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Ibra Bombo

di Redazione FcInterNews.it

Siccome in casa Inter - dopo la recente nomina di Beppe Marotta sulla tolda della nave nerazzurra - sarà un po' come navigare col pilota automatico (anzi, se mi si perdona la battuta: col timone/Simone automatico...), avanzerebbe proprio un sacco di tempo, giusto per andare a curiosare nelle dimore altrui. E l'uscio più vicino - senza dover per forza origliare (che pare brutto!), ma comunque insospettiti dai prolungati silenzi di quelle segrete stanze - non poteva che essere quello dei dirimpettai, fino a ieri (mercoledì) in piena maretta o "subbuglio" che dir si voglia. Non si sta esagerando: in questi precisi termini ne aveva argomentato - nell'incipit del suo corsivo su Milan News del 31 maggio scorso - Luca Serafini, uno degli editorialisti rossoneri meno ottenebrati dal tifo spudorato. Non fossero infatti bastati la defenestrazione della triade locale più credibile dell'ultimo quinquennio (Maldini+Massara+Pioli) e l'attesa spasmodica affinché si diradassero certe brume scandinave - giusto per capire finalmente che razza di incarico societario avesse assunto lo scavezzacollo convocato d'urgenza al capezzale milanista - ecco che non è stato affatto normale veder messo sulla graticola il loro nuovo tecnico, rinviadone sine die l'annuncio. Per dire, si era giunti a pensare che quelli della Curva Sud - diversamente nostalgici, ma parimenti lesti - avessero financo pronto il coro aggiornato da intonare contro il malcapitato allenatore portoghese: "Fonseca is on wire" che, tradotto letteralmente, significherebbe: Fonseca è sul filo. Con un Pioli idealmente sorpreso a sghignazzare dalla sua terra parmense...

Senonché, con improvvisi squilli di trombe ed impetuoso rullo di tamburi, è stato annunciato il vernissage rossonero per giovedì 13 giugno. Location Milanello, ma all'interno di una capiente tensostruttura - e dove sennò... - appositamente montata. Ma le modalità cinematografiche dell'"ANNUNCIAZIONE" rossonera hanno preso presto il sopravvento sulle iniziali parvenze circensi... Galeotta è stata infatti l'evocazione di una frase - assurta ben presto a tormentone nazionale - tratta dai dialoghi del film "Ecce bombo" di Nanni Moretti. Quel famoso "Faccio cose, vedo gente" che, in bocca a Zlatan, si è trasformata in: "Faccio operazioni (con Moncada e Furlani), lavoro (vicino a Cardinale), applico algoritmi". D'accordo: quest'ultima mansione Ibra non l'ha citata esplicitamente, ma è come se l'avesse fatto. A cosa si pensa che lo svedese alludesse quando, in conferenza, si è chiesto: "Perché non abbiamo scelto Conte? Per quello che cercavamo e per i nostri CRITERI, il nome di Conte non è USCITO". Più che un lapsus freudiano, quei "criteri"! E forse, perché esca Conte, si tratterà solo di aspettare l'elaborazione prossima ventura, magari da un database più CIRCOscritto...

Ebbene, l'attesa prima conferenza stampa di Zlatan Ibrahimovic nel cosiddetto ruolo di Senior Advisor di Cardinale doveva servire giusto per mettere a fuoco la situazione in Casa Milan dopo mesi di comunicazione latitante che non aveva fatto altro che alimentare un diffuso scetticismo sulla bontà dei progetti societari. Solo che al di là dell'ufficializzazione di Fonseca, il resto si è rivelato un mero profluvio di proclami e di luoghi comuni. Alla fin fine, è parsa quasi una delle tante riunioni di autocoscienza di cui la summenzionata pellicola era piena. Sulla quale non è proprio il caso di approfondire per non rischiare di annoiare gli eventuali lettori. Anche perché l'incontro di Ibra con i giornalisti è stato sviluppato con un utilizzo appena sufficiente - per non dire maldestro - della lingua italiana. Lo svedese avrà comunque modo di rifarsi, purché previa frequenza di un doveroso corso di dizione. E per un dirigente che già mastica di algoritmi sarà un gioco da ragazzi cimentarsi in operazioni - con o senza Moncada e Furlani...- più semplici come "la dizione". Scritto proprio cosi, "alla svedese": senza apostrofo e senza doppia...

Orlando Pan


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