Messaggio subliminale: e se con l'IBAN (I/nter vs B/ologna, A/tletico e N/apoli) si passasse all'incasso?
È tutta la stagione che tanti operatori dei media sia cartacei che online "si accaniscono" a saccheggiare il patrimonio lessicale della lingua italiana prima di ogni partita ostica dei nerazzurri. Alla strenua ricerca di sempre diverse espressioni e/o vocaboli idonei ad osteggiare la marcia sin qui trionfale della corazzata nerazzurra. A proposito: solo l'umarell di Fusignano si ostina vergognosamente a non ammettere che sui nerazzurri non c'ha capito una beata mazza sin dall'inizio, tentando di rifugiarsi - con colpevole ritardo - in un profluvio di avverbi temporali del tipo: "Voglio vedere se l'Inter (a Bologna, nda) continuerà a mostrare i progressi evidenziati NELL'ULTIMA PARTE DELLA STAGIONE". Oppure: "Hanno fatto notevoli progressi, ADESSO l'Inter è una squadra che si muove compatta (...)". Od ancora: "ULTIMAMENTE (l'Inter, nda) ha giocato bene, ha aggredito, è sempre stata attiva sul campo". Ma l'aberrazione che indurrebbe al conato cronico è spacciare la CONSOLIDATA QUALITÀ del GIOCO NERAZZURRO per una serie di TRAGUARDI ancora da raggiungere: "L'obiettivo dev'essere quello di giocare un calcio da protagonista, soprattutto in funzione della Champions League. Quindi: muoversi senza palla, attaccare gli spazi, pressare, palleggiare velocemente, raddoppiare le marcature". Tutte trame che i nerazzurri "ordiscono" con incomparabile efficacia ormai da tempo immemore. Per cui non varrà nemmeno la pena di perderne dell'altro premurandosi di destare costui dal suo torpore senile non appena l'Inter - salvo impropabili cataclismi - riuscirà a vincere il campionato con 5/6 giornate d'anticipo.
Chiedo scusa per la digressione sul soggetto ravennate e torno subito al modus operandi di molti operatori dell'informazione nelle vigilie dell'Inter. Quando è capitato che una trappola tesa ai nerazzurri ha fatto cilecca (quasi sempre), ecco che lor signori sono stati subito lesti a profilare un nuovo tranello da sgamare, un altro fosso da saltare per lungo, una nuova montagna da scalare se non un fiume in piena da guadare. Sì, insomma: sempre a prefigurare per i nerazzurri nuove insidie "naturali" da superare. E poi via con un'inenarrabile - dunque noiosa - sfilza di tabù e "bestie nere" da sfatare, di serie avverse da interrompere, di filotti negativi da consegnare all'oblio, di macumbe da esorcizzare, di fatture e malocchi da scansare. Il più vasto armamentario lessicale delle difficoltà umane con metafora calcistica è stato finora sistematicamente addossato alle vicende agonistiche di casa Inter. Con i principali artefici bellamente indifferenti al fatto che non servirà a niente continuare a mettere (i) "Bastoni" fra le ruote dei nerazzurri fintantoché Alessandro farà parte di quegli stessi (oliati) ingranaggi... Come a dire che gli "anticorpi" interisti sono davvero cazzuti, vengono prodotti con regolarità e, soprattutto, funzionano che è una meraviglia anche con le cosiddette seconde linee. Fino a neutralizzare - come da specifica definizione - "le sostanze potenzialmente dannose per l'organismo (detti ANTÌGENI) e contrastare l'ATTACCO di microrganismi considerati ESTRANEI" (cit.). Beh, stando a certe aperture giornalistiche degli ultimi 2 giorni, tutto torna: non bisognerebbe infatti essere dei GENI per evitare di abbandonarsi ad un insulso (doppio) ATTACCO mediatico contro i nerazzurri come quello partorito da quella che è - a tutti gli effetti - una fanzine altrui. Soprattutto in considerazione della manifesta, per quanto sopraggiunta, ESTRANEITÀ al giro-scudetto di quella compagine da loro "tutelata"...
Ennesima digressione ed ennesimo istantaneo ritorno al focus dello smaccato "saccheggio lessicale". Proprio la Gazzetta di martedì 5 marzo - toma toma, cacchia cacchia - se ne era uscita con un pezzo in cui si argomentava che "Adesso, però, ad attendere la corazzata di Simone Inzaghi c'è un TRE DA BRIVIDI formato da Bologna, Atletico Madrid e Napoli". Aridaje! Ci mancava giusto il ricorso alle "minacce" mutuate dalle pellicole del genere horror. Molto verosimilmente, dev'essere successo "solo" perchè le metafore stradali su bivi, trivi e quadrivi erano diventate stantìe per troppa ripetitività... E se invece il destino o, meglio, per ironia della sorte, le prossime 3 sfide della Beneamata nascondessero, in realtà, un messaggio subliminale? No, perché dopo una fugace presa visione, allo scrivente non è sfuggito che estraendo dalle 4 squadre in oggetto - ossia I/nter, B/ologna, A/tletico (Madrid) e N/apoli - le rispettive iniziali, ne sarebbe derivato un acronimo sì fantasioso, ma altrettanto ammiccante e zuccherino come "IBAN". E ciò che per altri dovrebbe apparire solo come una mera strettoia del calendario stagionale (maledette metafore tentatrici...), in ottica nerazzurra potrebbe invece assumere la valenza di un messaggio rivolto all'inconscio. Fino a prefigurare l'Inter come destinataria a breve di un triplo incasso attraverso questa sequenza di "operazioni bancarie" in rigoroso ordine temporale: contro il Bologna il primo "bonifico" con la causale di squadra più in forma del campionato nonché guidata dal tecnico più moderno perché innovativo (Simone Inzaghi e non quell'"mplume da trofei" di Thiago Motta); contro l'Atletico del Cholo Simeone il secondo incasso sotto forma di lasciapassare europeo per continuare a perseguire il sogno di arrivare fino alla finale Champions di Wembley; ed il terzo bonifico contro il Napoli di Calzona, giusto per documentare un passaggio di testimone tutt'altro che ideale fra squadre campioni d'Italia.
Ora, ad argomentare col senno di poi son capaci tutti. Magari non succede, ma se succede quanto sopra "ibanizzato" vorrà dire che si farà un brindisi in più per aver azzeccato quella sigla "rivelatrice". Anche qualora dovessero sortire "appena" un paio di pareggi dalle prime 2 sfide alle porte dei nerazzurri.
Orlando Pan