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Giù le mani da Sulley Muntari

di Giuseppe Granieri

Forse è vero che la partita contro il Barcellona non rimarrà negli annali e sarà ricordata dai più come una gara sofferta, dove l’Inter ha rischiato di prendere gol dopo pochi minuti, dove si è badato più a contenere con l’obiettivo di portare a casa un punto. Tutto giusto, per carità. Ma è eccessivo che il secondo colpevole – il primo è Mourinho – della sfida con ragazzi terribili di Guardiola sia identificato con Muntari.

Sia detto chiaro e tondo: giù le mani da Sulley Muntari. Il ghanese lo scorso anno fu preso per sopperire alla mancanza di centrocampisti “propositivi”, capaci cioè che farsi vedere nella metà campo avversaria con inserimenti, tagli, passaggi smarcanti e assist vincenti e, perché no?, gol decisivi.

Tutto questo Sulley Muntari, lo scorso anno lo ha fatto: dalla prima di campionato sino a Marzo. Poi, complice un infortunio e data l’impossibilità di cantare e portare la croce per tutto la stagione, l’ex udinese si è eclissato. E giù le prime critiche. Inspiegabili e ingiustificabili, perché rivolte a uno dei pochi che non ha avuto responsabilità del calo fisico sul finire della stagione scorsa.

Quest’anno, invece, non si è aspettato neanche ottobre. Si è andati già pesante, basta dare un’occhiata i giudizi e alla pagelle e ai forum online. L’unico responsabile, tra i giocatori, dell’infelice prova contro il Barcellona sembra essere stato lui, Muntari. Che ha l’unica colpa, questa sì, di aver rispettato le consegne che il mister gli aveva dato. E cioè di coprire, di fermare le avanzate di Dani Alves e di dare una mano a Chivu nel controllare quel Messi che oggi è riconosciuto essere il giocatore più forte al mondo.

Quindi, inspiegabili e ingiustificate appaiono le critiche a Muntari, accusato di broccagine, bollato come inadeguato. Poi, è vero, c’è da fare i conti con il Ramadan: ma sono scelte – di fede – del tutto personali. Che non vanno poste al vaglio della critica giornalistica. O, al massimo, trattato con la giusta delicatezza. Che non c’è sembrato proprio esserci…
 


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