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Gli olè a Stamford, un sogno. E non dicono più che Mou è solo un comunicatore?

di Fabrizio Romano

Che notte, signori, che notte. I sogni, a volte, si avverano: per tutti noi interisti questo 16 marzo è un giorno che rimarrà impresso, speriamo, come quello del cambio di marcia in Europa. A dir la verità, prima della partita la mia mente ha fantasticato nel passato ed ha ripescato serate che ci aspettavamo grandiose e che poi furono quasi imbarazzanti: Valencia, Villareal, Manchester, ma soprattutto Liverpool dove davvero non siamo stati capaci, in due partite, di creare più di una palla gol nitida. Per un attimo ho avuto il terrore che questo potesse accadere di nuovo, erano le 20.44, ma quando ho visto i ragazzi entrare in campo mi sono tranquillizzato: dagli occhi dei giocatori capisci come andrà la partita. Il Chelsea ci ha sottovalutati, i loro tifosi sono andati allo stadio convinti di bersi l'Inter come fosse una delle tante birre scolate in serata e invece si sono trovati di fronte una squadra palesemente più forte. "Tanto il gol prima o poi glielo facciamo", avranno pensato i tanti presenti supportersi dei Blues, convinti che si sarebbero trovati di fronte un'Inter impaurita e sovrastata dallo strapotere del Chelsea: forse non erano i soli, probabilmente anche diversi gufi rossoneri lo pensavano col ghigno dipinto in volto

Invece, così non è stato. E' stato un semplice dominio nerazzurri, in campo e sugli spalti, per 85 minuti. Escludo solo gli ultimi 5' del primo tempo, dove effettivamente si è sofferto un pò sugli unici segnali di voler spingere da parte dei ragazzi di Ancelotti. La nostra gente, con il passare dei minuti, ha letteralmente sovrastato i nettamente superiori in quantità numeriche tifosi londinesi: cori costanti, ininterrotti, che quasi venivano spontanei per come l'Inter ha affrontato la gara. Grinta, concentrazione, voglia di vincere, rabbia, c'era un pò di tutto. C'era, però, soprattutto il cuore ed il sacrificio di un gruppo fantastico, che giocando un calcio concreto e a tratti anche molto bello ha messo a soqquadro i piani ancelottiani, e ha fatto diventare questa notte che doveva essere quella degli ennesimi sfottò all'Inter da parte di milanisti e compagnia, nell'incubo più grande. Adesso, però, bisogna pensare ad andare avanti così: non s'è vinto niente, ci si è semplicemente sbloccati, speriamo una volta per tutte. La squadra ha trovato il suo faro, Wesley Sneijder, i suoi bomber, Milito e Eto'o, il suo uomo a sorpresa, Goran Pandev, la sua difesa-muro, con Lucio e Samuel, più tutti i vari Zanetti, Cambiasso, Julio Cesar, Maicon che ormai citare è superfluo. Festeggiamo, certo, perchè vedere il torello negli ultimi 10 minuti a Stamford Bridge e sentire gli ooolè dei nostri tifosi sugli spalti è un'emozione che in pochi possono provare, nessuno batteva il Chelsea in Champions dal 22 febbraio 2006, e fu un attimino il Barcellona proprio di Eto'o; però, attenti a non cadere nella troppa goduria: concentrazione massima, imporrà Josè Mourinho.

Già, proprio lui, il vero re di questa notte: ha sbancato il fortino del Chelsea che pareva inespugnabile, come il più spietato dei killer non ha avuto pietà del suo passato, anzi lo ha attaccato, presentandosi all'appuntamento più importante dell'anno con tre punte e un trequartista puro: pazzesco. Una mossa tattica che ha funzionato alla perfezione oltre che sul campo anche nella testa dei giocatori, che hanno avvertito la voglia di vincere e non di chiudersi a riccio e di soccombere al Chelsea per 90', come si aspettavano i fenomeni tifosi dei Blues. Josè Mourinho è una volpe, forse se ne sono dimenticati: lui a Stamford vince sempre, può venire qui anche con la Nazionale cantanti ma ti porta via i tre punti. Tutto questo, un attimino senza Mario Balotelli, lasciato a casa, ma giocatore che avrebbe potuto essere ancor più una spina nel fianco del Chelsea di quanto non lo siano stati Pandev ed Eto'o. Già, quel Mario Balotelli che all'andata buttò dentro sul 2-1 nerazzurro rischiando le tre punte in casa. Ha avuto ragione quella volta (Malouda quasi impazzì nel rincorrere SuperMario), ma stasera ha messo già un vero e proprio capolavoro tecnico tattico e psicologico. La sua Inter iperoffensiva ha girato alla perfezione, ha preso a pallate (diciamocelo!) il Chelsea e si è qualificata ai quarti di finale con una prestazione di quelle da dvd in allegato con la Gazzetta dello Sport da lunedì prossimo in edicola.

E cosa darei adesso per avere qui tutti quelli (e sono tantissimi) che dicevano e dicono che Josè è solo un grande comunicatore, ma non un grande allenatore. Dove sono, quei Soloni del football? Si nascondono dopo aver visto questo capolavoro calcistico totale? E' proprio vero, signori, Mourinho dice sempre la verità e in queste notti lo dimostra. Il suo credo è il "chi non rischia non vince", ha rischiato, ha vinto, e ha fatto rintanare tutti i conigli che scrivono e scrivevano male di lui. Perchè questa sera possiamo urlarlo al mondo senza che nessuno possa minimamente contestarlo: Josè Mourinho è il migliore allenatore del mondo. Chiedete ad Ancelotti...


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