Strama aggredisce gli spazi: così il coraggio paga
Alla faccia del 3-5-2 ipotizzato, Stramaccioni aumenta il peso offensivo della sua squadra e contro la temibile Fiorentina propone un 3-4-1-2, con Coutinho primo sostituto di Sneijder sulla trequarti, Cassano che gioca a elastico tra quella zona e gli ultimi 20 metri e Milito classica prima punta. Montella non varia assetto e presenta il solito 3-5-2 con attacco ‘leggero’ Jovetic-Ljajic ma un baricentro generale decisamente alto, come si evince dal pressing in avvio sui tre difensori nerazzurri. La Viola se la gioca in attacco con innumerevoli dai e vai finalizzati a smuovere il terzetto di centrali avversari, a volte in difficoltà. La replica interista prende piede soprattutto a sinistra, dove oltre al pimpante Nagatomo transitano sia Cassano sia Coutinho. Più isolato Zanetti sulla corsia opposta.
La Fiorentina gioca un calcio rapido, cercando gli esterni e aggredendo gli spazi in velocità. Più pragmatica la manovra dei padroni di casa, che forti del vantaggio puntano sul possesso di palla e sugli inserimenti di Milito che gode dei varchi concessi da una retroguardia ospite a maglie troppo larghe. Così larghe che i nerazzurri vanno via in contropiede con una semplicità disarmante e il 2-0 di Cassano è una logica conseguenza. Quando gli ospiti perdono palla, Montella si ritrova sempre 3 contro 3. La rete di Romulo dà inerzia ai toscani che nella ripresa aumentano la pressione offensiva, accettando di rischiare il contropiede. Montella toglie Ljajic e inserisce Mati Fernandez, costruendo un 3-5-1-1 che dia più robustezza alla mediana senza tuttavia privare l’attacco di tasso tecnico.
L’espulsione di Rodriguez al 63’ cambia l’assetto tattico dei viola, che passano a un 4-3-2 con Pasquale e Cuadrado che si abbassano a fare i terzini. Montella poi rinforza il peso dell’attacco inserendo Toni per Cuadrado stesso, abbassando a terzino Romulo. Dall’altra parte, l’ingresso di Alvarez per Coutinho al 70’ non altera gli equilibri tattici ma dona freschezza al reparto avanzato nerazzurro in evidente debito d’ossigeno e lucidità. Gli ingressi di Mudingayi (per Cambiasso) e di Guarin (per Milito) disegnano un’Inter con il 3-5-1-1, con Cassano unica punta e Alvarez alle sue spalle. Mossa necessaria per difendere il vantaggio.