Gol o rigore?
Calci&Parole, anzi solo parole. Calci zero. Tutto rinviato. A maggio, pareva.
Parole, invece, puntualissime e pungenti, difficili da gestire perché da soppesare necessariamente con la primaria esigenza della salute, valore primario assieme -pare- a incassi milionari e necessaria spinta del pubblico durante le partite in casa.
Ora, dio ci liberi dalla cronaca degli avvenimenti della settimana scorsa, restiamo ai fatti che restano come macigni.
Dunque, cosa resta: resta un campionato dilettantistico - tipo UISP con tutto il rispetto - macerato allegramente come carta da coriandoli, con alcune partite già temporalmente collocate, altre da collocarsi negli slot disponibili e due ancora nella zona grigia, una specie di stargate italiota, con alla guida tal Dal Pino, il più grande della compagnia.
La sfortuna vuole che le due partite sospese ancora nel vuoto siano Juventus-Inter e Inter-Sampdoria.
Ora di Inter-Sampdoria si sono perse le tracce, non si sa nulla, hanno disdetto la prenotazione del campo o mancano i portieri, merce rara ormai tra i dilettanti.
Di Juventus-Inter, invece, si era detto di un appuntamento domenica scorsa, poi domenica questa, a porte chiuse.
Chi porta la palla, però, comanda, si sa. E allora, al giorno prima, si fa un giro di telefonate - ché con i cellulari ormai è pure più semplice - e si avvisa che forse è tutto rinviato. Quello che porta la palla non c’è o non vuole. Si rinvia a maggio, con la bella stagione, di modo da evitare rogne, di salute e di classifica.
E’ chiaro, così, che tutti quelli che avevano preso impegni non ci stanno. Non funziona così al di sopra dei 15 anni compiuti e pure la regola del “gol o rigore” è andata a farsi a benedire dagli anni 80, più o meno.
Si scatena allora un giro di telefonate vorticoso peggio dello stargate stesso, finché l’organizzatore si arrabbia e per tutelarsi s’inventa la classica bugia bianca. Non è vero che è tutto rinviato, si poteva fare di lunedì, l’aveva detto a tutti, magari con i portieri volanti e dopo i compiti.
Apriti cielo. Quelli con il compito in classe di martedì non possono, altri non hanno la macchina e nemmeno il passaggio, altri non sapevano ed altri restano in silenzio. Il resto, tutto il resto, si lamenta. Ogni volta così, tutto a puttane per colpa del solito figlio di papà che vince o vince. E se non segna è “gol o rigore”.
Nel frattempo, si arriva a lunedì direttamente appesi, però, a mercoledì 4 marzo, quando si riuniranno tutti per capire se si possono fare o meno queste benedette partite. Dipende dai compiti e dalle interrogazioni.
L’aria però non è buona, perché se il più grande di tutti, tal Dal Pino, a cui i genitori hanno affidato i più piccolini del gruppo, invece di tutelare tutti appunto, è costretto a sperare nelle sconfitte di alcuni (nelle Coppe per esempio) e poi li accusa pure di dire le bugie, allora rischia di sfasciarsi la comitiva, ognuno per i fatti suoi e quello che porta la palla giocasse a tedesco, da solo.
Amala.
Giancarlo De Cata