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E se dopo il Papa Emerito ed il Napolitano-bis ci toccasse pure il Lukaku-ter?

di Redazione FcInterNews.it

È proprio il caso di dirlo: non c'è più religione! Da qualche anno a questa parte se ne stanno vedendo di ogni. Limitandone la breve narrazione al perimetro peninsulare, ivi comprese le 2 "enclave" - quella religiosa della Città del Vaticano e quell'altra repubblicana di San Marino - tutto o quasi è iniziato 10 anni fa. "Giusto" con i tempi supplementari che l'ex presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, aveva deciso di disputare al termine del suo settennato in punta di Costituzione... Un extratime durato, però, 20 mesi: altro che solo 30 minuti! E pare addirittura senza nemmeno concedersi la pausa per il cooling break... Fintamente restio, all'epoca, ad assecondare una pletora di parlamentari imploranti la sua "conferma" quirinalizia e pur reduci - per interposti franchi tiratori - dall'impallimento di candidati "sinistri" come Marini (mica Gianpiero...) e soprattutto di Prodi, nonché dal mancato raggiungimento del quorum per l'elezione di Stefano Rodotà, candidato allora "trasversale", scomparso nel frattempo. Solo un paio di mesi prima erano, però, giunte - come il classico fulmine a ciel sereno - anche le dimissioni (o l'abdicazione, a seconda dei punti di vista dei vari vaticanisti) di Papa Benedetto XVI che, dopo l'elezione di Papa Francesco, sarebbe diventato il primo Pontefice Emerito della storia.

Avendole quindi viste quasi tutte a livello istituzionale e politico, ci si potrebbe aspettare l'ingresso in scena, da un momento all'altro, anche della componente pallonara. Proprio nel paese in cui il calcio è professato alla stregua di una religione. Ci sarebbe quindi da sorprendersi se - solo dopo un lungo percorso di espiazione attraverso ripetuti viaggi a Canossa, il cospargimento sul capo di abbondanti dosi di cenere (da effettuarsi prima e dopo i pasti), la (ri)catechizzazione interista - a giorni alterni con Cuadrado - a cura specifica dei capi della Curva Nord Milano (anche in presenza dello SLO nerazzurro Massimiliano Silva, il Supporter Liaison Officer), la confessione dei suoi immondi peccati presso il sacerdote di "fede" nerazzurra Don Antonio Mazzi e, non ultima, l'abiura sulla madre Adolphine messa per iscritto - Romelu si trovasse nelle condizioni di assumere i panni del figliol RI-prodigo per il suo Lukaku-ter in nerazzurro? Prima di tutto, col caso Zazzaroni-Corsport ancora a spandere effetti urticanti, sarà sempre meglio diffidare delle diffidenze - perdonate il gioco di parole - tipo quelle che avrà suscitato sabato scorso l'apertura della Gazzetta su un Lukaku "IN GINOCCHIO DA TE". Nel senso che Romelu avrebbe lanciato non meglio precisati segnali per (provare ad) essere perdonato dalla società nerazzurra. In fin dei conti, tentando di essere il più possibile lucidi e distaccati, che cosa avrà fatto più specie presso la numerosa e composita utenza interista? L'aver assistito basiti all'ingaggio - anche se solo per 1 anno e a nemmeno 24 ore di distanza dal tradimento di Lukaku - del più spudorato e recidivo degli impostori sul rettangolo di gioco, tal Cuadrado, oppure l'aver constatato la inaspettatamente già folta schiera di ex nerazzurri inclini al perdono del belga? Alzi la mano chi avrebbe mai immaginato che interisti DOC come Berti, Boninsegna, Bertolino (a modo suo...) ed altri si sarebbero dichiarati favorevoli a perdonare Lukaku per riaccoglierlo in nerazzurro. Ed anche stamane, tutte e 3 le testate sportive paiono inaspettatamente - chi più chi meno - possibiliste circa un eventuale riavvicinamento di Romelu ai nerazzurri. A partire da Tuttosport che su Lukaku argomenta così: "(...) sa che c’è il tempo perfino per ricucire con l’Inter (le chiusure definitive nel calcio sono una favola), soprattutto nel caso in cui i nerazzurri non riescano a trovare alternative adeguate in attacco". Per passare al più guardingo Corsport che precisa come "Per il partner di Lautaro, invece, i giochi sono completamente aperti a questo punto" (magari, alla fine, Lukaku potrebbe diventare il citato Mister X, nda). Per finire con la Gazzetta che arriva financo a paventare per il belga questa opzione professionale: "Se invece, a 30 anni, cercherà il club ideale per gli ultimi anni della carriera, Romelu farà un disperato tentativo per convincere l’Inter. Poi, se i nerazzurri dovessero tenere ben chiusa la porta, dovrà individuare un’altra destinazione". AMEN!

In fin dei conti, di bocconi indigesti, se ne sono deglutiti parecchi in casa nerazzurra ed a vario titolo. Per dire, si ritiene e si legge sempre che i presidenti, gli allenatori ed i giocatori passino ed è solo la maglia che resta. Ebbene, abbiamo già perso il conto di quante (troppe) volte - per assecondare le fisime modaiole dei cosiddetti designer - abbiamo dovuto sopportare il vilipendio della gloriosa maglia a righe verticali nere ed azzurre? Per citarne l'evoluzione solo nell'ultimo decennio - glissando quindi sui colori statutari, talvolta quasi indistinguibili - si sono tollerate prima le righe asimmetriche, poi quelle diagonali nell'inserto centrale del main sponsor, poi ancora quelle orrende "zigzagature" a ricordare la fine delle trasmissioni nel vecchio cinescopio TV ed ora l'ultima versione: "sfumate e confuse". Così sono declamate le righe secondo il nuovo concept del club. E chissà cos'altro dovranno aspettarsi in futuro appassionati e tifosi per ottemperare alla supposta (in tutti i sensi...) modernità. Tornando comunque al molto ipotetico terzo INTERREGNO in nerazzurro di Lukaku - non si potrebbe che configurarlo come tale, vista anche la già archiviata dipartita tecnica del collante salentino... - si dovrebbe trovare un accordo per un nuovo contratto di solo prestito annuale come paventato dal suddetto Bertolino. Col Chelsea obbligato pure a "ringraziare" i nerazzurri per aver tolto loro almeno la rogna dell'ingaggio pesante di un giocatore resosi forse, nel frattempo, invendibile. Con tanto di clausola-capestro da imporre al belga, nella massima espressione dell'opportunismo e del cinismo nerazzurri: adoperarsi univocamente - in barba anche alle chiamate in Nazionale - per la conquista della 2a stella e per un percorso europeo in linea col blasone societario e col più aggiornato ranking UEFA. Dopodiché, a luglio 2024, ognuno di nuovo per la propria strada. Non si vorrà mica pensare che Romelu, pur a 31 anni suonati, potrà azzardarsi a schifare ancora un qualunque danaroso ingaggio saudita?

Orlando Pan


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