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Quel goffo tentativo di sminuire la Tripletta

di Fabio Costantino

Mi spiace che alla fine si pensi che io ce l’abbia sempre con il geometra Galliani, perché alla fine dei conti non è così. Anzi, la sua presenza nel calcio italiano, al di là dei soliti giochi di potere, è coreografica a mio modo di vedere. A chi l’a.d. del Milan non ha strappato un sorriso, ogni volta che inquadrato dalle telecamere in tribuna chiariva perfettamente l’andamento del match di cui era spettatore? Urla incontrollabili, smorfie indescrivibili e sguardi tetri e persi nel vuoto: in altre parole, con lui non serve guardare il tabellone per capire come sta giocando il Milan… Però secondo me l’alta quota, esperienza che gli mancava da tanti anni, gli sta facendo perdere un po’ il controllo della situazione.

Magari il geometra è infastidito dalla presenza dell’Inter alle sue spalle, quasi che 5 punti non fossero un bottino rassicurante, come da giorni vuol far intendere. Dietro la sua apparente sicurezza forse mal si cela il timore di farsi riagguantare da un treno in corsa, con un conducente che fino a pochi mesi fa condivideva con lui obiettivi e progetti (Leonardo, ndr). Sarà anche per questa presunta ma visibile irrequietezza che talvolta Galliani si lascia andare a commenti infelici, l’ultimo dei quali dedicato al Triplete nerazzurro. Mi rendo conto benissimo che la scorsa stagione sia stata a dir poco indigesta per il popolo rossonero, e in particolar modo per i vertici societari di via Turati. Dopo anni di scudetti nerazzurri e abissali ritardi in classifica al termine del campionato, assistere alla vittoria della Champions League dei ‘cugini’ deve essere stato una sorta di trauma per chi, a ragione, vantava da sempre un Dna europeo rispetto alla concorrenza cittadina.

Sfatato anche questo tabù, come fare a tenere a distanza l’Inter nella supremazia di Milano, in giorni in cui in Corso Vittorio Emanuele figura persino l’Ambrogino d’Oro? Semplice: minimizzando sulla Tripletta nerazzurra. A dire dell’a.d. del Milan, la vera tripletta è Champions League-Supercoppa europea-Mondiale per Club (guarda caso, quella centrata proprio dai rossoneri), visto che la Tim Cup non vale nulla. Strano, considerando che ogni anno il Milan prova a vincerla ma si fa sistematicamente buttare fuori (questa in corso può essere la volta buona, dopotutto il tabellone è stato molto generoso con i milanisti), fallendo l’assalto ad almeno un titulo stagionale. Inoltre, perché quella del Barcellona della stagione precedente veniva definita di comune accordo Triplete, mentre la stessa realizzata dall’Inter non lo è? Serve coerenza, per favore.

Le parole di Galliani mi ricordano l’ormai proverbiale favola della volpe e dell’uva: sei riuscito a centrare qualcosa che io non ho neanche sfiorato? Beh, tanto non vale nulla… Atteggiamento da ragazzini, mi viene da dire, un po’ come quello sulla questione matematica dei punti recuperati dall’Inter in classifica. Mi spiace per il geometra, ma la Tripletta (o Triplete) nerazzurra è intoccabile e ha ormai scritto la storia del calcio. Sminuirne il valore è come lottare contro i mulini al vento: inutile. Piuttosto, sarebbe meglio prendere i nerazzurri d’esempio, visto che in Italia fanno il vuoto da anni e che, anche in una stagione sfortunata come questa, hanno già portato a casa Supercoppa italiana, Mondiale per Club e, per non farsi mancare nulla, la Viareggio Cup. Perché anche a livello giovanile siamo superiori al Milan, che preferisce collezionare figurine pagandole a rate e dopo qualche mese, un po’ come si fa con un’automobile. Tanto prima o poi bisognerà saldare il conto.

Inoltre, fino a prova contraria, i nerazzurri sono ancora in corsa in tutte le competizioni e, potenzialmente, con tutte le carte in regola per una nuova tripletta, per quanto complicata possa essere. Pertanto, nessuno osi sminuire la stagione leggendaria dell’Inter e quanto la squadra allenata da Mourinho è riuscita a compiere, impresa che ha strappato complimenti da ogni angolo del mondo. Oggi noi non abbiamo bisogno di tornare indietro nel tempo o ribadire concetti come “siamo la squadra più titolata della storia” quando le cose vanno male (avete notato che, in occasione delle presentazioni ufficiali, tutti i neo acquisti del Milan sottolineino questo aspetto, quasi venissero “imboccati” o recitassero un copione a memoria?), ci basta scendere in campo con le “toppe” dei titoli conquistati negli ultimi mesi per dire chi siamo. Perché ripetere in continuazione quanto si è vinto negli ultimi 20 anni alla lunga, oltre a essere stucchevole, sembra un goffo tentativo di salire su un arcaico e atemporale piedistallo che fino alla prossima lustrata vale solo per gli almanacchi.


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