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Inter-Lipsia: se son Rose fioriranno, se son spine pungeranno!

di Redazione FcInterNews.it

Nella conferenza stampa post-gara, il tecnico tedesco del Lipsia Marco Rose aveva dichiarato che "l'Inter è un libro aperto". E sui report quotidiani delle trasmissioni sportive di martedì Fabio Capello gli ha fatto da eco. Ma chissà fino a quale pagina sarà riuscito a sfogliarlo quel tomo, Marco Rose... Intanto - giusto per restare in argomento - la tipografia Inter, toma toma cacchia cacchia, s'è presa avanti coi lavori europei mandando in prestampa un'edizione aggiornata con le candidate più probabili per accedere direttamente agli ottavi di finale della Champions League 2024-25. Facendo finta di porsi un solo quesito: "Ma tredici punti in saccoccia per uno strapuntino h24 in vetta alla classifica saranno un viatico sufficiente? Oddio, se martedì sera, su Raisport, un noto "ultras" rossonero - vestito coi panni (e la barba...) di un giornalista del cosiddetto servizio pubblico, tal Francesco Rocchi - si è sbilanciato a dire che, dopo Bratislava e con 9 punti in graduatoria "la strada del Milan in Champions sarà tutta in discesa", allora c'è davvero speranza per tutti! Anzi, verrebbe proprio voglia di suggerire a quelli dei 13 punti di Appiano Gentile di fare sfoggio di autoironia appendendo un cartello di avvertenza fuori dai cancelli con su scritto: "PERICOLO SLAVINE!" Giusto per vedere quanta ilarità susciterebbe quella vetta temporanea ed irridere, al contempo, i trombettieri dei dirimpettai di tutte le latitudini e dei loro capillari "(DON'T) Think tank" televisivi... Ma poi, la famosa 'montagnetta' (da cui dovrebbe rotolare la supposta valanga nerazzurra...) non stava a Milano San Siro? Hanno spostato anche quella? Per dirla col Sala parodiato da Maurizio Crozza, toccherà mica contattare il Sindaco che, a sua volta, "dovrà sentire uno dei suoi"?

Tornando seri, non è dunque dato sapere quali siano le 'ortodosse' letture (tattiche) altrui di Marco Rose . Fatto sta che Inter-Lipsia, più che una gara di Champions, si sarebbe potuta presentare alla vigilia come una sorta di gioco enigmistico se non, meglio, come un messaggio subliminale. Non foss'altro perchè se alla parola LIPS(IA) si fosse sottratta 'l'intelligenza artificiale' (IA, nella versione nostrana...), sarebbero rimaste solo le labbra ('lips' in inglese). Giusto un modo (subliminale) per anticipare al popolo nerazzurro - ormai dal palato 'gourmet' - che si sarebbe dovuto rifare la bocca in Champions... Nel senso che ci sarebbe stato forse bisogno di togliersi un ottimo sapore dal palato dopo la luculliana merenda scaligera. Chè di una vera e propria scorpacciata (di gol) si era trattato in quel di Verona. Quasi a trasfigurare lo stadio Bentegodi nel paese di Bengodi in cui, per antonomasia, "(...) tutti possono mangiare e bere a volontà" (cit.). Dunque nel calcio riconducibile alla metafora dell'isola gastronomica nerazzurra è davvero questione di un attimo passare da un ricco banchetto di Serie A a certi pasti più 'frugali' della Champions. Per quanto sempre di prelibatezze culinarie si tratti...

Infatti sembrerebbe proprio che ce lo chieda l'Europa un'Inter 'di corto muso', visto che sono già 3 le vittorie consecutive ottenute in Champions col minimo scarto, continuando per giunta a mantenere la porta di Sommer inviolata fino ad eleggere lo svizzero unico portiere ancora imbattuto nella Coppa più prestigiosa. Mica pizza e fichi! E senza l'avallo preventivo - ci mancherebbe! - della Von der Leyen, di Borrell e di tutto il resto del cucuzzaro politico continentale...

Tornando di nuovo a Marco Rose ed alla sua 'biblioteca', occorrerebbe integrare il fatto che non dovrebbe esistere l’equivalente tedesco del noto proverbio "Se son 'Rose', fioriranno" se non, forse, la sua traduzione letterale (Wenn es Rosen sind, so werden sie blühen). Di sicuro, per quelli del Lipsia - oltre alla 'comparsata' di Rose... - si è avverata invece la 2a parte, meno citata, di quel motto: "(...), se son spine pungeranno". In effetti, trovarsi nei panni del tecnico del Lipsia - con appena 14/15 giocatori di movimento (a seconda delle fonti) convocati per l'Inter a seguito di una ecatombe di infortuni a prova di qualsiasi energy drink societario... - non dev'essere stato un modo ideale per approcciarsi alla gara di coppa. Un depauperamento tale della rosa per la quale solo il novello 'santone' bianconero Thiago Motta avrebbe potuto versare, più o meno, le stesse lacrime del tecnico tedesco: infatti erano solo 14 i bianconeri di movimento stasera disponibili contro l'Aston Villa.

In ogni caso, mentre i nerazzurri hanno messo insieme 10 vittorie e 2 pareggi nelle ultime 12 partite stagionali - con ben 8 clean sheet - issandosi così sul podio di Serie A e Champions, il Lipsia ha confermato, invece, di meritarsi le frequentazioni periferiche della graduatoria europea col suo terzultimo posto. Giusto a smentire coloro - tranne Simone Inzaghi che, di mestiere, fa l'allenatore dell'Inter col motto "Sempre sul pezzo" - che lo agitavano come un inaffidabile spauracchio.

In chiusura lo scrivente avverte il dovere di chiedere venia agli eventuali lettori per la 'fantasia canaglia' che lo ha ispirato nella genesi del suddetto calembour sulla scomposizione della parola LIPS(IA). Una sorta di versione nordestina della pugliese 'Nostalgia' di Al Bano... Ma per trovare forse il vero 'colpevole' basterebbe, in realtà, indirizzare tutti i sospetti sul suo interposto figlio, Albano junior, che il noto genitore aveva rivelato essere "uno sfegatato interista". Galeotta era stata un'intervista di qualche anno fa rilasciata da Albano Carrisi nella quale ricordava, tra l'altro, di aver a suo tempo allietato musicalmente il matrimonio a Venezia dell'attuale nerazzurro Mkhitaryan.

Mica infatti tutti i pugliesi possono risultare detestabili come quel 'Feroce Salentino' (alias Antonio da Lecce) di cui argomentava stamane il suo involontario - a detta dello stesso giornalista - difensore d'ufficio Ivan (Otorino) Zazzaroni. Ma sul capelluto direttore del Corriere dello Sport e sul suo sguaiato editoriale odierno lo scrivente - salvo ripensamenti - si ripromette di tornarci quanto prima...

Orlando Pan


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