Solo pari alla festa di Thohir. L'Inter gioca un tempo e sparisce. Manca la manovra e la Samp ne approfitta
Oggi l'Inter affrontava la Sampdoria a San Siro per la quattordicesima giornata del campionato di Serie A, la prima con Thohir a seguire i suoi e con il ritorno di Zanetti dal primo minuto. La gara si è conclusa con il risultato di 1-1, non favorevole per i nerazzurri, che non brillano.
Mazzarri schiera i suoi con il 3-5-1-1, ormai punto fermo. Davanti ad Handanovic confermato il trio di Bologna: Campagnaro, Rolando e Juan, con Ranocchia in panchina. Sugli esterni la vera sorpresa, con Zanetti titolare al posto di Nagatomo infortunato, con Pereira all'ennesima bocciatura. A destra Jonathan è confermatissimo, come anche Taider, Cambiasso e Alvarez. Davanti Guarin sarà ancora alle spalle dell'unica punta Palacio.
Mihajlovic risponde con un 4-2-3-1. Dietro Mustafi e Gatsaldello proteggono la porta di Da Costa, con Costa e De Silvestri ai lati. In mezzo Obiang e Palombo a fare da schermo. Alle spalle della prima punta Pozzi Gabbiadini a destra, Eder a sinistra e Soriano trequartista.
L'inizio di partita vede la Samp premere e pressare alta, con l'Inter contratta dietro. Gli uomini di Mazzarri soffrono la pressione e non riescono a mettere insieme tre passaggi consecutivi. I nerazzurri escono alla distanza, con qualche buona trama sulla destra, dove Jonathan spinge costantemente e prova a duettare con Taider e Guarin. Alvarez si schiera, come detto alla vigilia, più vicino a Palacio, sfruttando le doti difensive di capitan Zanetti, impeccabile nei primi 45'. Il gol arriva al minuto 18 con una buona iniziativa sulla sinistra del duo Alvarez-Palacio, con Ricky abile a mettere a sedere due volte Gabbiadini e poi crossare per Guarin che insacca a porta spalancata.
La Samp prova a reagire, ma l'Inter controlla bene e si rende pericolosa con Jonathan, che sfrutta i tagli profondi e le sponde di Palacio. Mihajlovic cambia: sposta Eder dietro a Pozzi e oriano da trequartista va a sinistra.
Nel finale di tempo l'Inter non si rende pericolosa, ma rischia solo su una ripartenza. La Samp effettua infine il primo cambio, con Regini che subentra a Gastaldello infortunato e si piazza in mezzo alla difesa. Tutto invariato tatticamente.
Il secondo tempo si apre con la Samp subito a gestire il pallone e l'Inter a provarci in ripartenza. Guarin colpisce un palo sugli sviluppi di un calcio d'angolo, ma è quasi l'unico sussulto verso la porta di Da Costa. I nerazzurri faticano a fare gioco e a contenere le avanzate dei doriani sulla destra, con Soriano ispiratissimo e Taider non attentissimo in chiusura. Mazzarri mette allora Kovacic a supporto di Palacio, con Taider che esce e fa spazio a Guarin a centrocampo. Il colombiano fallisce e dopo poco viene sostituito da Mudingayi, con Kovacic che va a sinistra e Alvarez dietro Palacio. Il tema della gara non cambia, la Samp preme e Mihajlovic prova a dare la svolta inserendo Sansone per Pozzi, con Eder prima punta mobile. Gli ultimi due cambi vedono Belfodil entrare per uno stremato Alvarez ed andare a a destra per provare a tenere qualche pallone, operazione che non riesce. La Samp si ritrova invece Renan per Obiang e proprio il nuovo entrato all'ottantanovesimo gela San Siro con una botta da fuori, ma i centrocampisti nerazzurri sono colpevoli di non aver chiuso.
Finisce qui la gara, con un pareggio che scontenta l'Inter, alla prima davanti a Thohir, ma incapace di gestire col possesso palla il vantaggio del primo tempo. La Samp ha il merito di giocare e provarci fino alla fine. Mihajlovic rovina la festa del popolo nerazzurro, ma senza rbare nulla. Piuttosto l'Inter conferma il passo indietro a livello di gioco visto col Livorno. A centrocampo manca chi faccia gioco e anche l'attacco è sembrato sterile. Punti da cui ripartire per Mazzarri. Punti, quelli in classifica, persi nuovamente contro una piccola. Un'altra chance buttata.