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Sguardi d'intesa, parole da uomini: Inter, martedì rivogliamo 11 leoni!

di Fabrizio Romano

Una sconfitta, a volte, può essere meglio di una vittoria. Sembro un matto, lo so, ma chi ha giocato a pallone in una squadra, del quartiere o tra i professionisti che sia, potrà capirmi: ragionando a mentre fredda, dopo la quasi imbarazzante sconfitta di Catania, l'Inter capolista esce dal campo a testa bassa, delusa, nervosa con sè stessa per aver gettato all'aria almeno due punti, se non tre. Peccato, perchè visto il momento che stanno attraversando, i nerazzurri avevano bisogno di questa vittoria per ritrovare serenità e per andare a Londra, per il ritorno di Champions, con un animo più tranquillo e concentrato. Invece no: l'Inter non è una squadra come le altre, è "pazza", e da tale si è comportata. Sconfitta, Milan pronto ad accorciare in campionato, fiumi di critiche in arrivo e una trasferta fondamentale come quella di Londra che sarà prepara in un clima da guerra. Chi dovrà munirsi delle armi migliori è Sulley Muntari, il disastro vivente della gara di Catania: l'ha consegnata lui, in un minuto, la vittoria ai ragazzi di Mihajlovic. Peccato, peccato, peccato: per la volenterosità mostrata in lunghi tratti del secondo tempo forse l'Inter non meritava la sconfitta, ma ripeto, ragionando, questa sconfitta può essere letta in chiave positiva.

Ribadisco il concetto iniziale: chi ha giocato al "football" sa che una sconfitta pesante, come quest'ultima, che si porterà dietro attacchi e giudizi negativi, può compattare in modo incredibile un gruppo, specialmente quando sfogli il calendario e leggi che martedì vai ad affrontare il Chelsea di Ancelotti dopo aver vinto 2-1 all'andata. Il calcio lo giocano gli uomini, è lo sport virile per eccellenza, e quando degli uomini come i giocatori della Beneamata si saranno guardati negli occhi, l'uno con l'altro, dopo la debacle col Catania, sono certo che in quello spogliatoio si sarà percepito qualcosa di importante. E' un guanto di sfida a chi ora non punterebbe un euro su questa Inter almeno per l'Europa, una scommessa con chi è sicuro che il Milan possa superare l'Inter capolista nelle prossime giornate. "Oh ragazzi, ma stiamo scherzando? Qua i più forti siamo noi, cos'è questo che sta succedendo? Fuori i c******, facciamo vedere chi siamo", questo è quanto si dice un gruppo normale dopo una sconfitta così, questo è quanto si saranno detti i ragazzi nerazzurri.

Guardarsi negli occhi, parlarsi da uomini veri a volte conta più di qualsiasi altra cosa: uno sguardo cancella le parole di un giornale, una pacca sulla spalla può zittire ogni critica, anche la più pesante. E' questo il bello del calcio, quando alla base c'è un gruppo di ragazzi. Adesso che il momento è difficilissimo e c'è la partita più importante della stagione, questi ragazzi dovranno dimostrare chi sono: Londra ci aspetta, signori, l'Inter ha il suo esame più difficile e dovrà affrontarlo con la febbre altissima. Non ci si può tirare indietro, è un esame complesso ma affascinante, dove puoi dimostrare di valere tantissimo, molto più di chi scrive di te qualsiasi cosa: hai l'intesa con i tuoi compagni, senti dentro di te che puoi farcela. Io, contro il Chelsea che sembra fatto di titani, non voglio vedere il calcio spettacolo. Voglio vedere la forza del gruppo, la grinta di questi ragazzi, che in un momento tale conta cento volte di più di un'azione meravigliosa come quella di Udine dell'1-2. Sì, possiamo dirlo, l'Inter è malata e vive uno dei suoi momenti più difficili degli ultimi anni: ma ora c'è non una partita come le altre, c'è la partita.

E allora, voglio rivedere undici leoni, da martedì fino a quando finirà la stagione, quegli undici leoni che da un pò hanno tirato indietro gli artigli. C'è da dimostrare cosa vale l'Inter, vada come vada, bisogna mettere in campo il carattere, l'orgoglio. L'Inter è ferita, ma non è morta. Ora, aspettiamo solo Stamford Bridge, ma possiamo già garantire che, conoscendo il gruppo nerazzurro, su quel terreno di gioco si consumerà un'autentica battaglia. Che vinca il migliore...


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