I processi? A maggio
Non vinciamo la Champions League da una vita, è vero. E forse, è vero anche che i trionfi in Italia non bastano più a nessuno, Moratti in primis. Di scudetti e coppe nazionali, a quanto pare, non frega più a nessuno. Tutti concentrati sulla coppa con le orecchie. E così, passano “inosservate” (e scontate) la vittoria nel derby, contro il Genoa, contro l’Udinese, il primato in classifica, la miglior difesa e il miglior attacco.
Ed è sufficiente un pareggio contro il Rubin Kazan per sollevare un polverone mai visto. È vero, il nostro cammino in Champions è al di sotto delle aspettative ed è comunque inferiore alle nostre potenzialità. Forse, però, non è chiaro a tutti – o alla maggior parte – che non è possibile costruire una squadra competitiva in Europa nello spazio di un mese. Ci vuole tempo. Pazienza. Rodaggio. E ci vuole anche la possibilità di sbagliare senza subire processi avventati o anticipati.
In fondo, gli innesti dei vari Lucio, Thiago Motta (fermato però da qualche infortunio di troppo), Sneijder ed Eto’o si sono rivelati azzeccati ed in campionato hanno fruttano 19 punti in 8 giornate. Ed è chiaro ed evidente che nelle competizioni internazionali serve quel qualcosa in più che può arrivare solo attraverso il lavoro quotidiano, quello svolto ad Appiano Gentile, lontano da occhi indiscreti.
Insomma, ci vuole ancora del tempo e i processi si faranno a maggio o a fine girone: manca un mese abbondante e tre partite nelle quali tutto può ancora succedere. Che ci volesse tempo, poi, lo ha dichiarato anche Mourinho. L’allenatore portoghese è stato chiaro sin dal ritiro e lo ha ribadito il giorno successivo all’arrivo di Sneijder: “La vera Inter? Ci vorrà ancora del tempo”.