Platini: game over
La storia è ciclica, si ripete. Giambattista Vico non mentiva. E quindi, ci risiamo: il Paris Saint-Germain ha messo le mani su Lucas. In parole povere, Leonardo ormai è pronto a chiudere l'ennesima operazione multimilionaria. Via, il rumore di un altro assegno da almeno 35-38 milioni di euro che si stacca. Ci dicono addirittura 45. Come se i 65 milioni per Ibrahimovic e Thiago Silva non bastassero. E la quasi irridente semplicità con cui da Parigi è partito il bonifico da 12 milioni di euro per Marco Verratti. Come a riempire un carrello pieno al supermercato con le ultime chewing-gum, quando sei in arrivo alla cassa, giusto per arrotondare.
Prima era stato il turno dei fanta milioni per convincere Thiago Motta, prima ancora una cascata da 43 milioncini nelle casse di Zamparini e Simonian per Javier Pastore. E qualche giocattolino qui e lì, come i 15 milioni per Kevin Gameiro. E a proposito di ciclicità, naturalmente, non ci siamo dimenticati di quei 28 milioni di giugno per Ezequiel Lavezzi. L'Inter rimase spiazzata, anche per l'offerta d'ingaggio fu spaventosa: quasi 5 milioni con bonus per 5 anni. Un'operazione che può arrivare complessivamente a 80 milioni di euro. Già, gli ingaggi, quelli di cui non si parla mai quando si conteggiano le mastodontiche spese di Nasser Al-Khelaifi. Come i 45 milioni che prenderà Ibrahimovic in 3 anni.
Insomma, l'elenco è nutrito e ben composto. Un album di figurine meraviglioso che papà Nasser ha regalato a Carletto, ordinando all'affascinante Leonardo di profittare dei suoi buoni uffici per andare a comperare con i soldi paterni i migliori sulla piazza. E se abbiamo già Lavezzi, Ménez, Pastore e gli uomini dietro a Ibra non sappiamo più dove metterli? Che ce frega, per dirla alla parigina, prendiamo anche Lucas a 30 milioni. Anche se dovesse arrivare a gennaio.
Risultato: dopo Lavezzi, l'Inter rischia seriamente (solo una retromarcia clamorosa potrebbe far cambiare tutto, ma non la sostanza delle follie parigine) di veder sfumare un ennesimo obiettivo. Andare a sfidare il potere della follia è estremamente pericoloso, Massimo Moratti se ne è già pentito in passato. Lucas è un potenziale fuoriclasse mondiale, l'Inter lo sa perfettamente. "Ma tutto si farà solo a certe condizioni", ripeteva il presidente. Condizioni umane, nell'era in cui c'è una crisi mondiale certe cifre non possono essere ritenute tollerabili. Un po' come quando l'indimenticato Angelo Moratti disse dovette rinunciare a Pelé perché spendere così tanti soldi in momenti storici particolarmente delicati vuol dire essere extraterrestri e non uomini.
A Parigi sono anche peggio. E allora? E allora aspettiamo che si pronunci proprio un francese, nativo però di Jœuf. Tale Michel Platini. Perché il suo famigerato Financial Fair Play prevede che i conti dei club vengano monitorati e sanzionati se irregolari. Nel triennio 2013-15 il passivo non potrà superare i 45 milioni, in quello seguente i 30 e poi il bilancio in equilibrio sarà obbligatorio. E qualcuno sembra se ne sia accorto, non solo in Italia. Il Manchester City al 6 di agosto non ha comprato praticamente nessuno.
E con gli onesti investimenti del Paris Saint-Germain come la mettiamo? Il 18 marzo, il signore in questione annunciava che "non perché sono francese, intendo fare sconti". Da quel momento, il grande silenzio. Eppure di soldi dalle finestre di Rue du Commandant-Guilbaud 24, a Parigi, ne sono volati e pare proprio ne continueranno a volare. Il Paris Saint-Germain, dunque, dovrà essere cancellato dal calcio europeo. Altrimenti, saremo pronti tutti ad ascoltare la favola del magico modo in cui Nasser Al-Khelaifi riuscirà a scampare anche questa. Magari, vendendo la Tour Eiffel, la Gioconda e Notre-Dame.
Lucas o non Lucas, attendiamo al varco Platini. Perché in nome di quei valori dello sport che lo stesso presidente dell'Uefa invoca a proposito del FFP, su questo triste giochino chiamato Paris Saint-Germain dovranno comparire due parole. Otto lettere. Una certezza. GAME OVER.
Twitter - @FabRomano21