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Finalmente la "voglia di vincere". Ma finora dov'è stata?

di Fabio Costantino

Sa trasmetterti sensazioni interessanti, Andrea Stramaccioni. Quando lo senti parlare ti accorgi che non sta improvvisando nulla, che è meticoloso persino nelle risposte, pur cadendo talvolta nella banalità. Ma non è una banalità artefatta, è trasparente, naturale, sincera. Magari non ti suggerirà dei titoloni per i tuoi articoli, ma sai che quello che ti dice, anche in simpatico romanesco, è ciò che pensa. Il giovane allenatore dell’Inter ha carattere, non teme i riflettori, pesa saggiamente ogni sua uscita pubblica ma al contempo non ti lascia a bocca asciutta. Anche quando le domande sono un po’ ‘cattivelle’. Magari qualcuno gli ha spiegato come ci si comporta ai piani alti, gli ha suggerito cosa sia meglio dire e su cosa sia meglio soprassedere, ma i primi risultati sono incoraggianti: come faceva Ranieri, anche Stramaccioni parla bene del gruppo Inter, lo difende e ne esalta le qualità. Però oggi alla forza delle parole ha aggiunto quella di una vittoria incoraggiante, al cardiopalma, in perfetto stile Inter e in totale antitesi con quanto visto negli ultimi 2 mesi.

In conferenza post-partita l’ex tecnico della Primavera ha anche esaltato la voglia di vincere della sua squadra, che solo pochi giorni fa si scioglieva come un cubetto di ghiaccio al sole alla prima difficoltà. Un dato di fatto, non una semplice sensazione. Difficoltà l’Inter le ha incontrate anche domenica pomeriggio contro il Genoa, ma sorprendentemente non è crollata psicologicamente, ha retto bene e ha portato a casa la vittoria. Anche questa è una ventata di novità che non può non far piacere. Ma a questo punto, se è una questione di ‘volontà di vittoria’, la domanda sorge spontanea: fino alla domenica precedente, esattamente alla sconfitta contro la Juventus, dov’era questa voglia di vincere? Perché questo stesso gruppo, improvvisamente, con il cambio di guida tecnica ritrova anche le motivazioni?

Non nascondo che il Genoa, con la sua difesa disastrata, abbia agevolato il compito dei nerazzurri, ma è palese il restyling dell’atteggiamento in campo, decisamente più propositivo e solido mentalmente. Tatticamente la nuova mano si è vista, ma è a livello caratteriale che la squadra ha dato una sterzata al proprio destino. Beh, Stramaccioni dice di aver solo lavorato sul campo da martedì a sabato, non sulla testa. Quindi i giocatori sono stati autodidatti? Non potevano esserlo anche durante la gestione Ranieri? So bene che la sostituzione di un allenatore genera nuova linfa, fa scoccare la scintilla. È un dato di fatto. È successo anche con Ranieri, quando ha preso il posto di Gasperini e ha subito vinto a Bologna. Ora la storia si ripete, ma fino a quando durerà l'effetto?

Nessuna dietrologia, ci mancherebbe, ma dopo la prestazione contro il Genoa, carica di personalità, mi chiedo se qualcuno dei giocatori non abbia remato in un’altra direzione nell’ultimo periodo, danneggiando (magari involontariamente, chissà...) il lavoro di un serio professionista che, pur commettendo errori umani, ha sempre difeso i suoi giocatori anche nelle situazioni più deprimenti. Magari sono fuori strada e i calciatori hanno davvero tratto beneficio dalla ventata di novità, ci può stare. La storia del calcio (e dell’Inter, anche quella più recente) lo insegna, così come i libri di psicologia applicata al pallone. Ma, ragionando da tifoso e non da giornalista, sarà difficile cancellare dalla mia mente quel fastidioso tarlo...


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