E se un senior advisor servisse anche ai nerazzurri?
Se si fosse nei panni dei residui competitor in campionato - anche e soprattutto in quelli delle variegate rappresentanze tifose - nonché dei ben più tonici rivali europei ancora iscritti agli ottavi di CL (fra i quali spiccano le latitanze biancorossonere), ci si farebbe solo una gran premura. Giusto quella di togliersi quanto prima dalla faccia quell'espressione vagamente inebetita di compiacimento che una precoce (e pure immeritata) eliminazione dei nerazzurri dalla Coppa Italia vi ha stampato sopra ieri sera (mercoledì). Accorgimento che, ad esempio, non hanno preso - e pure in tempi non sospetti... - gli osti della Continassa bianconera che avevano osato presentarsi con ambizioni di vittoria da "corto muso" proprio a Marassi. Ossia in casa di coloro solitamente allietati dalle strofe al pianoforte di Paolo Conte: "Con quella faccia un po' così, quell'espressione un po' così, che abbiamo noi prima di andare a Genova (...)". Lasciando dunque stoltamente inascoltati i saggi "moniti" di altri valenti piemontesi calati dalla campagna astigiana solo alla ricerca del sole ligure... La suddetta spassionata premura ha una genesi ben ponderata. Siccome è stato finora scritto in tutte le salse e fatto notare quasi a noia - per lo più da osservatori esterni - di quanta autostima e consapevolezza la sconfitta di Istanbul abbia corroborato specialmente il campionato dei nerazzurri, un nuovo (imprevisto) propellente stagionale potrebbe essere introitato proprio "grazie" al forzato ritiro dalla rincorsa alla coccarda nazionale. E, a giudicare dall'aggiornato stile comunicativo di Inzaghi - che non si fa più alcun scrupolo di tradurlo anche attraverso una prosa mai così esplicita ("siamo tutti INCAZZATI NERI") - ci si deve senz'altro beneaugurare che il numero di ottani sprigionabile d'ora in poi dalla benzina nerazzurra risulti arricchito ulteriormente.
A questo punto - tra il serio ed il faceto, se non per mera autoprovocazione - potrebbe pure profilarsi un altro tipo di suggerimento, il cui autore risulterebbe, però, ben più che ardito visto che accomunerebbe esigenze "condivise"... È successo infatti che certa cronaca di questi giorni abbia posto in risalto - in contesti professionali diversi - giusto la figura del SENIOR ADVISOR. A cominciare da Marco Travaglio che nel suo editoriale di ieri (mercoledì) argomentava come l'attuale Ministro della difesa Guido Crosetto - almeno fini a 2 anni fa - fosse "in apparenza" restio ad essere nominato tale, nonché di sicuro "presidente degli industriali della difesa e degli armamenti (Aiad) e SENIOR ADVISOR di Leonardo". Che, a scanso di equivoci, non è l'ex tesserato di Milan ed Inter, bensì trattasi di Leonardo-Finmeccanica, "leader in ambito Aerospace, Defence and Security" (cit.), un gruppo da quasi 50mila dipendenti. Per proseguire con Zlatan Ibrahimovic che sta invece per varcare per la 3a volta il soglio rossonero con l'incarico, appunto, di SENIOR ADVISOR, appena cucitogli addosso da Cardinale. Non serve dunque un genio per arguire che entrambe le investiture manifesterebbero richiami sinistri ad un evidente conflitto d'interessi. Quello di Crosetto, tra il suo attuale ruolo in quel ministero e le precedenti attività professionali. E l'altro di Ibra, tra le necessità aziendali rossonere ed il suo ego smisurato. Ossia, nell'analisi di Giancarlo Padovan: "Per esempio l’umiltà e lo spirito di servizio, due qualità che sono necessarie a chi vuol farsi ascoltare da un padrone esigente". Mentre lui "(...) Non è - almeno secondo me - uno che coltiva visioni collettive. E’ un individualista narciso che insegue traguardi, rivendicazioni o meriti personali".
Ma allora, per chiudere la "trilogia", un SENIOR ADVISOR in ambito nerazzurro che c'azzeccherebbe? L'avevo anticipato all'inizio, ironizzando di brutto, che si sarebbe trattato di un consiglio semiserio. Perché tutto servirebbe ora all'Inter tranne che l'ingaggio di un senior advisor per essere chiamato poi ad opinare su un conflitto d'interessi solo fantomatico: ossia se avallare il diktat della proprietà cinese (priorità all'obiettivo 2a stella) oppure condividere legittime aspirazioni di società, squadra e tifoseria di non precludersi alcun remunerativo e prestigioso percorso in Champions. Certo è che il mercato di gennaio dovrà dare per forza una mano per sopperire ad urgenze e contrattempi assortiti, ma le potenzialità sono pregresse ed ora sperabilmente corroborate da nuova benzina. Quindi, quale Zirkzee di qua e Ndoye di là. Per battere, almeno per il ritorno al Dall'Ara in campionato (sarà pur sempre una consolazione!) la nuova bestia nera felsinea dell'Inter - come se i loro compari emiliani del Sassuolo già non fossero bastati - non servirà chissà quale divinazione o pronuncia di senior advisor: basterà lasciare in panchina Lautaro Martinez solo per quella partita ... Non fosse altro che per quel rigore causato a San Siro in campionato - che contribuì a far rianimare il Bologna fino alla rimonta completa - e quello sbagliato ieri in Coppa (7° errore su 20 rigori calciati: più di 1 su 3). Se fa pe' scherzá, Lauti!
Quesito finale: stante un tabellone depauperato di nerazzurri e partenopei, se la finale di Coppa Italia NON dovesse essere solo un affare tra Milan e Juve si potrebbe già ora argomentare di obiettivo fallito per i biancorossoneri (ed il loro seguito di laudatores) o sarebbe vietato da qualche regolamento? Toccherà mica chiedere un pronunciamento alla Corte di Giustizia dell'Unione Europea? Altro che senior advisor!
Orlando Pan