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Gli arbitri scarsi e la sudditanza psicologica antinerazzurra

di Simone Togna

Mettiamo subito le carte in tavola: l’Inter di cui mi sono innamorato negli ultimi anni non c’è più. O meglio, in questo inizio frustante di stagione la si è vista solo a sprazzi.

Sarà perché la carta d’identità conta, emblematico il caso di Milito, che nell’anno del Triplete segnava zoppo e bendato, e ora sbaglia reti incredibili, come quella contro l’Atalanta da 5 centimetri a porta vuota; sarà perché magari qualche partita non la si è giocata con la giusta mentalità, vedi la sconfitta di Novara, sarà perché gli allenatori non sempre azzeccano la formazione e cambi, vedi la scelta “paradossale” di Gasperini in Inter-Roma, quando il tecnico piemontese decise di togliere Forlan per mettere Muntari, sarà…perché sarà, ma adesso basta.

L’Inter ha certamente le sue colpe se adesso è alla destra della classifica, ma io sfido qualunque squadra ad entrare in campo in quasi tutte le partite e sapere che prima o poi avrai ingiustamente fischiato un rigore contro. Perché la mente umana fa di questi scherzi, e perché i fatti attuali lo dimostrano.

Per tutti, i nerazzurri sono passati da “squadra più antipatica d’Italia” a quel famoso “piangina”, il termine tanto caro ai detrattori dei campioni del mondo di tanti anni fa.

Ma qui viene il bello: perché quei “piangina”, quelli che si lamentavano negli anni scorsi degli errori arbitrali, secondo una sentenza del tribuna sportivo, sì, la famosa sentenza di Calciopoli, avevano ragione. C’era qualcuno che giocava sporco, e qualcuno, anzi non qualcuno, diciamolo pure, l’Inter, che spendeva soldi su soldi e non vedeva ripagati i propri risultati per, diciamo così, interferenze esterne.

Siccome dalla storia si impara sempre, non è difficile trovare delle similitudini fra quegli episodi e quelli accaduti quest’anno, con la differenza che allora c’erano certamente delle irregolarità volute, mentre adesso, dato che non voglio credere, e nemmeno pensare a delle irregolarità premeditate, c’è da sottolineare sicuramente quanto siano scarse le giacchette nere italiane, perché errori come quelli di Rocchi in Inter-Napoli col rigore inventato per il team di Mazzarri o di Brighi in Palermo-Inter quando non fischiò il penalty per il Biscione per la parata di Migliaccio, sono abbagli davvero eclatanti. E se uno non è in malafede significa semplicemente che è scarso, e che deve cambiare mestiere.

Ed è questo il nocciolo del problema. Io sono inviato alle partite del Real Madrid, quindi sono presente a tutte le conferenze stampa di Mourinho in quel di Valdebebas, e quando sono a Milano invece seguo l’Inter. Se io scrivessi che lo Special One o l’allenatore Testaccino invece di allenare al massimo i propri giocatori andassero “a donne”, perché li scambio con dei loro sosia, bhe, il mio datore di lavoro, giustamente mi licenzierebbe. Perché con un mio errore avrei defraudato di credibilità non solo l’azienda per cui lavoro, ma anche i soggetti trattati nel mio servizio/articolo.

E lo stesso discorso vale per ogni lavoro. Se un medico in un’operazione scambia il cuore con il fegato non opererà più, se un idraulico allaga la casa di una persona per inefficienza dovrà cambiare lavoro e così via.

Ma per la categoria arbitrale questo non vale. Uno può combinare un sacco di cazzate, perché di questo si tratta, e passarla liscia. Prende lo stipendio, salta due partite se gli va bene, e poi bello bello torna a dirigere in Serie A con uno stipendio che in tempo di crisi dovrebbe far riflettere.

5 rigori contro in 8 partite. La squadra più tartassata in A è l’Inter. Se i penalty ci fossero stati nulla da dire, ma è lampante che non era così. E’ paradossale ma si è arrivati ad una sudditanza psicologica “antinerazzurra”. Badare bene non sarebbe bello vincere con errori a proprio favore, ma da quello che vedo ha ragione Castellazzi quando dice che nel dubbio gli arbitri fischiano contro l’Inter, perché poi episodi simili sono giudicati fallosi per i nerazzurri, e corretti per gli avversarsi.

Se penso che la prossima partita sarà Inter-Juve rabbrividisco, perché spero che si giochi solo a calcio e che non siano le decisioni arbitrali a farla da padrone e a decidere il match.

Ma di certo, con queste premesse, non si può essere ottimisti.


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