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Davvero Simone Inzaghi è un Forrest Gump che non ce l’ha fatta?

di Redazione FcInterNews.it

Se da Istanbul fosse uscito un risultato più "gratificante" per i nerazzurri, in molti sarebbero stati pronti a ribattezzare Simone Inzaghi come il novello Forrest Gump o, più semplicemente, "Sim ONE". Ed è quindi un vero peccato - tranne che per i residui e generici detrattori nonché per gli haters specializzati - che il tecnico piacentino sia arrivato a tanto così da una celebrazione mediatica nient'affatto temeraria se accostata ad un personaggio di una pellicola di successo. Magari Simone Inzaghi, cinefilo, non lo è mai stato o, all'incontrario, lo è da sempre. Di sicuro, nella prima ipotesi - specie da quando Paramount+ è diventata sponsor di maglia per le ultime 2 gare della stagione nerazzurra (per poi "traslocare", ad agosto, sul retro della stessa) - più di un elemento induce a pensare che Simone, da bravo aziendalista, abbia iniziato subito a dedicarsi volentieri anche a questa nuova passione, pur continuando a curare al meglio le cose di casa nerazzurra.

Dunque, ora che (quasi) tutto si è compiuto - anche e soprattutto sulla scorta di come Inzaghi era stato trattato per mesi dai media ("passi, invece", per quanto riservatogli da tifosi ed appassionati nerazzurri di ogni risma e grado...), mi piace pensare che il tecnico piacentino non possa trovare uno sfogo più consono di quello di cui provo, arditamente, ad appropriarmi. Giusto in barba all'esito avverso della finale di Istanbul. Ossia - per rappresentare al meglio l'evoluzione della sua stagione nerazzurra e come peraltro "vagamente promesso" in tempi non sospetti - abbandonarsi ad una sana, intelligente e persino autoironica tentazione: quella di rivisitare certe frasi diventate celebri grazie alla pellicola Forrest Gump con protagonista un altrettanto impareggiabile Tom Hanks. Col sottoscritto che si cimenta dunque a dettagliarle:

SIG.RA GUMP: Non permettere mai a nessuno di dirti che è migliore di te, Forrest. Se Dio avesse deciso che fossimo tutti uguali, avrebbe dato a tutti un apparecchio alle gambe...

BENEAMATA (per interposto - e forse autocritico - Steven Zhang): Non permetta mai a nessuno di dirle che è migliore di lei, Simone. Se Dio avesse deciso che fossimo tutti uguali, avrebbe dato a chiunque una tessera del Partito Comunista Cinese...

GUMP: Mamma diceva sempre: la vita è uguale a una scatola di cioccolatini, non sai mai quello che ti capita!

INZAGHI: Trapattoni diceva sempre: una esperienza professionale all'Inter è uguale ad una centrifuga, non sai mai il programma di lavaggio che ti capita!

GUMP: Ora, ci avevano detto che il Vietnam era molto diverso dagli Stati Uniti d’America. Tranne che per i barattoli di birra e la grigliata, era vero.

INZAGHI: Ora, mi avevano detto che la panchina dell'Inter NON era molto diversa da quella delle altre grandi d’Italia. Tranne che per le periodiche boiate di Sacchi e l'asado di Appiano Gentile, era FALSO.

GUMP: Mamma diceva sempre che i miracoli accadono tutti i giorni.

INZAGHI: Marotta (e la Curva Nord, in coro...) dicevano sempre che gli attributi bisogna tirarli fuori in tutte le giornate di campionato...

SERGENTE ISTRUTTORE: Gump! Qual è il tuo solo scopo in questo esercito? L’hai imparato?

GUMP: Fare tutto quello che mi dice, sergente istruttore!

SERGENTE ISTRUTTORE: Maledizione, Gump! Sei un maledetto genio, è la risposta più azzeccata che ho sentito, devi avere un maledetto quoziente intellettivo di 160, sei maledettamente dotato, militare Gump!

ZHANG (Presidente finanziatore): Inzaghi! Qual è il suo solo scopo in questa società? L’ha imparato?

INZAGHI: Fare tutto quello che mi dice, Presidente!

ZHANG (Presidente finanziatore): Maledizione, Inzaghi! Lei è un maledetto genio, è la risposta più aziendalista che ho sentito, deve avere un maledetto quoziente intellettivo di 160, Lei è maledettamente dotato, Mister Inzaghi! (nda: d'altronde, come sottolineava la stessa FcInterNews lo scorso 6 aprile, "(...) il presidente, dal canto suo, apprezza il tecnico e la sua capacità di capire le dinamiche societarie che hanno comportato dolorose rinunce (...)".

GUMP: Un giorno cominciò a piovere e non la smise più per quattro mesi. Siamo stati sotto le piogge di tutti i tipi: da quella fina fina che ti punge, a quella grossa grossa che ti ammacca; la pioggia che scorreva giù di lato e a volte la pioggia che veniva anche dritta dritta da sotto! Accidenti, pioveva anche di notte!

INZAGHI: Un giorno cominciarono a piovere critiche e non la smisero più per quattro mesi. Siamo stati sotto le critiche di tutti i tipi: da quella ingenerosa che ti punge, a quella prevenuta che ti ammacca; la critica legittima che scorreva giù di lato e a volte la critica costruttiva che veniva anche da sotto! Accidenti, criticavano anche di notte!

GUMP: Qualche anno più tardi, quel bel giovanotto che chiamavano il Re, beh doveva aver cantato troppe canzoni e gli venne un infarto o cose così. Deve essere difficile fare il Re (Forrest riferendosi ad Elvis Presley).

INZAGHI: Con qualche anno di ritardo, quel sedicente scavezzacollo svedese che si faceva chiamare DIO, beh, doveva aver giocato troppo pochi spezzoni di partita e prima che gli venisse una sincope o cose così, la sua società gli organizzò una festa di commiato a sorpresa (sic!) per porre fine alla sua agonia di ultraquarantenne... Deve essere difficile fare DIO (Simone riferendosi a Zlatan Ibrahimovic).

GUMP: Stupido è chi lo stupido fa!

INZAGHI: Non vincente è chi il non vincente fa!

GUMP: Quel giorno, non so proprio perché, decisi di andare a correre un po', perciò corsi fino alla fine della strada, e una volta lì pensai di correre fino la fine della città, e una volta lì pensai di correre attraverso la contea di Greenbow. Poi mi dissi: visto che sono arrivato fino a qui tanto vale correre attraverso il bellissimo stato dell'Alabama. E così feci.

INZAGHI: Quel giorno (del sorteggio dei gironi di CL), non so proprio perché, decisi che valeva la pena provare a competere un po'; perciò me la giocai (col Barcellona) fino alla fine dei gironi eliminatori e una volta superati, pensai di dare l'anima coi ragazzi fino alla fine degli ottavi; e una volta guadagnati quarti e semifinali, ero tentato di sbeffeggiare il Conte del Salento (ma lasciai perdere...). Poi mi dissi: visto che sono arrivato fino alla finale di Istanbul, tanto vale correre attraverso il bellissimo prato dello stadio Atatürk. Giusto per raccogliere il plauso del pubblico nerazzurro, comunque orgoglioso del percorso intrapreso. E così ho fatto.

GUMP: Lo so che non mi crede se glielo dico, ma io corro come il vento che soffia! E da quel giorno, se andavo da qualche parte, io ci andavo correndo.

INZAGHI: Lo so che non mi crede se glielo dico, ma dove vado io, si dimezzano le perdite, aumentano i ricavi e arrivano i trofei (tranne uno...). E da quel giorno, se mai dovessi andare in qualche altra società, io ci andrei per continuare a vincere.

L'unica frase celebre di Forrest Gump che Simone Inzaghi, immagino, vorrebbe forse preservare identica alla sua versione originale non può che essere la seguente: "PENSO CHE A VOLTE NON CI SONO ABBASTANZA SASSI...". E se Forrest Gump si riferiva alla sua amata Jenny che stava lanciando dei sassi contro la casa del padre che le aveva usato violenza da piccola, il sottinteso di Simone Inzaghi potrebbe essere solo questo: quei sassi (che, magari per altri al posto suo, non sarebbero stati comunque sufficienti) gli rimarranno, invece, in tasca non tanto per quieto vivere, bensì perché lui - a differenza di qualcuno - non confonde educazione e intelligenza con altro. Tutto il non detto (la "promessa" di parlare a fine stagione, il temuto sfogo di rabbia finale, la sofferenza finora mai palesata), lo doveva a sé stesso ed ai suoi familiari: forgiato come un esempio davvero raro di signorilità! E pazienza se l'obiettivo più agognato è sfumato sul più bello per tanto così... Tutto sommato, non credo affatto che Simone Inzaghi - per tutto quello che è riuscito a portare comunque a compimento - possa apparire come un Forrest Gump che non ce l'ha fatta. D'altronde la sua "favola" nerazzurra è destinata a continuare ancora e per un lieto fine della stessa non sarà mai troppo tardi...

Orlando Pan


Inzaghi lascia la sede dopo l'incontro con la dirigenza
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