Quel fastidioso rumore di fondo
“Noi abbiamo vinto 29 scudetti, il Milan 18 e l'Inter non so”. Andrea Agnelli, presidente della Juventus, si prende il lusso di fare lo spiritoso nella sua ultima provocazione contro i nerazzurri, ‘rei’ a suo dire di aver ‘rubato’ (!) lo scudetto 2006 ai bianconeri, argomenti sempre caldo e che tra poco dovrebbe vivere, si spera ma senza troppa convinzione, il suo ultimo capitolo. Non ho la presunzione di essere un umorista come il giovane erede di casa Agnelli, quindi eviterò di distribuire ulteriori provocazioni o frecciatine. Mi limito a sottolineare che questa faccenda mi ha, personalmente, stufato.
L’atteggiamento di casa Juventus, e nello specifico quello del suo massimo esponente, è diventato da tempo fastidioso, come un rumore molesto in sottofondo quando si cerca di concentrarsi su ben altro. I pianti degli ultimi mesi, o forse di più (ho perso la cognizione del tempo in questa vicenda...) hanno portato alla decisione di rivalutare quanto stabilito nell’estate 2006, vale a dire l’assegnazione dello scudetto all’Inter dopo le penalizzazioni post-Calciopoli. Inutile tornare su questioni filosofiche che non conducono in alcun luogo, anche perché cercare di ragionare in questo contesto e con tali interlocutori è solo una perdita di tempo. Negli ultimi anni il giovane Agnelli, per mascherare le ‘nefandezze’ tecniche, tattiche e nei risultati della Juventus, ha aizzato il popolo bianconero contro il palazzo distraendolo dal bersaglio più sensato, vale a dire la nuova dirigenza (di cui anche lui fa parte).
Oggi tanto baccano strategico ha portato a un passo dalla sentenza che potrebbe cambiare la storia recente dell’albo d’oro italiano, assecondando le proteste provenienti da Torino. Possibile che quello scudetto definito di cartone venga revocato e rimanga senza un proprietario, in questo modo l’Inter sarà privata di un titolo senza tuttavia che questo venga restituito a chi è convinto gli spetti (ed è stato condannato per frode sportiva, mica pizza & fichi). Una stupidaggine, insomma, che giova solo alla sete di sangue di una tifoseria. È una possibilità, purtroppo, ma lo sapremo tra pochi giorni. Ma se davvero lo scenario ipotizzato trovasse conferma nel Palazzo, riuscirò a trarre un lato positivo dalla rinuncia forzata a uno dei 18 scudetti nerazzurri: il giovane Agnelli smetterà di lamentarsi e di lanciarsi in provocazioni gratuite e totalmente inutili salvo che per il suo ego.
Ma se così non fosse e tutto rimanesse allo stato attuale (Juve 27 scudetti, Inter 18, tanto per intenderci), non oso pensare al polverone che dalle parti di Corso Galileo Ferraris verrà sollevato, ancora più intenso di quello mediatico che siamo stati costretti a sopportare finora. Perché la frustrazione è una brutta bestia. Ecco, se la sentenza non arridesse all’Inter, mi troverei tristemente con un tricolore in meno, ma almeno il fastidioso rumore di fondo sparirebbe. Non tutto il male viene per nuocere...