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Muntari, orgoglioso di cosa?

di Fabio Costantino
Muntari alza un trofeo, con la maglia dell'Inter

"Passare dall'Inter al Milan per me è un salto importante della carriera”.” È un club che ha vinto di tutto e di più, sono arrivato qui con tutta la voglia di fare bene e di vincere”.” Sono nel club più forte d'Italia? No, del mondo". Parole e musica di Sulley Muntari, nel primo giorno da rossonero dopo il suo trasferimento dall’Inter avvenuto in gennaio. E bravo Sulley, complimenti. Andare dall’Inter al Milan sarebbe per te un salto importante per la tua carriera? Una promozione, forse? Sei finito nel club più forte al mondo? Se è la tua opinione, la rispetto. Ma non la condivido affatto.

Anche tu sei stato colpito dal virus milanista, quello che porta i giocatori a esaltare la ‘squadra più titolata al mondo’ sputando, spesso e volentieri, sul piatto in cui si è mangiato. Ibrahimovic è un maestro in quest’arte, ma anche tu ti difendi bene. Sei arrivato all’Inter come alternativa a Frank Lampard, pagato oltre 13 milioni di euro e lautamente stipendiato, ben oltre i tuoi meriti. Colpa di una dirigenza, la nostra, che si è fidata delle tue qualità e ha voluto premiarle a scatola chiusa.

Non nego che qualche soddisfazione, all’inizio, ce l’hai data, bucando le difese di Napoli e Juventus, gol decisivi. Ma poi sei scomparso, e non certo per colpa altrui, fino a diventare un peso per i tifosi e per le casse societarie. La nostra società ha fatto di tutto pur di trovarti altre sistemazioni, ma tu hai preferito goderti una tribuna dorata, guardare i compagni giocare (e vincere, anche per te), ritirare uno stipendio immeritato e ora parli di salto importante per la tua carriera? Allora anche la Lega Pro lo sarebbe stato, visto che almeno lì saresti sceso in campo.

Ora sei del Milan, e non ti nascondo che per il tifoso interista medio la soddisfazione sia leggermente superiore alla delusione. Perché in lui c’è la consapevolezza di aver rifilato un pacco ai cugini, che innanzitutto dovranno versarti lo stipendio e in secondo luogo testeranno le tue qualità (discutibili, per quanto visto nelle ultime rare apparizioni) sul campo. I recenti precedenti sono confortanti, l’ultimo è Amantino Mancini. L’augurio è che, dopo aver dimostrato di essere rimasto legato ai colori nerazzurri solo per ovvi motivi economici (in altri contesti saresti definito mercenario), tu possa pentirti 1) di aver scelto il Milan; 2) di aver sminuito il tuo passato nerazzurro, che ti ha regalato anche medaglie, esaltando la tua nuova società. E questo non lo dico perché sia sbagliato manifestare soddisfazione per il nuovo ingaggio, è giusto. Ma non puoi lasciare l’Inter per vestirti di rossonero, esprimendoti come se fosse il coronamento di una grande carriera.

Ti ricordo che nel tuo curriculum figurano 2 scudetti, una Champions, una Tim Cup, 2 Supercoppe europee e un Mondiale per Club. E giocavi nella sponda ‘giusta’ del Naviglio. Ma forse hai memoria corta. Di certo però puoi verificare sul tuo conto bancario quanto il club nerazzurro ti ha voluto bene, offrendoti tra l’altro anche la possibilità di giocare altrove pur di non rimanere sempre in tribuna. Un danno professionale per te, finanziario per la società. Ma da quell’orecchio non hai voluto proprio sentire, meglio continuare a guadagnare soldi facili senza particolare impegno, in un ambiente che ormai non ti voleva più e non certo per motivi futili (ricordiamo le tue imprese in campo e i fischi più che meritati). Complimenti per l’orgoglio, lo stesso che oggi provi per il grande salto rossonero. Auguri.


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