Fidiamoci della giustizia
Innanzitutto, un grazie enorme al Bari, che ha onorato la trasferta di San Siro pur avendo ormai più di un piede in Serie B. Non è facile trovare le motivazioni in certe situazioni, eppure i pugliesi ne hanno avute più del Milan, troppo ‘tranquillo’ di vincere agevolmente contro il fanalino di coda. È il bello del calcio, non c’è nulla di scontato soprattutto in un campionato come questo che definire anomalo è eufemistico. Dopotutto, anche l’Inter è rimasta ‘vittima’ di un pareggio inatteso a Brescia, quindi alla fine dei conti tra le milanesi è pari e patta (e il Napoli gode). Distanza invariata in classifica, per fortuna, non tutte le uova si sono rotte cadendo al Rigamonti e la rincorsa continua, con un occhio ai partenopei che si sono avvicinati.
Chiaramente la Leomuntada sopravviverà solo in caso di successo nel derby, crocevia del campionato nerazzurro così come la trasferta di Monaco lo è per la Champions League. Un derby a cui non dovrebbe partecipare il giocatore più atteso, Zlatan Ibrahimovic, espulso ieri contro il Bari per un pugno al fianco di Marco Rossi, dopo un contrasto aereo nell’area pugliese. Un gesto violento, frutto di pura frustrazione per l’andamento del match (Milan sotto di un gol a San Siro) e per una prestazione, quella dello svedese, incolore e con diverse occasioni sprecate.
Da un certo punto di vista è comprensibile una reazione oltre il limite, noi interisti lo sappiamo bene (i casi Chivu ed Eto’o): quando in campo le cose vanno male a volte si perdono le staffe. Nulla di nuovo sotto il sole, succede anche ai grandi campioni. Per fortuna l’arbitro Brighi lo ha notato e ha evitato al Giudice Sportivo di dover avvalersi della prova televisiva per prendere una decisione. Decisione che inevitabilmente costerà a Ibrahimovic la presenza nel derby di inizio aprile, che si terrà tra due turni di campionato. Chiaramente, molto dipenderà dal referto del signor Brighi, che farà testo in sede di valutazione della squalifica. Se nel referto come pare scontato, ci sarà la dicitura ‘condotta violenta’, lo svedese riceverà in dono dalle 2 alle 3 giornate di stop, quanto basta a fargli saltare la trasferta di Palermo e la stracittadina.
Un vantaggio non da poco per l’Inter (e il Napoli, che insegue), considerando il peso specifico di Ibra nel gioco rossonero. L’esperienza però mi ha insegnato che non sempre le regole vengono rispettate, anche da chi avrebbe il compito di eseguirle. Pertanto, prima di fare i conti senza l’oste, aspetterei la sentenza del Giudice Sportivo, che seguendo il protocollo dovrà punire egregiamente lo svedese per il suo gesto non particolarmente eclatante, ma molto, molto scorretto. Da questo vetrina abbiamo censurato le gesta antisportive di Eto’o e Chivu rispettivamente a Verona e a Bari. Di conseguenza, abbiamo accolto le sentenze senza batter ciglio: 3 turni di squalifica al camerunese, 4 al romeno. Ecco, adesso ci aspettiamo lo stesso trattamento per Ibrahimovic, che almeno 3 turni di pausa di riflessione li meriterebbe, a mio modestissimo avviso. Spero vivamente che tutto fili liscio come da regolamento e la corsa scudetto non si arricchisca di una nuova coda velenosa, perché in un clima di tensione come questo non ce ne sarebbe affatto bisogno. Mi spiacerebbe dover tornare sull’argomento in questa sezione dopo aver preso atto della sentenza del giudice.
Una curiosità in conclusione: Ibrahimovic, come Chivu, ha rifilato il suo colpo scorretto a Marco Rossi, giovane centrale del Bari. Non credo che il suo odore sia così fastidioso da scatenare l’ira degli avversari, né che la sua faccia sia da schiaffi (o da pugni). Penso piuttosto che, oltre a un pizzico di sfortunata coincidenza per il difensore, lo stesso abbia imparato il mestiere, che comprende anche qualche piccola provocazione all’avversario di turno. Fa parte del lavoro, nulla da imputargli...