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Galliani bacchetta l'altra squadra di Milano. Qualcosa non torna...

di Fabrizio Romano

Arbitri: è questa la parola chiave dalla quale derivano tutte le discussioni, infuocate, di questi giorni. Dopo l'arbitraggio di Paolo Tagliavento in Inter-Sampdoria, che ha scatenato la furia non solo dei tifosi interisti che si sono esibiti in una coreografica panolada, ma anche di una dirigenza e di un allenatore infuriati ma in silenzio stampa per non esplodere definitivamente, quasi ogni dirigente delle singole squadre sta intervenendo per dire la sua. C'è chi ha elogiato Tagliavento, chi ha compreso la rabbia nerazzurra (pochi), ma tra i tanti è passato forse sotto silenzio l'intervento del dottor Adriano Galliani, amministratore delegato e vice presidente del Milan. Nel suo piccolo, Galliani ha parlato di Mourinho, invitando a "smetterla di istigare alla violenza", e dell'Inter, ponendosi fermamente contro il silenzio stampa indetto dalla società nerazzurra per evitare altre tensioni, un silenzio stampa che Galliani ha condannato, in quanto "in America, così come in Champions League, è una cosa vietata: gli introiti delle società arrivano dalle televisioni e le informazioni ai tifosi arrivano dalla carta stampata", dunque "blindare l'informazione è sbagliato". Un commento personale, quello del dirigente milanista, nessun reato, però un'ennesima dimostrazione di quanto Galliani dica una cosa e poi ne faccia un'altra. A cosa mi riferisco? Molto semplice.

Ritorniamo al 24 gennaio, l'Inter vince il derby per 2-0 nonostante l'espulsione di Sneijder per un applauso ironico al 22' abbastanza discutibile e rischia di subire il 2-1 nel recupero dopo un rigore inventato a favore dei rossoneri con conseguente espulsione di Lucio, rigore poi parato da Julio Cesar. L'Inter festeggia ma allo stesso tempo contesta l'arbitraggio del signor Rocchi di Firenze, sempre gli arbitri dunque in prima linea; Mourinho, come sempre da quando vive, dice la sua pubblicamente e viene multato, ma questo è ormai un fatto quotidiano. La società nerazzurra non ci sta, grida al complotto ed anche l'a.d. Paolillo subisce una multa pesante. Quattro giorni dopo, il 28 gennaio, Adriano Galliani viene chiamato in causa sulle ribellioni dell'Inter, e sugli eventuali rapporti incrinati dopo la rabbia nerazzurra, ma cosa dichiara? "Non ho intenzione di parlare più da questo momento in poi delle vicende dell'altra squadra di Milano", con il solito sorriso sulle labbra. Già, lo stesso sorriso che portava il 31 marzo del 2009, quando dichiarò che "Leonardo non diventerà l'allenatore del Milan, lo dico in maniera ultraufficiale: resterà un dirigente".

Oggi, se non erro, Leonardo allena il Milan con buoni risultati (fatta eccezione per i derby, parziale tennistico di 6-0, ma questo è un altro discorso). Ed allo stesso tempo, ieri Galliani è intervenuto sulle vicende appartenenti all'Inter nonostante nemmeno un mese fa prometteva di non parlare più dell'altra squadra di Milano. E dunque, proprio lui si permette di stigmatizzare il comportamento della società nerazzurra che non dà informazioni per due giorni alla carta stampata quando è il primo a dire proprio alla carta stampata, e dunque ai tifosi, che Leonardo non sarà l'allenatore del Milan ed invece lo diventerà poco dopo, o che non parlerà dell'Inter e invece lo farà nemmeno ad un mese di distanza? Forse è meglio star zitti due giorni ma non fare brutte figure, non raccontare frottole alla gente. Perchè, il dottor Galliani lo sa bene, il tifoso crede al dirigente fermamente, sogna. E raccontare bugie che fanno invidia al miglior Pinocchio non è proprio un bel comportamento. Prima di fare dichiarazioni, e di frenare poi il giorno dopo, invito il dottor Galliani a rifletterci un po' sù, perchè di questo passo potrà dire ciò che vuole, ma non gli crederà più nessuno...


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