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Stramaccioni, la lesa maestà porta i frutti sperati

di Fabio Costantino
Fonte: Dal nostro inviato a San Siro

Difese a tre a confronto nella sfida tra Inter e Palermo, che ha visto il ritorno dell’integralista Gasperini a San Siro. Non solo le retroguardie, ma anche il modulo complessivo è quasi speculare, con tre giocatori offensivi per parte e centrocampo a quattro in linea. Sono i nerazzurri ad avere il pallino del gioco, è Coutinho il giocatore con maggiore libertà e infatti svaria da un fronte all’altro, cercando accelerazioni che creino superiorità numerica. Gargano tende a rimanere più arretrato di Cambiasso. Tra i rosanero, il giocatore più avanzato è Dybala, che cerca spesso l’uno contro uno o mantiene il possesso in attesa che salgano Ilicic e Brienza. Dietro la squadra di Gasperini mantiene l’ordine e questo rende difficili le manovre offensive dei padroni di casa, che pungono soprattutto in (potenziali) contropiede. Per lunghi tratti il Palermo approfitta di un’Inter i cui reparti sono troppo distanti: i tre d’attacco attendono il pallone ma il centrocampo non riesce a servirli e soffre l’inferiorità numerica.

Il trend nella ripresa non cambia, i nerazzurri spingono ma si limitano a cercare le fasce e i lanci, senza poi trovare ulteriori sbocchi alla manovra. In mezzo infatti il Palermo è copertissimo e non lascia il minimo spazio salvo in qualche ripartenza avversaria. Al 64’ la doppia mossa a sorpresa di Stramaccioni, che inserisce Guarin, centrocampista, al posto di uno stanco e sofferente Milito, mentre Nagatomo prende il posto di Zanetti. Tatticamente, si passa a un 3-4-2-1 con Guarin e Coutinho a supporto di Palacio, ma a beneficiarne è soprattutto la zona del centro-destra. Poco dopo Gasperini toglie Brienza e inserisce Giorgi, ma tatticamente non cambia nulla anche se il neo entrato ha una buona attitudine anche alla copertura. Dopo lo svantaggio, al 76’, Gasp aumenta il peso offensivo e sostituisce Ilicic con Budan. Tre minuti dopo tocca a Zahavi, che prende il posto di Dybala ma il modulo non varia, visto che è Budan ad agire da punta centrale. L’ultimo cambio Stramaccioni se lo gioca con Mariga, che sostituisce lo stremato Cambiasso e dà ulteriore copertura alla mediana. Il finale è rosanero, ovviamente alla luce del risultato, ma il baricentro basso dei nerazzurri permette loro di mantenere l’ordine dietro.


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