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Champions: dal troppo latte versato a quello che si poteva ancora mungere

di Redazione FcInterNews.it

Per alimentare l'auspicio di un "nuovo inizio" nerazzurro - a partire dall'ideale passaggio di testimone in Inter-Napoli - trovo appropriato copincollare una dichiarazione del saggio Serse Cosmi. Non foss'altro perchè pare una perfetta sintesi dello status quo in casa Inter: "C’era la convinzione di poter andare avanti e quando ti trovi di fronte alla prima delusione vera, l’unica cosa che mi viene di pensare è una reazione furiosa, ma anche qualitativa". Ecco dunque come il popolo nerazzurro - stradeluso per l'imprevista eliminazione europea - potrebbe immaginarsi il fuoco adatto per incendiare la sfida di domenica sera. Certo, dopo il troppo latte versato negli ottavi di Champions, non serviva trovarsi pure a rimuginare su quanto altro "liquido vaccino" si sarebbe potuto mungere in Europa, alla luce dell'esito del sorteggio. Sarebbe toccato in sorte giusto un quarto di finale contro la meno ostica delle 8 squadre rimaste in lizza (il Borussia Dortmund) e poi un'eventuale semifinale contro la vincente di PSG-Barcellona. Sì, insomma: pare(va) tutto apparecchiato per replicare il cammino dell'anno scorso, evitando le stesse 3 big Manchester City, Real e Bayern.

Ora, spero non me ne vorrà il Direttore Costantino. Sui rigori si possono citare tutti gli eufemismi che si vogliono - lancio della monetina post-litteram, lotteria, spada di Damocle - ma fa specie che nell'editoriale di venerdì sia entrato in contraddizione argomentando prima di "rigori spietati (...), ma SENZA COLPEVOLI da lasciare agli annali" e poi facendo risaltare la "consapevolezza dell'ASSENZA di RIGORISTI oltre a CALHANOGLU". E cosa sarebbe, se non una "colpa", la (consolidata) consapevolezza che la rosa nerazzurra non avesse in dotazione dei battitori all'altezza? Al di là dell'innegabile componente aleatoria - che, però, vale anche per le aspettative e l'eventuale specifica preparazione dei portieri - dal mio modesto punto di vista Inzaghi sarebbe stato persino il meno colpevole di tutti, anche se è lui, col suo staff, ad allenare i giocatori a tutte le evenienze. Nel senso che, ultimate le 5+1 sostituzioni nei tempi supplementari (gli si può casomai rimproverare il mancato ingresso, peraltro abbozzato, di Buchanan), Simone ha compilato la lista dei rigoristi con quel che passava il convento all'epilogo del 120° minuto. E con Lautaro che non è un cecchino dagli undici metri (65% la sua percentuale di realizzazione in carriera, fonte TM), Sanchez ancora peggio (col 48%) e Mkhitaryan già sostituito come Barella e Dimarco - per citare gli altri tiratori nerazzurri con una qualche storia pregressa dal dischetto - la scelta era pressoché obbligata. Di fatto, però, risultata un salto nel buio. Ma puntualizzo: il problema ha origini remote e andava risolto per tempo. Ché, con tutte le altre "giustificazioni" di campo per la sconfitta, il passaggio ai quarti sarebbe potuto arrivare anche "solo" ai rigori. Come peraltro documenterebbe, indirettamente, quanto riportato dallo spagnolo 'Marca' circa lo studio accurato che lo staff dei portieri biancorossi - con principale destinatario Oblak, sangue sloveno, dunque "pararigori" come l'ex Handanovic... - aveva fatto sui precedenti dagli 11 metri di tutti i potenziali rigoristi nerazzurri. Ecco la discriminante rivelatasi, alla fine, decisiva: la scarsa attitudine dal dischetto della maggior parte dei tiratori nerazzurri. O, in subordine, la differente "efficacia" di Sommer rispetto al collega colchonero...

Orlando Pan


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