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Continua la disparità: se Flamini si chiamasse Muntari...

di Fabrizio Romano

Niente sorpasso, il Milan bloccato dal Napoli resta a -1 dall'Inter e, almeno fino a mercoledì, deve rinunciare ai sogni di gloria. Nell'ambito della sfida contro i partenopei, per i rossoneri è balzato in cattedra Mathieu Flamini, centrocampista francese di grande temperamento, forse troppo. Nel giro di dieci minuti, tra il 1' e il 10' del secondo tempo, l'ex Arsenal ha seminato il panico tra i giocatori del Napoli. Per cosa, direte voi? Dribbling, conclusioni insidiose? No, semplicemente entrate da fabbro. Prima Quagliarella, poi Maggio sono stati vittime delle sue entrate pericolosissime: e l'arbitro Bergonzi non ha estratto il cartellino giallo? Assolutamente no. Ci sono voluti altri dieci minuti, quando Flamini ha deciso di puntare anche l'autore del gol partenopeo Hugo Campagnaro, per ottenere il celebre yellow card. "Finalmente!", ho esclamato. Anche il Milan ogni tanto si ritrova qualche giocatore ammonito, peccato che Flamini dovesse essere espulso.

Un paragone? Molto semplice: fate conto che al posto del francese ci fosse stato Muntari a distribuire randellate di quella posta in mezzo al campo. L'espulsione sarebbe stato il minimo, visto che ha la reputazione di giocatore 'cattivo'. Con questo, non intendo difendere Sulley dal disastro di Catania: lì il doppio giallo che è diventato rosso era giustissimo, ma in moltissime altre occasioni il ghanese, in questi due anni all'Inter, ha rimediato espulsioni che valgono solo ed unicamente per lui e per pochi altri sfortunati, che prendono parte al clan dei 'cattivi'. C'è disparità, è innegabile: bisogna chiarire anche questo aspetto, caro Collina, perchè così non si può andare avanti...


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