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Non c'è più la Befana di una volta

di Redazione FcInterNews.it

A recitare la famosa filastrocca sull'arrivo della Befana ci si rende conto di quante strofe siano state sacrificate sull'altare della cosiddetta modernità. E lo sconfinato popolo nerazzurro, con la luce del giorno - ecco perché Bologna-Genoa di venerdì sera non farebbe testo - è stato il primo a prenderne atto. Infatti la Befana non vien più di notte, ma si presenta con ben 12 ore e mezza di ritardo per via del lunch match. Che poi oggi si chiamerebbe, invece, anticipo... Anzi sono quasi le 2 e mezza del pomeriggio quando finisce di dispensare carbone ai veronesi ed uno zuccherino - il titolo di Campione d'inverno - ai milanesi. Alla vigilia il "rider" contemporaneo deve aver trovato il tempo di passare anche dal calzolaio, mica dall'estetista, perchè le scarpe che porta ai piedi - diventate nel frattempo scarpini - sono tutt'altro che rotte. Anzi: risultano risuolate a nuovo, con tomaie luccicanti, nonché col logo dello sponsor in bella vista. L'unica concessione alla "romanità" - dunque in rispetto della tradizione - non è il cappello vietato dal regolamento, ma l'estrazione capitolina di Davide Frattesi, ossia di colui che ha deciso le sorti di Inter-Verona. Cambia solo il genere di appartenenza del "benefattore" nerazzurro, giusto in sintonia con la "confusione" di questi tempi. Ma se anche la Presidente del Consiglio pretende di essere nominata al maschile - fino a diventare "Uomo dell'anno" sul titolo di un quotidiano - il "Befano" Frattesi non deve proprio destare alcuno scandalo, nonostante il suo parziale ed involontario striptease... Nemmeno dopo "essersi permesso" di abbarbicarsi sulle inferriate di San Siro per urlare a squarciagola tutto il suo interismo. Chissà: magari l'avrà percepito anche Simone Inzaghi ed ora ne farà sperabilmente più tesoro di prima. Davide ha sfoggiato lo stesso trasporto e l'identica gestualità che agli appassionati nerazzurri di lungo corso avranno magari fatto tornare in mente un analogo festeggiamento di Graziano Bini per un gol segnato al Real Madrid nella semifinale di ritorno della Coppa dei Campioni edizione 1980-81. All'epoca il libero nerazzurro fu letteralmente tirato giù dall'inferriata dal compagno Prohaska per non perdere tempo e continuare la partita nella speranza di completare la rimonta. Adesso, invece, Frattesi è stato caricato sulle spalle da un cotanto figlio d'arte come Thuram per essere portato in trionfo da "eroe".

Ora qualcuno potrebbe anche avere qualcosa da eccepire. Tipo: e la scopa che fine avrebbe fatto? Servirà per un utilizzo tutt'altro che improprio: non quindi come strumento di volo, bensì idealmente per spazzare via tutta la caciara di polemiche antinerazzurre che scaturiranno in settimana a seguito del gol vittoria dell'Inter, senza che il VAR avesse alcunché da segnalare sulla sua dinamica. Altrove non aspettavano che questo. Polemiche che saranno attivate per lo più da coloro che faranno finta di aver dimenticato l'uso disinvolto del supporto tecnologico a Genova (i dirimpettai di Naviglio) o la serie di omissioni regolamentari perpetrate in Juve-Bologna e Juve-Verona (quelli della Continassa), passate quasi in cavalleria. È questo ciò che fa più schifo di tutta la faccenda degli errori al VAR: la loro diversa eco mediatica a seconda delle squadre coinvolte negli episodi controversi. Altro che le parole - guarda caso a singhiozzo - del ds veronese Sean Sogliano che alludono addirittura ad un fantomatico sistema piramidale di potere...

Orlando Pan


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