Inter, impara dai tuoi errori
Un errore. Cedere Robert Acquafresca è stato un errore. Prim’ancora che tecnico, di strategia. Di atteggiamento sbagliato sul mercato. Perché mai e poi mai si cede un giocatore di 21 anni, titolare dell’Under 21, autore di ben 14 gol nel Cagliari (che, con tutto il rispetto, non è il Barcellona…), e promessa del calcio italiano.
Non è in discussione qui il duplice affare Milito-Thiago Motta. Come non mettiamo in dubbio la bontà tecnica dei due ormai ex genoani. Ma perché cedere Acquafresca? Gli errori commessi negli anni passati con Mutu e Pandev evidentemente non sono serviti. E si continua, in casa Inter, a cedere giovani, a rinforzare la concorrenza, e a perdere capitali.
Ora, esce fuori – non si sa ancora quanto sia vera – una carta privata che permetterebbe a Moratti di riprendere Acquafresca per 15 milioni di euro. La domanda è: perché? Che cosa porta l’Inter ad operare in questo modo sul mercato? Che bisogno c’è di spendere altri soldi per andare a riprendersi un giocatore che, fino a ventiquattro ore fa, era nerazzurro?
“Altrimenti Preziosi non avrebbe ceduto Milito”, si dice e si sente. Va bene: a questo punto, però, non era forse il caso di ridiscutere tutta la trattativa? Perché Milito ha 30 anni, e potrà garantire un biennio, massimo 3 anni ancora ad alti livelli. Il giovane azzurro, invece, ha 15 anni di carriera davanti.
E come la mettiamo se dalla fine di agosto Robert comincerà a bucare in serie proprio la porta nerazzurra così come ha già fatto quest’anno? La speranza, comunque, è che questa sia l’ultima operazione di mercato condotta in questo modo: e che il futuro dei vari Obi, Destro, Khrin, Caldirola sia differente… Perché nei giovani, bisogna crederci.