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Strama cambia spesso modulo, poi bada al sodo

di Fabio Costantino

Tutto come previsto, almeno tatticamente. L'Inter scende sul rettangolo del 'Ferraris' con il 4-3-1-2 ipotizzato alla vigilia a causa delle condizioni non perfette di Samuel. A sorpresa a destra gioca Jonathan, con Zanetti dirottato in mediana. La Sampdoria risponde con il collaudato 3-5-2 e con l'osservato speciale Mauro Icardi, al quale viene affiancato Sansone. L’Inter manovra molto ma lo fa con lentezza, cercando di tanto in tanto la verticalizzazione. Palacio e Cassano arretrano molto ma faticano a trovare spazio contro la difesa ben organizzata dei blucerchiati (otto giocatori sempre dietro la linea della palla). I nerazzurri attaccano soprattutto a destra, dove Jonathan gode di un’inaspettata libertà ma la sfrutta poco anche a causa della scarsa fiducia dei compagni. A coprirlo ogni volta che sale sulla fascia di competenza è Gargano.

Molto reattiva la Sampdoria quando c’è da ripartire velocemente e il pressing mette in difficoltà i portatori di palla avversari. Kovacic resta molto basso e gioca in modo semplice, ma è evidente che all’Inter manchi la profondità anche perché i due attaccanti, soprattutto Cassano, si abbassano troppo. Nel finale del primo tempo è la Sampdoria a prendere il pallino del gioco, costringendo l’Inter nella propria metà campo per diversi minuti e approfittando della mancanza di punti di riferimento nell’attacco nerazzurro che facciano salire la squadra. Aumentano vertiginosamente così le palle perse a causa di lanci lunghi improponibili, subito preda dei centrali difensivi blucerchiati. Trovato il vantaggio con Palacio, Stramaccioni cambia disposizione delle sue pedine e compone un 4-4-2 con Guarin che scende a centrocampo sulla destra e Zanetti che si allarga a sinistra. Un modo per arginare la spinta sulle fasce di De Silvestri ed Estigarribia, ben supportati dai centrocampisti che si allargano.

Nella ripresa parte forte la Sampdoria, che aumenta i giri del motore e costringe l’Inter sulla difensiva. I padroni di casa sfruttano molto la mobilità di Sansone, che si allarga a destra per puntare Pereira o Juan Jesus e accentrarsi oppure scaricare su De Silvestri. Dal canto loro, i nerazzurri si limitano a gestire il possesso salvo non accelerare in contropiede una volta superata la metà campo in velocità. Il 4-4-2 con cui si è chiuso il primo tempo diventa nuovamente un 4-3-1-2, con Zanetti e Gargano che invertono le posizioni iniziali e Guarin che si accentra. Prima del quarto d’ora Stramaccioni cambia ancora modulo: fuori Jonathan (male), dentro Silvestre e da quattro la retroguardia passa a tre. Zanetti fa l’esterno destro, Pereira quello sinistro e Guarin resta leggermente più avanzato rispetto a Kovacic e Gargano. Cambia anche Delio Rossi, che sostituisce Sansone per proporre Maxi Lopez al fianco di Icardi. Intenzione del tecnico è cercare i capitalizzare i frequenti palloni scodellati in area dagli esterni doriani. Al 66’ ennesimo cambio tattico per l’Inter: Stramaccioni sostituisce Cassano e inserisce Kuzmanovic per rinforzare la mediana. Si crea così un 3-5-1-1 con Guarin che si sposta nuovamente e va a supportare Palacio.

L’allenatore nerazzurro opta per questa mossa perché vede i suoi giocatori sofferenti in mezzo al campo. La Sampdoria continua a recitare il solito copione offensivo: allargare il gioco e cercare rapidi scambi e triangolazioni favorendo l’inserimento dei centrocampisti. È soprattutto a destra che la squadra di casa costruisce le proprie manovre offensive, perché Pereira soffre la spinta di De Silvestri e il supporto di Poli. A conferma che sulla sinistra blucerchiata qualcosa non funzioni arriva la sostituzione operata da Rossi: dentro Poulsen, fuori Estigarribia al 77’. Intenzione dell’Inter dalla metà della ripresa è congelare il gioco mantenendo il possesso di palla (Kuzmanovic e Gargano non avanzano praticamente mai), isolando Palacio in avanti e sperando che l’argentino riesca a far salire i compagni, cosa che avviene di rado. L’ingresso tra i genovesi di Munari per Krsticic cambia poco o nulla tatticamente.


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