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Niente camomilla per Stramaccioni

di Fabio Costantino

Gong. Mercato chiuso. Niente vice Milito. Telegrafando l'ultimo giorno di campagna acquisti, è questo il concetto che emerge riferendosi all'Inter. Al di là della presentazione di Alvaro Pereira, Branca e Ausilio non sono riusciti, stavolta, a finire sulle pagine dei giornali. Non che non ci abbiano provato, ci mancherebbe. Floccari e Pellissier potevano essere buone idee, ma se il proprietario del cartellino non te lo vende o presta c'è poco da fare. Chiaramente, se in seno alla società/staff tecnico si fosse sentita realmente la necessità di questa ultima pedina, sarebbe arrivata. Invece nada.

Pazienza, Stramaccioni se ne farà una ragione e la sera, prima di andare a dormire, chiederà a Diego Milito come si sente, invitandolo a coprirsi bene prima di uscire durante l'autunno/inverno meneghino, non certo scevro di invasioni virali. A questo punto, l'investitura è caduta sulla Trenza, pardon sulla testa di don Rodrigo, al secolo Palacio, che quantomeno, vista l’abbondanza di concorrenza ditro la prima punta, avrà un’altra opportunità per mettere piede in campo. Non è un centravanti, l’ex Genoa. Ma segna come se lo fosse. A 30 anni dovrà, talvolta, reinventarsi tatticamente, svolgendo anche quel lavoro sporco che solo le prime punte sanno applicare. Ce la farà, ma che non diventi un’abitudine.

E poi c’è quel Marko Livaja, trattenuto a Milano da chi lo conosce bene, Stramaccioni. Neanche lui è una prima punta, piuttosto una seconda che ama muoversi. Ma se ce ne fosse bisogno, anche lui sarà chiamato al sacrificio. Certo, non vede la porta come el Trenza, ma è più giovane e quindi più malleabile sotto l’aspetto tecnico/tattico. Con il senno di poi, forse, avrebbe fatto comodo la conferma di Samuele Longo, ma qui la dirigenza si è trovata di fronte all’amletico bivio: trattenerlo a costo di lasciarlo ‘marcire’ in panchina, oppure spedirlo in un contesto che gli permetta di tornare più maturo e ‘sgamato’ di quanto non lo sia oggi. Scelta complicata, alla fine la società ha pensato al bene del ragazzo. E quando si ragiona in questi termini non si sbaglia mai, vero Coutinho?

Ahinoi, dunque, tutto ruota come sempre intorno al Principe. Che fosse lui l’inattaccabile centravanti del nuovo corso lo si era intuito sin dal termine del precedente. L’argentino ha 33 anni, ma come lui, in giro, non ne esistono. Neanche ai piani alti. L’ideale sarebbe stato Destro, ma certe cifre oggi rappresentano un atto di follia per chi non può permettersele e, soprattutto, ha molti altri buchi da riempire nella rosa. Restiamo dunque così, con la sensazione che il mercato dell’Inter sia stato ben congeniato, senza però quella ciliegina che lo avrebbe reso ancora più solido. Abbiamo fatto 30, non siamo riusciti ad arrivare a 31. Niente vice Milito ufficiale, solo alternative adattabili. E niente camomilla per Stramaccioni, che con quest’ultima pedina avrebbe dormito di certo più serenamente…


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