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Roma non è stata costruita in un giorno

di Fabio Costantino

Una serataccia. C’è poco da aggiungere su Inter-Roma. Qualche nota positiva e poco altro, perché dai nerazzurri è lecito attendersi di più. Invece il naufragio è stato rumoroso, almeno nel punteggio. Stramaccioni dice di aver visto una buona prestazione fino al gol di Osvaldo. Eppure anche prima, al di là di un buon avvio di ripresa, la squadra non ha mai dato realmente l’idea di poter mettere sotto l’avversario. Merito alla Roma, che ha corso tanto e tatticamente è stata quasi perfetta. Chi si aspettava le voragini nella retroguardia di Zeman, è rimasto perciò deluso. Ma grande demerito per un’Inter che ha patito il confronto con un avversario di livello nel primo big match stagionale.

C’è la scusante dell’impegno in Europa League e, checché ne dica Strama, la stanchezza nella ripresa ha prevalso. Il crollo è stato sì anche psicologico, ma non solo. Le gambe non giravano più, impensabile pretendere un finale arrembante dopo il tocco vellutato di Osvaldo. Brutto k.o., e sia benedetta la sosta per ricaricare le pile e oliare un po’ di ingranaggi, venuti meno al cospetto dell’undici di Zeman. Noi tifosi siamo amareggiati, ci aspettavamo tutt’altra prestazione e, soprattutto, risultato. Ma non dobbiamo cadere nella facile tentazione di giudicare subito questa squadra: troppo attraente gridare al lupo al lupo dopo una pessima serata. Non dimentichiamoci che questa Inter è al'inizio di un nuovo corso. Ha tanti volti nuovi e può, a ragione, essere paragonata a una vettura che esce nuova di zecca da un autosalone: le serve rodaggio prima di sprintare.

Non abbiamo vinto lo scudetto dominando a Pescara, non lo abbiamo perso cadendo malamente a San Siro contro la Roma. Ci tocca già inseguire Juventus e Napoli, è vero, ma di partite ne mancano ancora 36 e di punti in palio ce ne sono 108. Non è una visione troppo ottimistica, preferisco definirla una sospensione di giudizio per mancanza di prove sufficienti a emetterlo. So già che molti tifosi sono già sul piede di guerra, gli stessi che hanno aspramente criticato il mercato. Fa parte del gioco, il sostenitore ha il diritto di infervorarsi e di prendere una posizione, anche con il pollice verso. Ma personalmente, per quanto deluso, non ritengo sia il caso di preoccuparsi così presto. Anzi, bisogna smaltire al più presto le tossine di questa batosta per risollevarsi con ulteriore slancio.

Voglio pertanto, a costo di risultare controcorrente, inviare un messaggio al tifoso interista che già vede solo nubi nere sul cielo della Beneamata e paventa altri periodi di vacche magrissime: non affrettiamoci a mettere alla berlina la nostra squadra solo per uno scivolone o per una campagna acquisti che non giudichiamo all'altezza. La rosa avrà pure qualche pecca, ma è di buonissimo livello per il nostro campionato. E l'allenatore non è affatto uno sprovveduto, l'unico suo neo è l'assenza di esperienza. Ma è un neo, non una colpa. Questa Inter probabilmente trascorrerà altre serate sofferenti, Strama sbaglierà ancora ma prima o poi troverà la quadratura del cerchio. E allora saremo contenti di esserci morsi la lingua prima di emettere sentenze.

Il lavoro paga, ce lo ha insegnato Zeman con la sua Roma. E di voglia di lavorare, ad Appiano, ce n'è tanta ogni giorno. Diamo tempo al tempo, a gennaio si potranno tirare le prime somme (e magari intervenire, come ormai tradizione) ma prima del pubblico linciaggio questa Inter e il suo allenatore meritano pazienza. Anche i migliori zoppicano all’inizio, le opere più imponenti hanno richiesto tempo prima di sfoggiare la loro magnificenza. Come dice il proverbio? Roma non è stata costruita in un giorno. Mai così, ironicamente, pertinente…

 

P.S. - C'è anche da sfatare una sorta di maledizione: la versione mista sintetico di San Siro. Finora, tra Inter e Milan, zero vittorie (Trofeo Berlusconi compreso), un pareggio (acciuffato al 91') e ben quattro sconfitte. Che sia il caso di spargere un po' di sale sulla nuova erba del terreno di gioco? 


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