Un'Inter cinica ed esperta risolve il rompicapo russo
Un’Inter dalle due facce espugna Mosca. Una primo tempo autoritario, da squadra organizzata, cinica e spietata, un’Inter che ha punito il Cska e sofferto il giusto, senza andare nel panico. Peccato che il gol, beccato in chiusura di tempo, abbia un po’ impaurito la squadra che nel secondo tempo ha abbassato il baricentro, soffrendo la velocità dei russi. Ranieri, ancora una volta, azzecca la sostituzione che gli consente di vincere il match (Pazzini-Zarate), contando anche sull’orgoglio di questa squadra, che sopperisce con l’esperienza al calo fisico. Migliorata la condizione e ritrovati i vari Sneijder, Stankovic e Maicon, sarà tutta un’altra musica.
Il primo tempo ha visto un’Inter molto quadrata e solida. Una squadra che non ha concesso nulla per i primi 35 minuti, chiudendosi in maniera ordinata e precisa, tappando le ali al Cska Mosca, con Dzagoev e Oliseh pronti a pungere sulle fasce. Nagatomo da una parte, Chivu e Obi dall’altra hanno chiuso molto bene. I russi perciò si sono espressi al meglio con le combinazioni centrali: i fraseggi dei rapidi Vagner Love e Doumbia hanno messo in difficoltà la difesa, brava a chiudersi a riccio con Lucio e Samuel, appoggiati sempre da Esteban Cambiasso, bravo a intercettare il pallone vagante e ripartire. I nerazzurri si sono resi pericolosi in ripartenza: Nagatomo ha approfittato dello spazio sulla sua corsia. Da un suo inserimento è stato generato il gol del 2-0 di Pazzini: il giapponese ha seguito l’azione in maniera perfetta, saltando il suo diretto avversario e servendo il bomber di Pescia. Bene Obi, bravo anche lui nell’inserimento a fari spenti, così come Alvarez, che ha sì buona qualità, ma un passo abbastanza compassato che non assicura all’Inter la velocità necessaria ad arrivare in porta. In complesso un ottimo primo tempo con il gol subito unica pecca.
Nella ripresa l’Inter ha tirato i remi in barca, complice un po’ di paura, e i russi hanno preso confidenza e campo. Il centrocampo non è riuscito a tenere la pressione del Cska che si rendeva pericoloso in avanti, anche se Julio Cesar ha dovuto operare solo una parata su Dzagoev. Ranieri è corso ai ripari scegliendo la rapidità di Zarate. L’argentino è entrato al posto di Pazzini, colpito al piede nel corso del primo tempo. L’argentino ha portato a compimento alla grande il dettame tattico chiestogli da Ranieri, ovvero quello di allungare la squadra e le maglie della difesa russa. Dietro l’Inter ha però sofferto, complice una condizione fisica ancora non ottimale. Il 2-2 di Vagner Love è venuto fuori proprio da questo atteggiamento. La difesa ha beccato il gol proprio quando il Cska aveva prodotto il massimo dello sforzo. Slutsky aveva inserito Tosic, giocatore molto più offensivo, di Mamaev, centrocampista con compiti di interdizione. Laddove è mancata la condizione è arrivata la determinazione di Cambiasso e la classe di Zarate, fattori fondamentali per il gol del 3-2. Ranieri, nel finale, ha serrato la squadra con le sostituzione di Jonathan per Alvarez, e di Crisetig per Chivu, chiudendo con un 4-4-2 lineare, teso alla conservazione del risultato.