Moggi, un moscerino in confronto a Oriali
Come credo abbiano reagito tutti i tifosi interisti, ancora alle prese con lo choc del suo addio alla casa nerazzurra, sono rimasto nauseato dalle parole di Luciano Moggi su Lele Oriali espresse nell'editoriale recentemente pubblicato su Tuttomercatoweb. Tra idee e suggerimenti relativi al mercato di diverse squadre del nostro campionato, l'ex direttore generale della Juventus ha letteralmente insultato l'ormai ex consulente dell'Inter, che recentemente, vistosi rimpiazzato da Amedeo Carboni, ha scelto di rifiutare un altro incarico più altisonante in società, con grande dispiacere della stragrande maggioranza di interisti che lo adora a prescindere e che ci scrive per manifestare il proprio disappunto. Ebbene, il mai diplomatico Moggi ha definito senza mezzi termini Oriali uno zerbino e ruffiano di Moratti, sostenendo che questo è il naturale epilogo per chi si comporta così.
Il primo pensiero è stato quello di ignorare, perché la fonte non merita parrticolari attenzioni in quanto ormai bandita ed 'emarginata' dall'ambiente di cui si è preso gioco e a cui ha succhiato linfa vitale per tanti anni, salvo poi proclamarsi innocente giustificando i suoi comportamenti da 'padrino' con uno squallido 'così fan tutti'. Ce ne sarebbero di cose da aggiungere sul conto di Luciano Moggi, ma la migliore delle armi è sempre stata l'indifferenza alle sue farneticazioni, mascherate da pareri di esperto e di vittima di un sistema che lui stesso aveva contribuito a creare. Invece Moggi continua a dire la sua, perché per quanto sia ormai considerato un ex di tutto, fa sempre notizia. Il problema però non è leggere le sue dichiarazioni o guardare ancora la sua faccia in televisione. La disgrazia è che ancora oggi l'ex dirigente bianconero, principale imputato del processo Calciopoli, demiurgo dei recenti atroci mali del calcio italiano, non si pone alcun limite e, nel suo esprimere il proprio parere, scavalca i limiti del buon senso e distribuisce insulti e frecciate gratuitamente.
L'ultimo caso, l'editoriale su Tmw, in cui spende un trafiletto per attaccare pesantemente Lele Oriali (non bastava il fango gettato addosso a Giacinto Facchetti...). Capisco che l'Inter non gli stia simpatica perché è la vera vincitrice dallo scoperchiamento del vaso di Pandora di Calciopoli, la stessa Inter che lui stesso aveva preso in giro lasciandole credere di poter vincere o di poter acquistare i giocatori migliori a costo di enormi sacrifici economici (vittima principale, Moratti). Attaccare la società nerazzurra, per Moggi, è quasi una sorta di rivalsa psicologica. Ma certi epiteti contro il nostro Oriali non sono accettabili, perché vanno a infangare l'immagine di un onesto professionista, che è tale sin da quando calcava i terreni di gioco e sputava sudore e sangue per il bene della squadra. Insomma, l'opposto di quello che l'ex d.g. bianconero ha dimostrato di essere. Inoltre, definire 'ruffiano' un uomo orgoglioso come Oriali, che ha scelto di dire addio a casa sua rinunciando a un incarico più prestigioso perché sentitosi rimpiazzato dall'ultimo arrivato (con conseguente 'maltrattamento' del proprio lavoro), è un autentico paradosso. Rispetto a Moggi, che delinqueva e ne godeva, Oriali ha sempre lavorato nell'ombra, lontano dai riflettori, svolgendo egregiamente la propria mansione e contribuendo alla costruzione dell'Inter vincente degli ultimi anni. Anche la Juve, all'epoca di Moggi, è stata vincente, ma la matrice non è proprio l'onestà professionale, e con questo abuso di un eufemismo.
Quindi, per quanto so già che di Moggi sentiremo ancora parlare e che lui non ci risparmierà nuovamente le sue 'perle di saggezza', la prima reazione sarà quella di ignorarlo come si ignora un moscerino che si siede sulla propria spalla. Poi, però, se l'insetto in questione comincerà a dare veramente fastidio, sarà il caso di allontanarlo definitivamente nel modo che si merita. E con questo chiedo scusa per la similitudine a tutti i moscerini: loro almeno agiscono mossi da istinto, non dalla sete di potere.