Ma quale generico "Rumore dei nemici"! Molto meglio il Fracaso dell'Atletico...
La lingua spagnola - o, più precisamente, il castigliano - può nascondere dei tranelli idiomatici e ci vuol davvero niente per caderne vittima fino ad equivocare di brutto su alcuni vocaboli. Chessó, fra commensali ispanici si può sentire nominare il "burro" per poi apprendere che quella parola corrisponde, in realtà, ad un quadrupede ragliante: l'asino. Oppure può capitare che alla stessa tavola qualcuno chieda dell'olio e gli portino invece dell'"aceite". Od ancora - stavolta, però, in un contesto prettamente calciofilo - ci si può ritrovare sugli spalti di San Siro per il ritorno della Coppa dalle grandi orecchie ed immaginare chissà quale rumore dei nemici avrebbero dovuto sopportare i timpani dei tifosi nerazzurri in occasione di Inter-Atletico. Salvo invece ritrovarsi alla fine a gioire per una disfatta europea dei colchoneros (un "FRACASO", appunto, in castigliano). Purtroppo solo sul piano del gioco e delle occasioni da rete - non del risultato - con l'Inter che ha letteralmente DOMINATO gli spagnoli. E se ad evidenziarlo, oltre alla Gazzetta, è stata anche l'apertura del Corsport - diretto da colui che si è pur preso le recenti reprimende di un collega "normalmente posato" - allora dev'essere proprio vero... Che "soddisfazione" aver infatti letto solo qualche giorno fa un editoriale scritto per Sportitalia da Alfredo Pedullà che - in merito alla cocciuta preferenza di Ivan Zazzaroni per Lukaku rispetto a Thuram - aveva tacciato il collega (pur non citandolo mai) di essere un "VENDITORE di FUMO", una "CAPA TOSTA", un "PREDICATORE SOLITARIO di TEORIE ASSURDE", "in pratica col PATETICO ATTEGGIAMENTO di chi NON intende AMMETTERE l’EVIDENZA dei FATTI".
Scusate la "doverosa" digressione pedullà-zazzaroniana e torno subito al "fracaso" dei colchoneros sul prato di San Siro. Ci si chiede infatti quante volte fosse successo che l'Atletico Madrid - almeno quello allenato da Diego Simeone - avesse concluso una gara europea in trasferta senza riuscire MAI a centrare la porta avversaria: se questo non è un "fracaso"! Checché ne abbiano poi titolato stamattina i 2 quotidiani sportivi della capitale spagnola - 'as' con "Madrid sera otre cosa" e 'MARCA' con "iEsto se remonta!" - evidentemente da quelle parti sono del tutto ignari del "miedo escenico" nerazzurro da esportazione, di cui argomenterò più avanti...
Dunque il gruppo di Simone Inzaghi è riuscito a trasformare il rumore generico del nemico madrileno in un soave suono nerazzurro. Peccato solo per i decibel che avrebbero dovuto/potuto assumere un'intensità maggiore... Ora el Cholo Simeone dovrà quindi infilare un'ulteriore perla farlocca in una collana che già ne contava 8. Tradotto: 9 sconfitte in stagione di cui 8 fuori casa. Ma sin dalla designazione arbitrale i diversamente madridisti avrebbero dovuto comunque avere sentore dell'imminente sventura. A seconda che i colchoneros fossero memori o meno dell'esito delle direzioni pregresse del fischietto Kovacs, reduce da 2 incroci in CL che avevano sortito altrettante sconfitte in trasferta dei biancorossi. Con l'ulteriore aggiunta "jettatoria" di un rigore concesso loro nella seconda occasione in casa del Bruges, ma sparato sulla traversa da Griezmann. E del fatto che l'arbitro avesse anche una sorta di affinità elettiva col tecnico argentino - per via di essere un "meticcio" come Diego Pablo - non si vuol proprio dir niente? L'anagrafe riporta infatti che il direttore di gara dell'andata sia nativo di Carei, in Romania, ma da genitori "misti": ossia con padre ungherese e madre romena. Così come i lineamenti del volto di Simeone tradiscono "un insieme di etnie, un Xoloitzcuintli, nome atzeco da cui deriva il soprannome Cholo che significa 'incrocio di razze'" (cit. da Goal.com). I colchoneros hanno dunque sprecato il jolly del "meticciato", senza trarne il beneficio del raddoppio dei punti come avveniva all'epoca di "Giochi senza frontiere"... Ma questa rimane pur sempre una competizione europea, anche se con molto di più in ballo. Giusto però l'ultima edizione di una Champions League che la nuova versione - a 36 squadre e con ricchi premi e cotillons - manderà presto in pensione. È solo questione di aspettare qualche mese, mentre invece per l'atteso ritorno a Madrid dei nerazzurri di Inzaghi basteranno appena 3 settimane. Con la speranza di riuscire a schierarvi Thuram totalmente recuperato.
P.S.: nel dopo partita - non essendo più da tempo abbonato a SKY - mi sono dovuto sorbire i commenti di uno dei canali in chiaro facenti capo a Mediaset. E se da una parte (con Riccardo Trevisani impegnato nella telecronaca di Inter-Atletico), è stata confortante la presenza in studio almeno di un paladino nerazzurro come Fabrizio Biasin - nonché, invece, l'assenza del succitato direttore del Corsport - dall'altra, l'habitué di quegli studi televisivi, Sandro Sabatini (sempre lui!), non ha invece mancato di dispensare le sue solite (ma non richieste) "carinerie nerazzurre". Arrivando a fare una domanda a dir poco tendenziose a Lautaro Martinez: ossia se si sentisse in qualche modo "gratificato" per aver firmato con i nerazzurri 7 anni orsono. Quesito peraltro riproposto anche da FcInterNews. Ma il peggio doveva ancora arrivare allorché, in chiusura del programma, il conduttore Alberto Brandi - di note simpatie nerazzurre, ma con una faccia funerea che manco i colleghi Alessio Conti e Claudio Raimondi nelle occasioni rossonere più meste... - ha prefigurato cosa potrebbe riservare ai nerazzurri la gara di ritorno in Spagna. Giusto alla luce del fatto che i colchoneros - nelle 19 partite casalinghe stagionali - abbiano riportato ben 17 vittorie, 1 pareggio ed 1 sola sconfitta. Chissà però come mai non gli sia proprio venuto in mente (sic!) di citare anche lo score esterno dei nerazzurri. Nello specifico - compresa Napoli-Inter finale di Supercoppa - dotati di un bottino di ben 12 successi corredato da 4 pareggi e nessuna sconfitta nelle finora 16 trasferte stagionali. L'onestà intellettuale, questa sconosciuta!
Orlando Pan