Inzaghi come D'Annunzio? Memento 'Audero' semper...
Adesso, per favore, non si racconti che Simone Inzaghi - in vista di Lecce-Inter - abbia speso la 2a parte della settimana scorsa a leggere certi manoscritti di Gabriele D'Annunzio. Fino ad attingerne una frase motivazionale con cui confezionare un massiccio ricorso al turnover in terra pugliese, ragionato o indotto. No, perché quel preciso motto in lingua latina coniato dal poeta e scrittore pescarese ("Memento audere semper", ossia "Ricordati di osare sempre"), si presterebbe come non mai per giustificare la sostituzione, in particolare, del febbricitante Sommer con il portiere in seconda Audero: ovviamente con licenza ortografica incorporata. Solo che poi, con altri 6 titolari nuovi nella formazione di partenza (ossia con 7/11.mi cambiati rispetto alla gara di Coppa), è parso comunque a tutti che il tecnico abbia davvero osato l'inosabile, assecondando così quell'ultracentenario sprone d'annunziano.
Evidentemente, però, non tutti i bacilli influenzali hanno la stessa carica virale, alla luce del fatto che, per parte nerazzurra, sono risultati sufficienti per escludere il portiere titolare dalla convocazione per Lecce-Inter. A differenza della controparte leccese, ove il centrale della difesa Baschirotto - colpito da un attacco febbrile nello stesso giorno del collega interista - è riuscito invece a scendere in campo. Probabilmente per via del fatto che gli anticorpi del numero 1 nerazzurro - da buon svizzero - sono forse risultati troppo "neutrali"... Oppure perché quelli del difensore avversario fanno parte della dotazione genetica di un giocatore veronese con un fisico da "marcantonio", giusto come l'identità del benefattore scaligero a cui è intitolato lo stadio Bentegodi...
Occorre però riavvolgere il nastro del finesettimana cominciando da un'attesa. Quella che il cosiddetto colosso delle costruzioni WeBuild, provveda ad integrare il suo tag-line con un doveroso sottotitolo, del tipo: 'Sometimes, WeForget'... Giusto per via delle scuse dovute alla società nerazzurra per essersi DIMENTICATO (sic!) di avvisarla in occasione del sopralluogo allo stadio milanese avvenuto con le sole rappresentanze rossonere. Nel frattempo, i nerazzurri si sono dovuti imbarcare su un "cargo" battente bandiera ambrosiana per fare scalo sul Tavoliere salentino, proprio presso il capoluogo di provincia più orientale dell'intera penisola. Ove, senza recarsi specificamente a Barletta - teatro di una storica disfida - sia l'arbitro designato che il tecnico nerazzurro avevano tutte le migliori intenzioni per uscire vincitori dalle rispettive prove. Oddio, ognuno a modo suo. E se con appena mezza fatica - per via dell'infortunio occorsogli all'intervallo - il fischietto Doveri è riuscito a fare comunque 31 dopo aver fatto 30 (designazioni con l'Inter), non si vedeva come anche Simone Inzaghi non potesse assolvere ai suoi di "doveri"... Smaccatamente meneghini perché non solo di mera statistica, ma soprattutto di squisita classifica nerazzurra si trattava. E dopo aver messo in fila 9 vittorie in tutte le competizioni da inizio 2024, per l'Inter del tecnico piacentino entrare in doppia cifra con il decimo successo era evento realisticamente preventivabile. Ed esserci riuscito proprio nella stessa terra salentina che ha dato i natali ad un suo controverso predecessore - non a caso poco rimpianto da molti interisti - non può che assumere un alto valore simbolico per Simone Inzaghi. E pensare che il collega evocato smania così tanto per rientrare nel giro delle panchine che contano da essersi fatto intervistare persino da una prestigiosa testata inglese, onde conferire una maggiore eco mediatica alla sua "richiesta d'aiuto" professionale... Dunque, tra il piacentino ed il salentino è stata quasi una sorta di staffetta sulla via per il tricolore, con lo stadio leccese di "Via del Mare" che - a proposito di certi agognati indirizzi post "traguardo astrale" - è parsa da subito destinazione più che propizia... Ma altri esimi esponenti di quel territorio non avevano mancato di salire alla ribalta, facendo sentire per tempo la loro voce. Tra questi, di sicuro, il patron del Lecce. Lo sanno tutti che è "il titolare di uno degli studi legali più quotati di tutto il Salento (...), figlio di un professore emerito di diritto amministrativo nonché famoso avvocato decano del foro leccese" (cit.). Invece, ciò che non è dato sapere è se il presidente dei giallorossi appartenga anche a qualche casato nobiliare pugliese. Per quanto la sua identità anagrafica - con quel doppio cognome - lo potrebbe far proprio supporre. Se poi a Saverio Sticchi Damiani "Via del Mare" è capitato di avere un'uscita dialettica infelice proprio all'antivigilia di Lecce-Inter, ecco allora che l'accostamento, al maschile, con la Contessa Pia Serbelloni Mazzanti Vien dal Mare - di fantozziana memoria - non può che nascere spontaneo... Con tutto il rispetto del caso, beninteso! Si fa per scherzare, Javier! Aver infatti negato l'incombenza di "un risultato scontato" su Lecce-Inter si è rivelato un boomerang come tutti i tentativi falliti da quella nobildonna che - nel mitico film di Paolo Villaggio, "Il secondo tragico Fantozzi" - aveva cercato invano di far infrangere la bottiglia di champagne contro lo scafo della nave nella mitica scena del suo varo. Con il natante nerazzurro che ha infatti retto bene all'urto del pronostico avverso formulato dal patron leccese...
Ebbene, esauriti i fantasiosi paralleli cinematografici, ci sarebbe "solo" da raccontare la particolare sfida del gol di Lautaro Martinez che, con la doppietta di Lecce, sta continuando ad inseguire il record di segnature in campionato detenuto, all'unisono, da Higuain ed Immobile con 36 reti. Per cui, in chiusura, fa davvero specie - visto il 'saccheggio" altrui delle tematiche prettamente tecnico-tattiche sui nerazzurri - che, per integrarne la narrazione, ormai non siano rimasti altro che argomenti "di contorno" se non di pura evasione... Oppure certi richiami solo in apparenza sensazionalistici. Tipo quello che, per quanto blasfemo possa ora suonare, tirava in ballo una classifica di nicchia che, fino alla vigilia di Lecce-Inter, vedeva i nerazzurri occupare incredibilmente un posto nelle retrovie. Anche se con limitazione alla parte sx della graduatoria generale - ossia alle prime 10 posizioni - si trattava della classifica della COOPERATIVA del GOL che annoverava i nerazzurri addirittura in "ultima" posizione. Ossia con "appena" 14 marcatori diversi in stagione, di cui 12 in campionato. Vedere l'elenco allegato:
COOPERATIVA GOL: STAG./SERIE A aggiornata al 24/02 (sabato):
1) Atalanta: 19/15
2) Fiorentina: 16/15
3) Roma: 16/14
4) Frosinone: 15/13
5) Bologna: 15/12
6) Juventus: 14/13
7) Lazio: 14/13
8) Mlan: 14/13
9) Napoli: 14/12
10) INTER: 14/12
Un obbrobrio statistico che il buon De Vrij ha pensato bene di aggiustare subito con il suo primo gol in stagione che ricolloca i nerazzurri in una posizione più consona, affiancandoli a quegli "intrusi" del Frosinone con 15/13 differenti marcatori. Poi magari gli aggiornamenti odierni (lunedì), a differenza di quello residuale della domenica sera, potrebbero stravolgere ulteriormente la graduatoria.
Orlando Pan