Auguri Javier, meno male che ci sei tu...
Oggi sono 38 anni. Tanti anni per un calciatore, abbastanza per uomo. Pochi, per uno come Javier Zanetti. Di calciatori a quest'età se ne vedono pochi. Che giocano ancora ai suoi livelli, pochissimi. Ma noi interisti lo sappiamo, Zanetti è unico. "Clonatelo", scrivono spesso i tifosi nerazzurri. Non serve, perché basta lui, l'originale. Non sarà eterno, ma noi ce lo godremo fino all'ultima partita. 38 anni, oltre mille partite in carriera, una sola fede: nerazzurra. Strano che il suo compleanno cada nel mezzo del mercato, a una ventina di giorni dalla fine delle trattative. Perché se tutti fossero come lui, il calciomercato non aprirebbe neanche. Addirittura non si sa neanche il nome del suo procuratore.
Una rarità, in un calcio fatto di soldi e interessi. Frasi fatte? No, Zanetti è così. Un campione vero, dentro e fuori dal campo. E in campo, solo una maglia: quella nerazzurra. E proprio in questi frenetici giorni di mercato, io penso al mio Capitano. In particolare, questi sono i giorni di Samuel Eto'o, che sta per lasciare l'Inter. Un campione, anche lui, che però si è arreso al "dio denaro". E meno male che pensa ai soldi, altrimenti all'Inter non sarebbe mai venuto. Perché al Barcellona aveva chiesto un nuovo contratto da 10,5 milioni di euro. I catalani non l'hanno accontentato e sono stati costretti a cederlo. L'Inter, invece, l'ha pagato come richiedeva e (anche) grazie a lui ha vinto tutto. Dopo due anni di gol e vittorie, sono arrivati i russi, con un'offerta di 20 milioni all'anno: il doppio di quanto guadagna ora. E il camerunese potrebbe accettare, facendo contente le casse nerazzurre.
Ora è troppo facile dire: Zanetti non avrebbe mai accettato. Però è vero. Perché il Capitano per noi è tutto, ma anche all'estero gode di ottima fama. Non si diventa il primatista di una nazionale come l'Argentina per caso. E infatti Zanetti è sempre stato considerato un giocatore di primo livello, un "top player". Anche quando l'Inter non vinceva. E le offerte sono arrivate: Real Madrid, Barcellona e Manchester United, mica l'Anzhi. Soprattutto il Real ha fatto sul serio per strappare Zanetti all'Inter. Ma lui ha detto di no, perché sapeva che prima o poi il momento dell'Inter sarebbe arrivato. E il 22 maggio 2010 ha avuto ragione, insieme a noi. Per questo ti ringrazieremo sempre, Pupi. Ora però ci limitiamo a farti degli auguri sinceri, che non hanno prezzo. Come l'amore che ci hai dato.