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E se Eto'o si becca un raffreddore?

di Fabio Costantino

Preferisco sorvolare sulla decisione di Orsato e del suo fidato assistente di non segnalare il fallo di Cassano su Chivu nell’azione che ha portato al sorprendente vantaggio della Sampdoria. Ormai noi interisti abbiamo fatto l’abitudine a certe decisioni, purtroppo a volte sarebbe meglio simulare un intervento irregolare piuttosto che cercare di rimanere in piedi come ha fatto il rumeno. Krasic insegna che la strategia può essere redditizia. Chiusa parentesi, al di là dell’1-1 che è più frutto di sfortuna e tradizione negativa contro la Sampdoria nelle ultime stagioni, l’Inter ha giocato una buona partita. La squadra ha spinto a lungo, ha tirato molte volte nello specchio, ha cercato il fraseggio anche negli spazi più angusti salvo poi non riuscire mai a mettere a rischio la verginità della porta di Curci. Insomma, anche contro i blucerchiati i ragazzi che Benitez ha spedito in campo hanno fatto bene, chi più chi meno.

Resta però l’ennesimo appunto da fare all’Inter di quest’anno (in campionato, perché la Champions ha ‘mascherato’ i problemi): la sterilità in zona gol. Dopo la nona giornata di campionato, le reti messe a segno sono appena 11, poco più di una a partita. A parte il roboante 4-0 al Bari, gli altri successi dei campioni d’Italia (appena 3) sono arrivati di misura e con una buona dose di sofferenza. Inoltre, degli 11 centri finora in attivo, 7 portano la firma di Eto’o (poi Lucio e due volte Milito), il che significa che se il camerunense, con l’arrivo dei primi freddi autunno/inverno 2010, rimediasse un raffreddore, per l’attacco di Benitez sarebbero guai. Parlare di dipendenza è però fuorviante. Dopotutto tra quelli schierati dallo spagnolo, Eto’o è l’unico attaccante che da sempre garantisce qualità e concretezza in zona offensiva. Strano, però, che alla fine sia lui a metterla dentro, visto che la squadra va al tiro con molti giocatori. Evidentemente a loro manca la lucidità, altrimenti non mi spiegherei questa continuità al negativo.

Non voglio però sottacere la pesante assenza di Milito nelle ultime partite. A prescindere dal suo stato di forma, comunque, l’argentino è sempre dalle parti della porta avversaria e può fare la differenza in qualsiasi momento. Non ho nulla contro la dipendenza da un bomber, non dimentichiamo che la scorsa stagione, con la Milito-dipendenza, abbiamo vinto tutto, e non sono l’unico a sottolinearlo. A me interessa però che la squadra continui a giocare bene e, soprattutto, porti punti a casa. Ieri non è successo, però le occasioni sono state create. Eppure, senza il guizzo di Eto’o, oggi parleremmo dell’interruzione della striscia positiva di 51 partite casalinghe dei nerazzurri. Una mazzata psicologica non da poco, insomma. È andata bene, non è sempre così scontato che un tipo di partite come queste si concluda con un risultato positivo, quindi personalmente incasso il minimo sindacale e guardo avanti. Prima o poi il bel gioco frutterà anche concretezza, e allora si che ci divertiremo. Intanto, evitiamo a Eto’o di uscire di casa in maglietta…

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