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Il morso del GiaGuaro

di Guglielmo Cannavale

Campione, poi bidone. Senza neanche giocare, sembrava questa la parabola di Fredy Guarin. Arrivato a gennaio in prestito con diritto di riscatto, si scopre da subito che è infortunato. I tempi di recupero diventano lunghi, quasi biblici. Guarin diventa quasi una barzelletta, un personaggio mitologico. Dopo "Aspettando Godot", aspettando Guarin. Colpevole viene ritenuta la società, rea di aver comprato un giocatore "rotto". Sembra un incubo, un tunnel da cui è impossibile uscire.

Fredy però rimane calmo e continua a lavorare. Si allena, migliora e torna in gruppo coi compagni. Dopo due mesi, l'esordio. Non è ancora al 100%, come ovvio che sia, ma finalmente scende in campo. Stramaccioni preferisce farlo esordire a partita in corso, perché non ha ancora i 90 minuti nelle gambe. Ora Strama se lo può godere, mentre forse è il rammarico di Ranieri. Guarin non ha fatto ancora niente, va detto, solo mezz'ora per rompere il ghiaccio con San Siro.

Però quello che ha lasciato intravedere ha impressionato. Anche i tifosi. A San Siro è stato accolto benissimo, con applausi ed entusiasmo ogni volta che toccava (e bene) il pallone. Finalmente Guarin, finalmente inserimenti, qualità e fisico. Da un suo inserimento è nato il fallo da rigore e rosso di Belluschi. Tanti tocchi, facilità di passaggio, qualche numero e buona corsa. La condizione non sarà al massimo, ma Guarin è sembrato fin da subito il centrocampista più completo dell'Inter. Nel centrocampo a tre si è trovato bene e può essere il suo ruolo, ma potrebbe giocare anche in posizione più avanzata. Trequartista in stile Boateng può essere il suo futuro.

Sorpresa? No, sarebbe solo una conferma. Guarin non è un oggetto misterioso, ma un centrocampista di livello mondiale. L'ha dimostrato sia al Porto sia in nazionale l'anno scorso. Europa League da protagonista (assist per Falcao in finale) e Copa America da trascinatore con la Colombia. All'Inter in prospettiva futura è l'unico centrocampista pronto e di livello internazionale, quello che serviva. Da una parte i giovani e inesperti Obi e Poli, dall'altra i senatori e poco mobili Cambiasso e Stankovic: in mezzo, Fredy Guarin. Movenze feline e grinta sudamericana: il Giaguaro è pronto a prendersi l'Inter. Per il riscatto c'è tempo, ora pensiamo al campo. Ora godiamoci Fredy Guarin, finalmente.


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