Della rabbia, della speranza, della paura
Alt. Mettiamo subito le cose in chiaro: era calcio di rigore per il Barcellona.
Dopodiché, bella Inter, come non si vedeva da tempo. Molto meno impaurita di quella vista con i tedesconi alla prima nel girone. Compatta, affamata, determinata e consapevole dei propri mezzi.
Ecco perché per prima cosa sale la rabbia. se questi giovanotti possono (com)battere con il Barcellona, allora possono farlo più o meno con tutti. Il perché non l’abbiano fatto con Udinese, Lazio, Roma e via dicendo non lo sapremo mai. Due o tre punti in più oggi non sarebbero stati uno scandalo ed avrebbero attenuato in minima parte quella rincorsa affannosa alla quale ci siamo condannati sin da settembre appresso a squadre che corrono forte e ad altre che riprenderemo certamente.
O, meglio, questa sarebbe la speranza. La speranza di riprendere a correre dignitosamente perlomeno in Italia infilando qualche vittoria di fila che consentirebbe non foss’altro che di sperare. perché – vedete - la vittoria europea, per quanto entusiasmante, rischia seriamente di atteggiarsi a cattedrale nel deserto. È questa la ragione per la quale Sassuolo diventa decisiva e Barcellona (pochi giorni dopo) un po’ meno.
Non fraintendetemi. È che, dopo la speranza, resta un po’ di paura. La paura di perdere a casa di Xavi - il cui fegato rischia travasi di bile ogni volta che vede l’Inter - coincide di fatto con la paura di uscire dal girone, ponendo nel nulla la vittoria di ieri così come l’entusiasmo accumulato nel frattempo.
Rabbia, speranza e paura. Non necessariamente in quest’ordine, ma in ogni caso più o meno sempre presenti della mente e nel corpo di chi abbia la ventura di tifare l’Inter, ieri sera, come sabato, come santa volta.
Come una specie di ritornello, come “il buono, il brutto e il cattivo” o se preferite “bianco, rosso e verdone”, rabbiasperanzapaura sono una specie di dolce condanna alla quale non ci si abitua mai ma della quale non possiamo fare a meno. Sono forse gli ingredienti per le notti come quella di ieri. O forse no.
Certo è che da stamane siamo un po’ più contenti, meno abbattuti, più sognatori. Scommetto che pensiamo tutti alla remuntada in campionato e al punticino a Barcellona. Sogniamo il rientro di Lukaku ed il risveglio di De Vrij. Il gol decisivo di Lautaro e il rinnovo di Dumfries.
In effetti, basterebbe poco. Basterebbe la scintilla. Prima di tutto nella loro testa. I nostri cuori da ieri invece, ne sono pieni.
Basterà?
Giancarlo De Cata