Mi sento ancora in credito con lo Schalke
Diciamoci la verità: al di là degli scongiuri e della diplomazia, Nyon stavolta è stata benevola con l’Inter. Un po’ come lo scorso anno quando, raggiunta l’asticella dei quarti di Champions League, ci ha regalato il doppio confronto contro il Cska Mosca, avversario di rispetto ma non certo così temibile. Lo sparring partner perfetto per prepararsi alla sfida delle sfide contro il Barcellona. Se la storia si ripetesse sarebbe fantastico, ma non illudiamoci che contro lo Schalke 04 sarà una passeggiata: ogni squadra che si posiziona tre le migliori 8 d’Europa merita la massima attenzione. Non è il Real Madrid, non è il Barça, non è un’inglese, ma l’animo tedesco (vedi Bayern) ci insegna che questi confronti non vanno sottovalutati. Anche perché, con il cambio di allenatore, lo Schalke potrebbe cambiare anche marcia (l’Inter stessa insegna...).
Ovviamente la mia mente si lascia trascinare da voli pindarici alla semifinale, per quanto ancora bisogna guadagnarsela sul campo. Però una sfida dal sapore british è un appuntamento a cui non possiamo mancare, sia per il fascino sia per il valore. Chelsea o Manchester United, difficile scegliere: entrambe sono corazzate, entrambe hanno dei punti deboli. Entrambe, infine, suscitano sensazioni a dir poco attraenti, da acquolina in bocca. Intanto cerchiamo di partecipare a questa semifinale, perché meritiamo di esserci e di giocarcela fino in fondo. Per chi lo ricorda, c’è un motivo in più per superare lo Schalke 04: la rivincita. Era il maggio 1997 quando, a San Siro, l’Inter allenata da Roy Hodgson perse davanti a 80 mila tifosi speranzosi la Coppa Uefa, lasciandola ai tedeschi dopo una sfortunatissima lotteria dei rigori.
Una forte delusione per me, che fino all’ultimo ho sperato prima di pareggiare lo 0-1 di Gelsenkirchen, poi di vincere il trofeo dal dischetto. Nulla da fare, coppa allo Schalke 04 e tanta delusione in casa nerazzurra. Effettivamente, la rivincita è arrivata rapidamente, esattamente l’anno successivo, quando guidata da Ronaldo (il vero e unico Ronie, quello visto nella sua prima stagione nerazzurra), l’Inter passò il turno grazie all’1-0 dell’andata (in gol il brasiliano) e all’1-1 del ritorno, dopo una sfida infinita risolta ai supplementari da Taribo West. Emozioni forti anche allora, senza dubbio. Una qualificazione che aprì la strada verso la vittoria della Coppa Uefa, al Parco dei Principi, contro la Lazio.
La prossima, che si svolge in una competizione di certo più affascinante, potrebbe essere considerata una sorta di ‘bella’, anche se lo Schalke, con la sua prima vittoria, ci ha privati di un trofeo prestigioso costringendoci a un anno di attesa in più. Quanto basta per meritare un’altra replica sul campo. Questa Inter non può temere la squadra di Raul, deve ricordare sempre di essere Campione d’Europa e del Mondo in carica e lasciare che siano gli altri a maledire la sorte per avergliela propinata. Voglio a tutti i costi questa semifinale ‘inglese’, non mi va neanche di ipotizzare la fine anticipata della corsa verso un bis che tutti sognano, ma sul quale nessuno si sbilancia. Il conto contro i tedeschi è aperto, le ultime sfide ci hanno visti trionfatori e non è il caso di fermarsi proprio ora. Nyon ci offre questa splendida chance di continuare il nostro percorso, sta a noi onorare cotanta gentilezza.