Perché sputare nel piatto in cui si mangia?
Pensavamo che il calcio si fosse definitivamente, o per lo meno di molto, ripulito dopo il ciclone Calciopoli. Da più parti sia noi giornalisti sia gli addetti ai lavori, pur constatando con amarezza quanto in basso il nostro movimento fosse caduto, avevamo auspicato, dopo le giuste punizioni, una nuova alba per il calcio italiano, non nuovo purtroppo a questi accadimenti: ricordiamo ancora l'ingresso dell'auto della polizia in campo durante Roma-Perugia 4-0 il 23 marzo 1980 per bloccare un giro di scommesse clandestine, con le indagini che portarono Lazio e Milan in B; o ancora il nuovo scandalo scommesse del 1986 che portò alla revoca della promozione in A del Vicenza e il Perugia in C2. In mezzo vari scandali per partite truccate o comprate con effetti più o meno pesanti.
Eppure, a distanza di poco tempo, ecco che ci risiamo. E stavolta sono passati soltanto 5 anni, non si sono ancora placate le eco di Calciopoli tra processi, richieste di condanne e presunzioni di innocenza, che dovrebbero pendere come un deterrente sulla testa di chiunque ci volesse riprovare, che un nuovo grosso scandalo investe il nostro calcio. Uno scandalo legato alle scommesse, giorno dopo giorno emergono nuovi particolari su partite che "sarebbero dovute finire in un certo modo" per accontentare importanti scommettitori che puntavano cifre importanti per vincere grosse somme di denaro. Si sarebbe arrivati, secondo le prime ricostruzioni, perfino a narcotizzare i propri compagni di squadra per far terminare la partita con il risultato gradito. Quello che fa più male è che a essere coinvolti (il condizionale è d'obbligo visto che fino al processo finale nessuno può essere considerato colpevole) sarebbero anche calciatori di serie A come Beppe Signori, Cristiano Doni e Stefano Bettarini, persone in alcuni casi anche modelli di vita esemplare e veri miti per frotte di tifosi.
Viene da chiedersi perché, perché sporcare uno sport bello e affascinante in questo modo? Perché bramare altro denaro, tra l'altro in modo illecito, quando la vita ti ha già sorriso regalandoti un lavoro che ti fa guadagnare milioni? Perché macchiare a livello mondiale quello che una volta veniva considerato come "il campionato più bello del mondo"? E' il classico caso dello sputare nel piatto in cui si mangia: inquinando il calcio si fa del mare allo stesso settore che ti ha fatto diventare milionario.
E poi ci domandiamo perché il calcio italiano stia perdendo terreno nei confronti di quello straniero, perché le nostre squadre non riescono più ad arrivare in fondo ai vari tornei, sia a livello di club sia di Nazionale; perché puntualmente perdiamo il treno dell'organizzazione di Europei o Mondiali. Di questo passo non solo la nostra credibilità scenderà ancora a livelli bassissimi, ma lo stesso pubblico potrebbe disaffezionarsi da quello che prima era un gioco, uno sport, che per definizione dovrebbe veicolare valori sani e modelli da seguire, e che invece si sta facendo ammazzare dalla brama di denaro e interessi personali. E una volta che il giocattolo sarà definitivamente rotto, sarà inutile piangere sui cocci...