Al Milan grucce per gli infortunati e babbucce per Pioli o viceversa?
Il popolo nerazzurro - con la Coppa Italia che al momento ha liberato la squadra da incombenze infrasettimanali - si è ritrovato all'improvviso senza un tubo a cui pensare (perdonate il francesismo...), così da avanzargli del tempo per impicciarsi delle rogne dei dirimpettai. Con la padana Berghem - ma dal passato "serenissimo" - ancora relativamente lontana dai grattacapi del campionato, è allora montato forte il desiderio di (provare a) confutare una volta per tutte quel famoso motto sull'erba dei vicini che sarebbe sempre più verde. Per non dire dell'ingenuità di altri falsi ambientalisti tipo quelli che narrano di realtà da "Mulino bianco" altrui quando, di fatto, quell"edificio rurale esiste solo nella fantasia della pubblicità nonché sugli incarti di certi prodotti alimentari. Ecco allora che un'ideale visita al capezzale rossonero diventa quasi un esercizio minimo di prammatica se non di "squisita" solidarietà cittadina.
Prima ancora, però, che immedesimarsi nei panni di Pioli, non si vorrebbe proprio indossare quelli del suo storico vice, tal Giacomo Murelli, fatto proprio a immagine e somiglianza di Stefano. Più che un braccio destro - stante la quasi ventennale collaborazione col tecnico parmense (con lui dal 2004) - appare come una sorta di prolungamento dello stesso arto, quasi uno strumento di sostegno per la deambulazione. Insomma, detto con il massimo rispetto, una gruccia (stampella) fatta persona, ora presuntivamente destinata all'esautoramento. A tal punto che non si osa immaginare che razza di sostanza organica potrebbe mai "spritzare" dai suoi pori per le decisioni societarie rossonere che andrebbero a profilarsi. Forse un intruglio di succhi gastrici, latte (alle ginocchia...) e bile che nemmeno nei peggiori bar del Nordest? Ah, saperlo! Massima solidarietà poi anche per Pioli a cui dovrebbe essere imposta a breve l'ingombrante presenza di uno Yeti che scenderà apposta dalle Alpi scandinave per fargli da tutore se non da alter ego: tal Zlatan Ibrahimovic. E costui, quanto ad ego, ne ha una dotazione talmente smisurata da averlo indotto a scrivere finora non una bensì 3 biografie da vivo, scordandosi però della versione in latino... Ché a dare alle stampe quelle postume son capaci tutti, tranne Icardi! Ed è per questo che non ci si deve stupire se la solerte Gazzetta (e forse pure l'apposito Sacchi...) già attribuirebbero capacità taumaturgiche all'imminente arrivo del "totem" Ibra prima ancora che costui occupi il suo sobrio alloggio a Milanello. Il Mister Wolf svedese - anche se di origini slave e con la maglia nerazzurra addosso nei giovanili cortili della nativa Malmoe... - dovrà presto pensare anche ad una ristampa della raccolta delle sue favolose gesta, opportunamente integrata dalla speciale sezione "Addenda et corrigenda cum miraculis"...
Venendo al "sanatorio" rossonero pardon, al nosocomio milanista, si contano a tutt'oggi "appena" 19 infortuni stagionali di cui ben 12 di natura muscolare. Ne ha dato notizia il TG Sport di Cologno Monzese di ieri (31 ottobre), quindi dev'essere vero. Resta solo da capacitarsi di come possa continuare a lavorare a Mediaset il redattore di quello e di altri servizi "dedicati" ai rossoneri, visto che di cognome fa proprio RAImondi, per gli amici Claudio: sarà mica un "insider" del cosiddetto servizio pubblico intrufolatosi in casa degli eredi di Silvio? Battute a parte, il "nostro", nell'edizione di ieri (1° novembre), a nemmeno 24 ore di distanza dal precedente servizio allarmistico, ha precisato testualmente che "l'infermeria si sta per svuotare e - a parte Pellegrino e Kalulu - Kjaer, Pulisic, Loftus-Cheek e Chukwueze sono pronti a rientrare (a brevissimo, nda)". Chissà perché son finiti nel dimenticatoio almeno altri 3 lungodegenti rossoneri come Bennacer, Caldara e Sportiello... Questo repentino - dalla sera al primo pomeriggio - cambio di scenario sulla pletora di incerottati in casa Milan dev'essere dovuto per forza al sentore dell'approssimarsi di ZI. Figurarsi dopo, appena Ibra potrà fare sfoggio della "sola" (con la "ò" aperta o meno...) imposizione delle sue mani...
Al lordo degli aggiornamenti raimondiani, si torna subito alle tormentate vicende della frequentata infermeria rossonera. Oddio, non che questo andirivieni sia una novità di quest'anno! Di sicuro, a fronte di tutti questi reiterati episodi di malasorte(?), resta il dubbio se colpevolizzare di più i metodi di allenamento dei vari preparatori atletici e le eventuali carenze/negligenze diagnostiche dello staff medico o addossare ai giocatori della rosa attuale fondate riserve circa la loro sana e robusta costituzione fisica. Ah, bei tempi quelli del Milan Lab on fire - da poco redivivo con nuove linee guida dopo aver conosciuto una parabola di "minor efficacia" (eufemismo!) negli almeno ultimi 10 anni - con il chiropratico belga Jean Pierre Meersseman che di quell'avveniristico centro medico sportivo era stato la guida, frutto di un'idea partorita dalla mente dell'allora Ad Galliani. Salvo poi, lo stesso luminare finire giubilato dal presidente Berlusconi per certe sue poco gradite esternazioni. Quel centro medico fu raccontato come reale artefice delle sorti magnifiche e progressive dei dirimpettai che negli anni d'oro riuscirono ad arrivare "due volte sul tetto d'Europa con una squadra di trentenni che correvano come ventenni" (cit.). Ma basterebbe ricordare poi i casi controversi di Cissokho (mancato acquisto su espressa indicazione di Meersseman che, però, fece poi fortuna altrove...) e dei vari Cassano, Gattuso, Nesta, Ronaldo, Kaká e Pato (con mancata prevenzione o con evidenti errori e/o negligenze nella valutazione delle rispettive problematiche fisiche) per dissuadere chiunque ad avventurarsi a sindacare un ginepraio, meglio, una giungla conseguente fatta di alibi, giustificazioni e pressapochismi assortiti che offuscarono la "qualità" di quel progetto societario.
E se altrove hanno poi cercato di riprodurne gli iniziali benèfici effetti - tipo il decantato "modello" del centro medico bianconero J-Medical - in casa nerazzurra piace invece pensare che si sia preferito percorrere altre strade. Nessun viaggio nell'ignoto, nessuna concessione all'analisi scientifica esasperata dei dati fisici individuali, nessun fantasmagorico centro medico, bensì la conservazione della "strada convenzionale" per continuare ad affidarsi alla professionalità ed alle cure del "vecchio" medico di famiglia. "Condotto" subito (1995-2000) - nelle vesti del medico sociale Dott. Piero Volpi - sulla via di Appiano Gentile a seguito di sagge scelte societarie per poi ritornarvici dal 2014-15 per raccogliere il testimone dal collega Dott. Franco Combi.
Orlando Pan