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Siamo a secco, ma le scelte tecniche...

di Fabio Costantino

E adesso cosa si fa? Questa Inter ha chiaramente esaurito la benzina, ormai è sotto gli occhi di tutti. Peccato che ancora resti in ballo la possibilità di vincere la Tim Cup e altre 5, sofferte, giornate di un inutile campionato. Ogni residuo di credibilità nella lotta scudetto si è sciolto sotto i riflettori del Tardini davanti a un Parma in formato Real Madrid, anzi, in versione Schalke. La squadra tedesca ha fatto scuola, ahinoi, e adesso da qui in avanti non sarà dura per le avversarie di turno infliggere dolori all’Inter. Un’Inter stanca, che ha dato troppo da gennaio a marzo e che ha le pile scariche, senza alcuna possibilità di sostituirle. Le figuracce nel derby e in Champions League purtroppo rischiano di non essere le ultime di questa travagliata stagione, e Parma ne è un esempio lapalissiano.

Inutile fare discorsi sull’orgoglio e sulla dignità, il problema è chiaramente di natura fisica: la squadra, nei suoi giocatori principali, è in debito d’ossigeno e il suo motore è eccessivamente surriscaldato. Pessima situazione, tremendi presagi in vista della Tim Cup, dove ci troveremo di fronte un avversario che forse sta peggio di noi, la Roma, che nonostante l’iniezione di fiducia a stelle e strisce in campo continua a zoppicare. E da un confronto così può venir fuori qualsiasi cosa… Tornando alla trasferta emiliana, alla condizione fisica drammatica si è unito il pugno di ferro (ergo, scelta tecnica) di Leonardo, che ha punito Thiago Motta, Maicon e in parte Sneijder, ripristinando il suo ruolo di capo ma auto lesionando la squadra e la sua posizione. Per quanto stiano rendendo al di sotto delle loro possibilità, sono giocatori titolari di questa Inter e rinunciarvi ha creato ulteriori scompensi a un equilibrio già precario. Mi spiace, ma il buon senso avrebbe consigliato altre scelte, meno punitive e più costruttive alla voce ‘risultato’.

Ho la sensazione che l’ottimismo leonardiano si sia esaurito di pari passo alle energie dei giocatori, palesemente in riserva. Ma quello che più mi preoccupa è che il tecnico brasiliano stia perdendo, collezionando sconfitte, la fiducia dei giocatori che dovrebbe guidare. E un esercito che non crede nel suo generale è destinato al massacro o alla diserzione. Sperando che la Tim Cup venga onorata come se fosse una Champions League, magari utilizzando forze fresche (davvero Obi, Mariga e Coutinho potrebbero fare peggio di chi scende in campo al posto loro?), ormai non resta che pensare alla prossima stagione, facendo un bilancio che non venga inficiato dalla stima che la società (Moratti) nutre nei suoi ‘dipendenti’. Intanto siamo ancora in ballo fino al termine della stagione. Cerchiamo di non cadere troppe volte…


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