un ex riserva del Bayern’, questa sera è mancato l’equilibrio di Marcelo Brozovic, fondamentale nelle ultime due vittorie in campionato.
Agli errori commessi in questa serata si potrà ancora rimediare giovedì prossimo al Meazza, dove basterà non perdere per accedere agli ottavi di finale. E per all’ora, chissà che Mancini non avrà trovato la cura perfetta per far bene già da quest’anno.


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