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Ventura prepara benissimo la gara, Inter quasi mai pericolosa. Ljajic ago, negativo, della bilancia

di Lorenzo Peronaci

Dopo la sosta per le nazionali, l’Inter torna in campo al ‘Meazza’ contro il Torino con l’obiettivo di accorciare nuovamente sulla Roma che, dopo la vittoria nel derby, si è portata a +8 sui nerazzurri. Roberto Mancini non rinuncia al 4-2-3-1 e si affida alla freschezza di Rodrigo Palacio, che ha vinto il ballottaggio con Eder. Sorprese anche in difesa, con Davide Santon e Juan Jesus preferiti ad Alex Telles e Murillo per completare il pacchetto composto da Joao Miranda e Yuto Nagatomo. Confermata la mediana scesa in campo a Roma, con Gary Medel e Marcelo Brozovic a protezione dei quattro attaccanti: Adem Ljajic, Rodrigo Palacio e Ivan Perisic i prescelti alle spalle di Mauro Icardi.

Avvio di gara difficile per l’Inter, che si trova davanti a sé un Torino ben organizzato e raccolto nei pressi del limite della propria area di rigore. Bruno Peres e Molinaro, i due esterni granata, trascurano la fase offensiva per accorciare rispettivamente su Ivan Perisic e Adem Ljajic (o Palacio), con Mancini che vuole comunque le due ali molto larghe per aprire le maglie della squadra di Ventura. Adem Ljajic cerca però sempre l’interno del campo, lasciando spesso Santon troppo solo sulla destra e subendo in più occasioni i richiami del tecnico marchigiano. Al 17’ un buon inserimento di Brozovic, che sfrutta un errato posizionamento di Vives, e dal limite dell’area prova il sinistro a giro che si spegne sul braccio di Moretti: per Guida non ci sono dubbi, è calcio di rigore. Nonostante la trasformazione di Icardi e il vantaggio nerazzurro, non cambia l’atteggiamento remissivo del Torino, che continua a lasciare il pallino del gioco all’Inter, incapace però di trovare spazi per il guizzo vincente.

Al rientro in campo è un’altra storia. Il Torino esce dalla propria metà campo e inizia a presentarsi con insistenza dalle parti di Handanovic. La prima occasione è per Belotti, che scatta sul filo del fuorigioco - male Juan Jesus a non tenere la linea - e si presenta tutto solo davanti ad Handanovic, ma il tiro è respinto dal portiere sloveno. Pochi minuti più tardi è Molinaro a riportare i granata in parità: uno-due sulla fascia con Maxi Lopez, che gli serve il pallone di ritorno appena dentro l’area di rigore e batte Handanovic con un destro di prima intenzione. Inviperito Mancini con Ljajic, che dimentica di seguire il terzino ex Stoccarda e lascia Santon in un uno contro due. Arriva subito il primo cambio di Ventura, che sostituisce uno stanchissimo Obi con Baselli. Neanche un minuto e nuovo colpo di scena, con l’espulsione di Miranda per somma di ammonizioni. Mancini allora corre ai ripari e inserisce Murillo al posto di Ljajic, tornando alla difesa a 4, con Perisic che si abbassa al fianco di Medel e Brozovic e Palacio al fianco di Icardi. Nove minuti più tardi arrivano altri due cambi, uno per parte: nel Torino Gazzi sostituisce Vives, ammonito e in difficoltà, mentre nell’Inter esce Icardi per far spazio a Biabiany, che si dispone a destra in un 4-4-1. Cambio che sembra una maledizione per i nerazzurri, che un minuto più tardi rimangono in nove per l’espulsione di Nagatomo: fallo da ultimo uomo e calcio di rigore, realizzato poi da Belotti, per il 2-1 definitivo. Altro cambio modulo allora, con Biabiany a fare il terzino destro, Murillo e Juan Jesus centrali, Santon a sinistra. Perisic nuovamente nel ruolo di mezzala con Brozovic e Medel a completare la mediana con Palacio avanti. Dopo il vantaggio Ventura pensa a difendersi, esaurendo i cambi con l’ingresso di Farnerud per Benassi e lasciando inalterato il suo 3-5-2 fino all’ultimo. Mancini risponde con Eder al posto di Santon, in un’Inter ultra-sbilanciata. Medel si abbassa a fare il centrale di difesa, con Murillo e Juan Jesus ai suoi lati. Biabiany e Perisic si dispongono ai lati di Brozovic, mentre l’oriundo affianca Palacio. Nonostante il forcing finale, con Biabiany molto attivo sulla destra, il Torino ritrova la vittoria dopo oltre due mesi e l’Inter dice probabilmente addio al sogno Champions.


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