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Lukaku 'redento' subito!

di Redazione FcInterNews.it

Con tutti i gol che più non sforna, di Big Rom bisognerebbe scrivere solo peste e corna. Senonché c'è di mezzo una società di appartenenza del cui operato il conto, invece, proprio non torna. Ma che scelta sarebbe, quella nerazzurra, di adottare la politica dello struzzo!? Avanti di 'sto passo, a Lukaku potrebbe arrivare la solidarietà financo di Roberto Pruzzo.

Infilare la testa sotto la sabbia parrebbe come denunciare che Romelu sia affetto da una dermatite solo un po' più fastidiosa della scabbia. Ed invece è un'urgente questione di scura pelle per il cui becero oltraggio tutti i razzisti meriterebbero di finire rinchiusi in buie celle. Valutare - per la squalifica del giocatore belga - di NON inoltrare alcun ricorso alla FIGC non farebbe altro che alimentare, dopo, un generale rimorso. "Eh che, siamo fessi!", sbotterebbero per giunta, in coro, schiere di interisti perplessi. Come ha infatti evidenziato l'avvocato che di Lukaku cura gli interessi, non c'è da perdere quest'occasione, ma senza scendere ad indicibili compromessi. Solo che, stante un difetto di traduzione, qui non si parla però di legislatura, bensì di una fallace legislazione. Quella che a furor di popolo, per correggerla, potrebbe pure far innescare una parlamentare sollevazione...

Richieste e incitazioni a “fare qualcosa” - come ha riportato FcInterNews - ne sarebbero già arrivate a iosa. Sono giunte all’Inter da tutto il mondo e pertanto non si può reagire facendo solo un puerile "girotondo"... Quella è roba da perdenti e per elettori di sinistra: qui, invece, ci sono in ballo gli attributi e la credibilità di chi ci amministra. Marotta e Capellini si predispongano allora per cavalcare il felice precedente col Pescara di Sulley Muntari. E che diamine: siamo l'Inter di Milano, mica gli albanesi del Flamurtari! Nessuna offesa, ci mancherebbe, per i tifosi di Valona: ma se i dirigenti nerazzurri non s'attiveranno nel senso evocato, potrebbero fare la mesta fine dei tori di Pamplona.

Si allude ironicamente all'epilogo della festa di San Firmino, col rischio che si costringa poi alla partenza i dirigenti "superstiti e lascivi", per veder magari arrivare quel giocatore omonimo a bordo di un pulmino. A 'sto punto non si può allora che sposare, fino a metterlo in rima, un altrui modo di pensare: ossia ciò che ha scritto il direttore del Corsport in una sua recensione: "(...) La crescita del nostro calcio passa attraverso una convinta ed energica presa di posizione. Tale da rasentare una storica rivoluzione e che - verso la squalifica di un giocatore doppiamente vittima di razzismo - dovrebbe essere mossa da un'unica esortazione: quella di prodigarsi per la sua immediata cancellazione".

Senonché si vocifererebbe, invece, di un prossimo ed inaccettabile paradosso: di quelli che, al confronto, diventa quasi più facile saltare, per lungo, un fosso. Ma come? La Juve ricorre e l'Inter no? Allora c'è qualcuno in società che "ambisce" davvero ad essere buttato giù dalla torre. Infatti è fuorviante ricondurre il tutto ad una diversa questione di stile se poi il rischio è di avere, a cascata, un numero spropositato di travasi di bile... Non serve quindi andarsi a fare "certificare" dalle Nazioni Unite la bontà delle planetarie iniziative solidali se poi la stessa società difetta gravemente di attenzioni verso i suoi più bisognosi e vicini sodali. Lo pensano infatti anche gli interisti di New York che Zanetti avrebbe solo perso tempo a recarsi all'ONU. Faceva senz'altro prima e meglio ad invitare ad Appiano Gentile, con tutti gli onori, la tifosa nerazzurra Paola Egonu... Con un messaggio, alla fine, che non potrebbe essere più esplicito: "Razzista, vade retro! Ché per te non ci sarà mai alcuna udienza dentro il palazzo di vetro".

Orlando Pan


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